•Te l'avevo detto•Sirius Black

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I capitoli verranno pubblicati ogni mercoledì!
La_Purosangue

Non potevo fare questo. Harry era lì che mi guardava con i suoi grossi occhioni verdi da bimbo. Avevo appena finito la storia e mentre chiudevo la porta sentii il respiro pesante di James e Lily, segno che mi faceva capire che dormissero. Perfetto. Potevo continuare a raccontare qualche storia a Harry.
«Papà e mamma dormono quindi ti racconto qualcos'altro va bene?»chiesi ad Harry facendo sbucare la testa da sopra la sua culla. Lui spalancó gli occhi che stava appena chiudendo e fece un piccolo sorriso, quasi un ghigno malandrino.
«Sono fiero di te Harry.»sussurrai sedendomi sulla sedia a dondolo che usava Lily per farlo addormentare.
Pensai. Cosa gli posso raccontare? Forse l'inizio, cioè non l'inizio dell'universo ma l'inizio della mia vita, l'inizio vero. Quando incontrai per la prima volta la mia VERA famiglia.

Era sul serio vero, quel treno esisteva. Oltre la barriera c'era quel treno rosso fiammante con infiniti vagoni dietro ed era mozzafiato. Mi incantai a guardarlo. Finalmente anch'io ad Hogwarts come Andromeda, come Bellatrix e come Narcissa. I miei genitori non mi avevano accompagnato il che mi rendeva piuttosto felice dato che preferivo che la gente non mi vedesse con loro. Non perchè li odiavo, cioè quello si era vero, ma perchè se mi avessero visto con loro avrebbero iniziato a scansarmi. Ero un Black, dopotutto, e tutti odiavano e temevano i Black. Forse più temevano.
Un attimo dopo un ragazzino più o meno della mia età con tanti capelli neri e folti, solo quello ero riuscito a vedere, mi sbandó addosso portandosi dietro il carrello e la sua civetta nera.
«Aih! Ehi tu! Fa più attenzione caz...»stavo per finire la frase con una solita imprecazione da Black ma il ragazzo in questione si voltó in fretta con gli occhiali tondi storti sul naso e una lente che si era rotta per lo scontro con me.
«Oh no oh...scusa amico, scusa...»inizió a scusarsi questo tizio mentre si guardava intorno sicuramente per trovare una via di fuga da tutte le cattiverie che gli avrei detto.
«Devi fare più attenzione e amico ci chiami qualcun'altro»gli risposi acidamente tornando a guardare avanti dopo aver messo tutto in ordine. Iniziai a dirigermi verso l'entrata del treno e a cercare qualche scompartimento libero. Cavolo quanti vagoni c'erano lì dentro! Che poi tecnicamente sono i vagoni a formare il treno e quindi non si puó dire che stiano lì dentro ma vabbè.
Alla fine, dopo aver controllato se ce ne fosse uno libero, e credetemi, non c'era, mi costrinsi ad entrare nel primo che mi sarei trovato davanti con meno gente. Iniziai a camminare per i vagoni in lungo e largo ripercorrendo più e più volte i miei stessi passi fino a quando, dopo aver scontrato non so quante volte delle ragazze molto più grandi e, anche, molto belle, mi decisi di entrare nello scompartimento che mi era capitato al momento di fronte. Al suo interno c'era solo un ragazzino avvolto dal suo cappotto nero con delle cicatrici sul volto tondo e devo ammettere che erano anche molto profonde. Aveva i capelli color caramello e gli ochi della stessa sfumatura. Stava leggendo. Come si fa a leggere quando ancora non si è entrati a scuola?!
Aprì deciso lo scompartimento e mi ci infilai all'interno lasciandomi cadere con poca grazia sul sedile rosso.
«Oh prego, accomodati.»disse ironicamente il ragazzino alzando gli occhi dal suo libro solo per vedere chi era entrato.
«Aspettavi qualcuno?»gli chiesi ma non gentilmente come questa frase potrebbe apparire ma scontroso.
«Sicuramente non te. Comunque mi chiamo Remus Lupin.»ribattè presentandosi e tendendomi la mano che afferrai dicendo il mio nome.
«Io sono Sirius Black.»poi lasció la mia mano e ritornó a leggere. Questo ragazzino era una palla. Non faceva altro che leggere. Ma fatti una vita sociale!
Qualcun'altro ebbe la brillante idea di entrare in quello scompartimento.
«Oh emh...ciao.»disse buttandosi anche lui sul mio stesso divanetto con l'eleganza di un elefante. All'inzio ero più interessato a guardare il paesaggio di fuori dal finestrino che al momento era ancora la stazione di King's Cross che ancora brulicava di ragazzi. Poi attraverso il vetro vidi un riflesso, un riflesso di occhiali, tondi. Mi voltai e mi resi conto subito che era il ragazzino con cui mi ero scontrato prima, o meglio, il ragazzino che mi era venuto a dosso.
«Eih amico!»esclamó vedendomi ancora. Perchè mi chiama amico? Questo tizio già mi sta antipatico. Solo perchè mi chiama amico. Non saremo mai amici.
«Ti ho già detto che non sono tuo amico»sputai dandogli nuovamente un'occhiata e solo ora mi resi conto che aveva degli occhi strani. Erano marroni, ma non marrone scuro uno strano marrone contornato da una linea e con delle pagliuzze dorate.
«Emh, si ok. Comunque io sono James Charlus Potter, piacere.»annunció tendendomi la mano. La squadrai per un momento. Sapevo benissimo chi erano i Potter. Una famiglia purosangue e ricca, come la mia. Per questo motivo poteva starmi estremamente antipatico ma al contrario dei miei genitori i suoi erano auror, proteggevano i babbani da Voldemort.
«Io Remus Jonh Lupin.»ripetè l'altro ragazzino prendendo la mano di questo Potter prima di me. James mi guardó un attimo e poi me la ritese e questa volta la strinsi.
«Io sono Sirius Orion Black.»dissi il mio nome per intero, cosa che odiavo. Odiavo il fatto di portare il nome di mio padre, odiavo mio padre, odiavo quello che faceva mio padre. Odiavo tutto della mia famiglia. Ma soprattutto odiavo il pretendere che io diventassi un Serpeverde.
«Ah, allora sarai un Serpeverde suppongo.»disse James spostandosi sull'altro sedile mentre il treno partiva e le mani dei genitori sul marciapiede salutavano i figli.
«Oh spero di no. Non sono come loro»annunciai con tutta la possibile sicurezza del mondo. Il ragazzino occhialuto mi guardó e poi scoppió a ridere.
«Ah bella questa! Un Black che non è Serpeverde!»mi, quasi, urló in faccia mentre tentava di smettere di ridere.
«Beh, ci sono molte probabilità che Sirius capiti in qualche altra casa»intervenne Remus facendo una piega al libro per poi chiuderlo e posarlo sul suo fianco. Questo qui già mi sembrava il solito secchione Corvonero da cui copieró a tutti i compiti, ovvio.
«Secchione in vista gente! Comunque, sicuramente non puoi essere Tassorosso perchè...beh, lo sai. La tua famiglia non è una di quelle più dolci»disse James e sicuramente ci vuole coraggio nell'insultare la famiglia Black in presenza di un membro.
«No, non sarei mai Tassorosso. E nemmeno Corvonero, non mi piace affatto studiare»spiegai dando un'occhiatina di sbieco al finestrino.
«Io saró Grifondoro e non mi sembri un tipo coraggioso, ecco»mi schernì James con uno strano ghigno che mi ricordava a mala pena uno dei miei. Come aveva osato questo pallone gonfiato a dirmi che non ero coraggioso! Ho solo una lieve paura per i ragni, tutto qui.
«Ah ma davvero? Vediamo se il Grifondoro tutto coraggioso vuole fare una rissetta prima di arrivare ad Hogwarts, ti va?»chiesi alzandomi con fierezza e le mani nei jeans.
«Oh certo che mi va...»ma nello stesso momento che quel Potter si stava alzando anche Remus lo fece e ci tiró la manica verso il basso.
«Ragazzi non si puó sapere cosa saremo ma possiamo anche aspettare vero?»domandó con una nota di, quasi, cattiveria quando disse l'ultima parola.
«Va bene. Ne riparliamo quanto sarai tra i Serpeverde e io tra i Grifondoro»esclamó James sedendosi e fissando i suoi occhi nocciola nei miei color tempesta.
«Scommettiamo?»ribattei facendo comparire il mio ghigno. Quando James lo vide una scintilla di malandrinaggine gli passó negli occhi.
«Va bene. Se io saró nei Grifondoro e tu nei Serpeverde voglio cinque galeoni e due cioccorane»propose lui tendendomi la mano.
«E se invece saró anch'io un Grifondoro voglio la stessa somma e voglio Remus in camera»stabilii prendendogli la mano e facendola andare su e giu.
«Emh, scusa perchè mi vuoi in camera?»mi domandó Remus con uno sguardo quasi impaurito, quasi.
«Perchè sei secchione e voglio sentire il tuo metodo di studio»spiegai ma in realtà era per allecchinarmelo e copiare tutto.
«Oh e magari sei sonnambulo e lo senti parlare nel sonno di Storia della Magia»aggiunse Potter facendomi ridere. Poco dopo anche lui si unì e anche Remus. Era simpatico in fondo. Magari saremmo potuti diventare amici.
«E chi lo dice a voi due che saró un Grifondoro?»chiese lanciandoci uno sguardo risaputo come se la sapesse lunga.
«Non ci avevo pensato»dimmo io e James all'unisono rimettendoci a ridere nuovamente.
Rimanemmo a parlare ancora per un po', delle nostre famiglie, dei nostri vecchi amici dell'infanzia e di quello che saremmo voluti diventare dopo la fine della scuola. Tuti e tre auror peró James dubitó nuovamente sul mio futuro da auror.
Poi la portà si aprì lasciando entrare un ragazzino grassoccio, con gli occhi acquosi e verdi acqua mentre i capelli erano biondi scuri.
«Nascondetemi!»urló buttandosi a rospo sul mio sedile e nascondendosi con la testa tra le gambe.
«Ma cos...»inizió a dire James ma poco dopo un ragazzo un po' più grande di noi entró. Aveva i capelli biondi ossigenati e gli occhi quasi bianchi, sembrava albino. Dietro di lui c'era un'altro, molto brutto, e dietro ancora c'era...
«Bellatrix?!»esclamai vedendo mia cugina. I capelli neri e ricci che le ricadevano sulle guance dandole un'aria da matta.
«Dimmi dov'è quell'idiota e non diró niente di quello che farai quest'anno a tua madre!»mi minacció avvicinandosi a me.
«Emh...non lo so»risposi. Il suo viso si piegó con delle rughe e poi uscì dallo scompartimento insieme alla sua banda sbuffando. Il ragazzino, qualche secondo dopo, si fece vedere meglio.
«Oh mamma, mi avete salvato la vita»ci ringrazió tirando fuori una caramella dalla tasca.
«Ma che volevano?»chiese Remus interessandosi alla conversazione.
«E che ne so io! Forse, torturarmi boh!»rispose il ragazzino mettendo la caramella in bocca. Poi aggiunse:
«Bleah, vomito»e la sputó per terra per poi raccoglierla e scusarsi con noi.
«Beh io vado»stava per dire timidamente ma poi James lo bloccó.
«Ma no, rimani con noi!»
«Sul serio?»chiese il ragazzino ancora con l'insicurezza e la tremarella dall'incontro che stava per avere prima.
«Ma si, perchè no!»risposi al posto suo.
«Come vi chiamate?»domandó sedendosi vicino a me.
«Io Sirius Black, lui James Potter e lui Remus Lupin. Tu?»risposi io per tutti e poi gli chiesi il suo di nome.
«Peter Minus.»
Discutemmo ancora sulla questione delle casate e Peter insisteva nel dire che sarebbe diventato Tassorosso. Beh, da come si è comportato prima non mi sembra nè coraggioso nè furbo. Quindi se lo dice lui, forse ha ragione.
«Emh scusate?»chiese un ragazzino dai capelli della mia stessa lunghezza neri e unticci, il naso leggermente curvato verso il basso e abiti di seconda mano.
«Avete visto una cioccorana?»chiese dopo aver aperto lo scompartimento e guardando bene.
«No mi spiace.»rispose Lupin tornando a leggere il suo libro.
«Beh grazie, Lily niente anche qui.»annunció sicuramente in direzione di una ragazzina.
«Ti va di restare qui?»chiese James gentilmente.
«Non l'hai proprio trovata?»domandó subito dopo una ragazzina dai lunghi e folti capelli rossi e gli occhi verdi giganti. Aveva molte lentiggini sparse sulla pelle bianca. Era carina. James sicuramente la credeva bellissima dal modo in cui era arrossito e aveva aperto un sorriso da idiota.
«Chiudi la bocca che ti entrano le mosche»lo presi in giro ghignando mettendo la mano sotto il mento per fargli chiudere la bocca mentre sia lui che questa Lily arrossivano.
«Comunque...»inizió a dire il ragazzino dai capelli neri dopo aver lanciato uno brutto sguardo a James«non mi va di rimanere qui, ho di meglio da fare»
James lo guardó malissimo, forse perchè quello lì aveva fatto un'accenno a Lily.
«E tu, bellissima Lily?»chiese rivolto alla ragazzina che subito arrossì dopo aver sentito il nomignolo che lui le aveva dato.
«Cerchi di rimorchiare James?»domandai ghignando e lui mi rispose con la mia stessa smorfia.
«Io penso che andró con lui, andiamo Sev»e poi sparirono dalla visuale.
«Wow, quanto è bella»disse James una volta che furono usciti.
«Avevamo intuito che ti piacesse»lo schernì Remus facendo il gesto di una bocca aperta.
«Cazzo James hai sbavato sul sedile!»esclamai vedendo delle goccioline di saliva.
«Tu puoi dire le parolacce!»disse con un lieve tono di stima Peter. Già mi stava simpatico.
«Certo»
Quando arrivammo ad Hogwarts dovemmo salire dentro ad alcune barchette che ci avevano portato dentro al castello dove eravamo stati accolti dalla professoressa McGranitt.
Ora il cappello parlante stava cantando un non so bene cosa e poi la prof inizió a fare i nomi di tutti quelli che dovevano essere smistati.
«Black, Sirius»maledizione al mio stramaledetto cognome e alla mia maledetta famiglia. Certo che dovevo essere chiamato per primo, il mio cognome iniziava per B.
Mi feci avanti e mi sedetti su uno sgabello di legno che mi sembrava piuttosto malridotto. Insomma, siamo nel mondo magico potete anche sistemarle le cose vecchie no?
«Uh! Un'altro Black. Sappiamo tutti dove ti metterei. Peró vedo qualcosa, qualcosa di molto impavido e cavalleresco. Ci sono! Grifondoro!»esclamó. Ero un Grifondoro. Alla faccia della mia famiglia! Vidi Bellatrix diventare rossa di rabbia. Vidi Peter acclamare divertito con un sorrisone. Vidi Remus che mi sorrideva gentilmente. E ovviamente non potró mai scordare la faccia che fece James. Sbiancó del tutto e poi lessi il suo labbiale. Non stava parlando con nessuno, stava imprecando con se stesso. Merda. Stava dicendo questo. Mentre camminavo verso il tavolo dei Grifondoro gli lanciai un'occhiata con un ghigno malandrino stampato sul volto e con una dolcezza degna di una madre normale gli dissi:
«Te l'avevo detto»

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