•Ciao Hogwarts•Sirius Black

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«Felpato non sarebbe l'ora di mandare Harry a dormire?»mi chiese Remus guardando che fuori la luna era sorta e ci osservava come sua risposta. Notavo come Remus la temesse, come la guardava e iniziava a far scrocchiare le dita delle mani. Lo rendeva nervoso, questo era certo.
«Dai Luna, devo raccontargli un'ultima storiella!»dissi con un ghigno che ricordava tanto i tempi in cui ero un ragazzo giovane...non che sia cambiato tanto. Insomma sono passati solo due anni da quando ho finito gli studi ad Hogwarts quindi non si puó dire che sono invecchiato...o che mi sia imbruttito. Sono sembre il giovane scavezzacollo di un tempo, anche senza di lei.
«No Sir, non te lo permetto! Harry ha solo un anno e deve riposare. A te sarebbe piaciuto se ad un anno un maniaco e un lupo mannaro che avresti chiamato zii ti avessero tenuto sveglio fino a tardi?»mi chiese Remus prendendo Harry in braccio e portandolo verso la sua culla.
«Si da il caso, che la mia famiglia fosse veramente una famiglia di maniaci. È per questo che sono uscito così. E comunque mi sarebbe piaciuto se il maniaco mi portava sempre regali e il lupo mannaro sgridava il maniaco dicendogli che mi viziava troppo!»ribattei io a mia volta. Tutti quanti sapevano che la mia famiglia era un tasto dolente e nessuno toccava mai l'argomento. Peró non capivano che non mi mettevo a piagnucolare come una femminuccia solo se si parlava della mia famiglia d'origine.
«Si da il caso che, si. Tu lo vizi veramente un sacco!»esclamó Remus mentre Harry ci guardava confuso. Scommetto che dal suo punto di vista eravamo semplicemente due idioti che blateravano.
«Si da il caso che io sono il suo padrino ed è mio dovere viziarlo!»aggiunsi io per poi mettere il broncio.
Presi Harry in braccio e feci per uscire dalla stanza ed andare in salotto, a finire di raccontargli la storia ma Remus mi bloccó.
«Cosa fai?»mi chiese fermandomi mentre mi tirava la felpa.
«Devo continuare a raccontargli la storia della mia vita. Come farà Harry senza sapere come ho completato i miei anni ad Hogwarts?!»dissi come se fosse una scusa ovvia. Per me era un valido motivo.
«Non ci pensare nemmeno. Dammi Harry»ordinó il lupo tendendo le braccia. Io, in risposta, lo schivai come si fa appena si vede un animale venirti addosso.
«Ho detto: dammi, Harry. Ora.»ripetè scandendo le parole e volgendomi uno sguardo serissimo.
«Mai!»lo schivai e iniziammo a correre in tondo per la cameretta, io con in braccio il figlio di James e lui che tendeva le mani.
«MA CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI DENTRO?!»urló la voce del mio migliore amico che era appena comparso sull'uscio della porta. Era ridicolo. I capelli che gli partivano come missili, la maglietta del pigiama mezza alzata e senza occhiali doveva tenere gli occhi strizzati per vedere meglio.
«Come hai fatto a venire qui senza cadere per le scale?»chiesi ironicamente notando il modo in cui si doveva arreggere allo stipite della porta per tenersi dritto dato che era una talpa.
«Dovrei ridere Sirius? Veramente, cosa stai facendo tu e...tu cosa diamine ci fai qui?»domandó prima indicando me e poi Remus con l'indice...o almeno così gli sembrava. In realtà prima aveva indicato Harry e la seconda volta il pupazzo a giraffa del bambino sopracitato.
«Io non riuscivo a dormire e per Remus è una specie di rituale. Comunque veniamo a noi. Devo raccontare una favola al mio figlioccio...»ma Remus mi interruppe.
«È la settima Sirius!»
«E a chi importa? Fammi continuare e tacete tutti e due!»

«Andiamo James, muoviti e tu Sirius, aggiustati quella maledetta cravatta e Peter finiscila di guardare le caramelle!»gridó Remus nel corridoio del dormitorio maschile dei Grifondoro.
«Maledizione Remus, sembra che ci stiamo preparando per un maledetto matrimonio! Ti vuoi calmare o ti devo dare un ceffone?!»lo ricattai mentre correvano per le scale della Sala Comune di Grifondoro.
«Questa potrebbe essere la nostra ultima giornata ad Hogwarts riuniti tutti insieme, ve ne rendete conto?»chiese appena arrivammo nella stanza che era già piena con le ragazze e Frank. C'erano Emmeline, Mary, Alice, Lily e Marlene, la mia ragazza. Erano una più bella dell'altra ma Marls non si poteva battere. Avevano tutte quante una carettistica diversa, soprattutto in fatto di capelli. Infatti Emmeline era bionda e liscia, Mary castana e mossa, Alice mora e capelli a caschetto, Lily rossa fiamma e capelli ribelli e la mia Marlene bionda e boccolosa.
«Finiscila Rem»disse James avvicinandosi a Lily. Erano riusciti finalmente a mettersi insieme, non ci credeva ancora nessuno.
«Siete già pronte per la cerimonia?»chiese Peter guardando Mary la sua...non so bene cos'erano. Si erano baciati spesso e lei aveva una cotta per lui, sentimento assolutamente reciproco, peró non si erano mai dichiarati. Che strani.
Ah e ovviamente Peter si stava riferendo alla cerimonia di fine anno. Il nostro settimo anno ad Hogwarts era finito, ormai. Quello stesso pomeriggio ci sarebbe stata la cerimonia di fine anno e ci dovevamo preparare secondo i piani di Remus.
«Deve essere tutto perfetto!»stava urlando questa frase da una settimana a quella parte e non riuscivo proprio a capacitarmi il perchè non aveva ancora smesso. Era come avere in camera una specie di mamma che si preoccupava anche quando avevamo il naso sporco di mocciolo o che appena ci raffreddavamo ci rimproverava perchè eravamo stati troppo tempo fuori scuola o in campo da Quidditch(questa era la scusa diretta a James ogni volta che si ammalava).
«Noi si. James e Sirius, posso notare, che non lo sono ancora»disse Lily lanciando un'occhiataccia al mio migliore amico che fece un sorriso nervoso, proprio come feci io alla brutta occhiata che mi aveva riservato Lene. Sapevo benissimo che anche lei, se non fosse stato per Lily ed Emmeline, a quest'ora sarebbe nella mia stessa situazione insieme a Mary ma loro avevano quelle due bestie furiose in camera ed era meglio ubbidire alle loro grida. Remus, la nostra mammina, ci aveva rinunciato già dal terzo anno, dopo averci beccato nella Stamberga Strillante sotto forma di animali.
«Andatevi. A. Vestire. ORA»ordinó Remus a denti stretti e ringhiando un po'.
«Scusa Remus, ma tra tutti noi quello che ringhia non dovrebbe essere Sirius?»chiese ironicamente James facendo sbattere a Lily una mano sulla sua fronte.
«MUOVETEVI!»gridó Remus mentre io e James ci alzavamo e correvamo sulle scale per l'ennesima volta mentre tutta la combriccola scoppiava a ridere.
«Pensi che Remus ci ucciderà?»chiesi con un ghigno a James mentre ci riparavamo dietro la porta tenendola chiusa nel caso entrasse il biondo.
«Io penso che Remus ci squarterà vivi se facciamo quello che vogliamo fare...»disse lui guardando il letto su cui giaceva la lista che ci eravamo programmati per quella giornata.
«Quindi...lo facciavo, giusto?»ribattei io, sempre senza far svanire il mio sorrisetto dal viso.
«Ovvio! Questo sarà l'ultimo guaio che combiniamo ad Hogwarts, deve essere memorabile»gridó lui gettandosi sulla lista.
«Punto uno: prendere i vestiti a Gazza, fatto!»disse lui iniziando ad elencare tutte le parti del nostro piano diabolico.
«Punto due: taglizzarli tutti, fatto»aggiunsi io prendendo i panni, o quel che ne restava, di Gazza dall'armadio, ovviamente dopo essermi messo dei guanti che si usano a pozioni.
«Punto tre: scrivere sopra i pezzi di stoffa Indovina chi è stato?, fatto!»finì James dopo aver scritto tutto sugli indumenti.
«Bene, ora passiamo a noi. Dobbiamo uscire senza nulla indosso, tranne i boxer, i calzini e il cappello giusto?»dissi io prendendo il cappello da studente mio e di James dalla cesta delle cose che non indossavamo mai.
«Certo, peró la divisa me la porto lo stesso, nel caso sentissi freddo o Lily volesse uccidermi perchè è gelosa. Dovresti portarla anche tu, sai com'è Marlene...»annuì svestendomi di tutto e prendendo il cappello.
«Andiamo!»esclamó lui per poi iniziare a scendere i gradini in fretta.
Appena arrivammo a destinazione ci giunsero alle orecchie diverse minacce di morte da parte di Marlene e Lily e poi il tocco finale arrivó da Remus che ci diede delle sculacciate per poi costringerci ad indossare le tonache dopo aver gridato:
«VESTITEVI SUBITO!»
Noi obbedimmo, soprattutto dopo aver visto che le ragazze tiravano fuori la bacchetta. Voleva dire solo una cosa: PERICOLO.
Per questo motivo ci vestimmo e poi rimanemmo a parlare un po' del più e del meno.
Nessuno di noi riusciva a credere che tutto era finito. Come era possibile che sette anni erano volati così, tra esami, interrogazioni, litigi, nuovi amori, litigi, cibo, litigi...ah, litigi nel caso di James e Lily, che non riuscivano a stare a non più di una decina di metri di distanza senza uccidersi o insultarsi con le peggio parole. Poi non so cosa è successo. Si sono attaccati come due cozze.
«L'ordine della Fenice ci ha accettato, me l'ha scritto mio padre»annunció James, con la testa poggiata sulle cosce di Lily che gli accarezzava i capelli.
«Si anche mio padre mi ha mandato una lettera che me lo diceva»ribattè Frank.
«Fantastico! Così vi dovró sopportare per il resto della mia vita!»esclamó Remus mettendosi una mano sulla faccia mentre tutti eravamo scoppiati a ridere.
«Rem-Rem, tu scoprirai qualche nuovo incantesimo e ci manterrai fino alla fine dei nostri giorni, non è vero?»chiesi con un sorriso sornione mentre gli altri continuano a ridere e Remus sospirava affranto.
«Tutti i ragazzi si presentino nella Sala Grande per l'addio o l'arrivederci ad Hogwarts»disse la voce della McGranitt attraverso le mura.
C'eravamo. Gli anni dei nostri studi erano finiti. Li guardai uno ad uno. Ero consapevole che, da quel giorno in poi, io avrei dovuto proteggerli, perchè loro erano la mia famiglia. Ormai la nostra vita stava per iniziare un'altra volta. Adesso peró veramente. Saremmo dovuti essere più grandi, più maturi. Dovevamo essere responsabili dei prossimi avvenimenti. Perchè ora non avrei più potuto sbagliare un'incantesimo e riprovare subito dopo, no. Se lo sbagliavo sarebbe potuta essere la mia fine o di qualcun'altro, di Peter, di Remus, di James, di Marlene...non sarei riuscito a sopravvivere senza uno di loro. Dovevo imparare ad occuparmi di loro. Dovevo. Avrei ucciso chiunque avrebbe provato a puntargli la bacchetta contro. Non potevo perderli.
«Andiamo?»chiese Alice a tutti noi, che tenevamo la testa bassa. Il nostro destino stava per compiersi.
«Andiamo»dicemmo tutti noi altri in coro, precipitandoci per le scale, con direzione la Sala Grande. Mentre passavamo per i corridoi mi vennero in mente tante cose che avevo fatto tempo prima. Gli scherzi, i litigi, i quasi inesistenti momenti di studio, il mio primo bacio...come potevo dimenticarmi tutto questo solo perchè la mia vita stava per avere una svolta? Non l'avrei scordato, ecco come.
Quando mi sedetti per l'ultima volta sulla panca del tavolo dei Grifondoro ebbi un sentimento di mancanza. Stava per finire tutto.
«Cari ragazzi, anche quest'anno è finito. Per quelli dal primo anno al quarto sarà una liberazione andarsene da qui, anche per me lo fu. I giovani del quinto invece saranno più che felici che quest'anno si sia concluso dopo gli esami. Scommetto che quelli del sesto siano amch'essi entusiasti dell'anno passato. E sicuramente quelli del settimo, invece, proveranno nostalgia al di fuori da questa scuola. Peró io, in qualità di preside, sono fiero di tutti voi e scommetto che avrete un gran futuro intraprendendo una carriera eccezionale. Lo spero per voi ragazzi miei»
Eravamo nella stazione di Hogsmead e stavamo salutando i professori. Visti i tempi in cui ci trovavamo, gli insegnanti ci scortavano fino al treno, per precauzione.
«Eih Minnie!»dissi riferendomi alla McGranitt.
«Signor Black, si azzardi un'altra volta a chiamarmi così e mi costringerà ad usare una maledizione senza perdono.»mi sgridó puntandomi un dito contro. Poi vidi un velo di malinconia della sua giovinezza passargli negli occhi e aggiunse:
«Ma mi mancherà.»io le sorrisi per poi abbracciarla.
«È stata la madre che non ho mai avuto, in questi anni, prof.»le dissi all'orecchio. La sentì singhiozzare sul mio petto. Non l'avevo mai vista piangere.
«Ti voglio bene Sirius»confessò staccandosi dalla stretta in cui l'avevo travolta.
«Mi sbaglio o mi ha chiamato per nome?»dissi ironicamente facendola ridere un po' e ricomporsi.
«No Black e ora se non le dispiace vado a salutare quegli altri scalmanati dei suoi amici»annunció dandomi una pacca sulla spalla.
«Mi saluti Silente!»gridai prima di entrare nel treno insieme ai miei amici, alla mia famiglia.
Stavano parlando e ridendo ma io intanto mi ero perso in un momento tutto mio, in cui non sentivo le loro voci ma li vedevo solo sorridere.
Poi diedi un'occhiata ad Hogwarts, la mia ultima occhiata, dal finestrino e, coperto dalle risate degli altri sussurrai:
«Ciao Hogwarts»

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