CAPITOLO II

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Tic tac.
Tic tac.

Il tempo sembra scorrere più lentamente in questo piccolo andito di ospedale.
Tutto questo bianco, così splendente, mi mette agitazione.
Tra pareti, sedie ed arredi il bianco domina senza alcun dubbio l'angusto corridoio, dando l'illusione di uno spazio ben più ampio e nascondendone le reali dimensioni.
Saranno passate all'incirca due ore e dai medici non ho ricevuto ancora alcuna notizia.

Tutto ciò mi sembra così irreale.
Insomma, non avevo mai pensato che una cosa del genere potesse mai accadere.
Ho sempre visto la signorina Sokolov come un' imponente roccia che non potesse mai essere scalfita, ma evidentemente mi sbagliavo.
In fondo anche lei è umana, e come tale, vulnerabile.

È accaduto tutto così in fretta, non ho  nemmeno avuto il tempo per assimilare il tutto.

Il malessere, la testa sbattuta a terra, le grida, il sangue, l'ambulanza, l'ospedale.

Ed ora sono qua, in questa scomoda sedia schifosamente candida, ad attendere il mio futuro.

Che cosa farò adesso?
Sono tornata sola, questa volta definitivamente.

Un rumore improvviso interrompe il mio monologo interiore.

Un esile uomo sulla ventina d'anni esce dalla porta disposta di fronte a me.
Indossa un lungo camice bianco e guanti in lattice altrettanto candidi.

-Heeeey, Ely-

Il suo tono di voce è alquanto irritante.

-Come stai?-

-La smetta di trattarmi come una bambina deficente-

Un lieve sorriso appare sul mio volto alla vista dell'espressione da pesce lesso del medico.

-Piuttosto mi dica che ne sarà ora di me, e come sta la signorina Sokolov-

Lo vedo grattarsi nervosamente la testa e mordichiarsi il labbro inferiore.

-Non ti mentirò Ely, la situazione è abbastanza critica. Per te ora non si sa niente, si aspetta una risposta da parte dei parenti della signorina.-

-Parenti?-

Sono alquanto confusa.

-La signorina Sokolov non ha alcun parente!-

-Come, non sa che la signorina ha un figlio?-

Sono ancora più confusa di qualche secondo fa.

-Un figlio?-

Scuoto più volte la testa.

-No, non è possibile... quella donna non è capace di amare!-

-Non so che dirti ragazza, attendi ancora seduta la per un po', presto qualuno uscirà dall'ufficio alla nostra sinistra e saprà dirti qualcosa di più-

Detto questo l'uomo rientrò all'interno della stanza dalla quale era uscito qualche minuto prima.

Certo che era proprio strano forte quel tipo.
Vorrei sapere da dove ha tirato  fuori tutta quella confidenza.

Mah.

¤¤¤¤¤¤

Passano i minuti, ma la famigerata porta a sinistra non accenna ad aprirsi.
Così, tra un dondolio e l'altro della mia gamba accavallata, decido di immaginare come potrebbe essere il figlio della signorina Sokolov, ma soprattutto da dove diavolo sia uscito fuori.

Me lo immagino alto e maestoso, occhi chiari, spalle larghe ed un carattere glaciale e spietato.
Una sorta di clone della signorina, potremmo dire.
Ma da dove è saltato fuori? Questa è la domanda.
So per certo che non sia sposata, che sia stata l'amante di qualcuno e poi sia rimasta incinta?
Non so.
Poteva anche essere semplicemente fidanzata e poi il matrimonio non si è fatto per via della fuga dello sposo.

La danza delle lame 《Yuri on ice》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora