•Tutta colpa dell'Amortentia, cadrà ai miei piedi•Sirius Black

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Quardai l'orario.
Era mezzanotte passata.
«Ok Harry, forse è l'ora di andare a dormire che ne pensi?»chiesi al mio figlioccio. All'inizio vidi un velo di delusione passargli tra le pupille verdi bottiglia, questo prima che scoppiasse a piangere.
«No ti prego, Harry! È tardi! No!»cercai di tappargli la bocca ma, non riuscendoci, presi la prima cosa che mi capitasse in mano, in questo caso un fazzoletto umido, e glielo infilai in bocca di forza, ma non con tanta forza da ucciderlo!
«Scusa Harry ma non smettevi...»sussurro mentre lo vedo tirarsi fuori il fazzoletto con la manina che èmolto più bagnato di prima. Con la sua saliva.
Lo poggiai sulla sedia a dondolo mentre mi abbassavo per cercare un ciuccio a terra, dato che di solito gli cadono sempre dalla culla.
«Dove sei...»chiesi più al ciuccio che a me stesso, come se io potessi parlare con un ciuccio di gomma.
Poi lo sentii. Un rumore. Da fuori la porta di casa.
Sembrava il portaombrelli su cui il piede di mia cugina Andromeda sbatteva sempre, quello con la zampa di Troll.
«Harry tu stai qui»ordinai. Sapevo perfettamente che non avrebbe potuto camminare dalla sua stanza, al piano di sopra, fino al salotto(ancora non capivo le capacità malandrine di questo bimbo).
Uscii dalla stanza e la chiusi a chiave mentre sentivo i suoi occhi penetrarmi dentro la pelle.
Scesi molto lentamente le scale, soprattutto per non far sentire lo scricchiolio dell'ottavo gradino, che, essendo molto tardi, non ricordavo dov'era. Maledetta memoria!
Appena mi ritrovai di fronte alla porta chiusa vidi un'imponente ombra che oltrepassava gli spiragli sul fondo. Era un'uomo, questo era poco ma sicuro. Sicuramente un mago, dato che Godric's Hollow è conosciuta soprattutto come paesino magico. Per questo motivo tirai fuori la bacchetta mentre la porta si spalancava. La luce del lampione qui fuori non mi permise di vederlo fino a quando non si spostó leggermente di lato, coprendo la lampadina e dandomi la visuale di...
«Remus?! Che diavolo ci fai qui?! Mi hai fatto morire di paura!»esclamai appena lo vidi entrare. Le cicatrici sempre più calcate dall'età e sempre più numerose.
«Ciao Sirius, come mai sveglio?»mi chiese come se venti secondi prima non stessi per svenire di infarto pensando al peggio.
«Harry non ne vuole sapere di dormire e...»ma mi interruppi. Non volevo dirgli che gli stavo raccontando la storia della mia vita da quando avevo conosciuto James.
«E...?»incalzó facendomi cenno con la mano di continuare.
«E gli sto raccontando alcune favole»mentì. Non era una vera e propria bugia, era una modifica della verità.
«Del genere?»ribattè sempre più incuriosito, lo capivo dal tono di voce che stava usando.
«La storia della mia vita va bene!»esclamai allargando le braccia e sbuffando vedendo comparire un'espressione confusa sul suo volto.
«E tu che ci fai qui?»fu il mio turno di fare le domande. Per me era solito dormire a casa dei Potter, dato che vivevo letteralmente lì. Ma Remus?
«Beh ecco io...»ma lo interruppi. Quando faceva così voleva dire che si stava per arrampicare sugli specchi.
«Avanti sputa il rospo»dissi con sguardo comprensivo.
«Vengo ogni sera qui, sai, per controllare che siete ancora vivi.»annunció. Wow, pensa che possiamo morire da un momento all'altro, ottimista.
«Emh, perchè?»ribattei facendo una smorfia con la bocca non capendo.
«Di questi tempi si puó morire da un giorno all'altro, e vorrei almeno aiutarvi, nel caso in cui ci fosse un'attacco»spiegó mentre iniziavamo a salire le scale per tornare da Harry.
«Che gli hai raccontato fino ad ora?»mi domandó appena eravamo dentro la stanza del piccolo che al momento stava alzando le braccia per salutare "zio Lunatotta".
«Il quinto anno, il primo, il quarto e il secondo»dissi velocemente ripensando ai miei precedenti racconti.
«Vorrei raccontargli di come Lily ha iniziato a provare qualcosa per James, al sesto anno.»parló ininterrottamente.
«Ma si sono messi insieme al settimo»obiettai ricordando benissimo quell'avvenimento.
«Peró si è capito che anche lei nutriva un interesse per luu alla lezione di Lumacorno, ricordi?»

«Maledizione Sirius, arriviamo sempre in ritardo!»gridó James mentre raccoglieva la piuma che gli era appena caduta a terra.
«Questa volta peró non è colpa nostra! Se quell'idiota di Remus ci avesse svegliati ora noi saremmo già in classe!»urlai in risposta ritornando a correre sulle scale.
«Giuro che questa me la paga...»sussurró mentre continuavamo ad affannare.
Ad un certo punto virai dalle scale diretto alla Sala Grande, correre mi metteva molta fame, solo per addentare qualche cornetto. Anche quello con la marmellata di arance sarebbe andato bene, e io odio le arance.
«Sirius! Dove vai?!»mi chiese arrabbiato James da fuori il grande portone che segnava l'uscio della sala.
«Tu non hai fame?»chiesi ironicamente mentre mi sedevo velocemente sulla panca e iniziavo a bere una tazza di latte che era appena comparsa sulla lunga tavolata dei Grifondoro.
«Si ma, la lezione...arriveremo tardi!»cercó una scusa arrampicandosi sugli specchi, ma ero sicuro che si stava trattenendo dal sedersi.
«E allora? Non sarebbe la prima volta.»dissi spalmando la cioccolata dentro al cornetto che avevo appena tagliato, o meglio dire, smaciullato.
«Si ma...oh! Al diavolo!»imprecó e subito dopo si sedette al mio fianco versandosi dell'aranciata nel bicchiere di vetro che era già stato utilizzato in precedenza. Lui è proprio un maiale, non si schifa di niente...beh come me.
«Secondo te che farà la Evans appena entreremo in classe in ritardo? Mi ucciderà?»chiese con finta paura mentre un ghigno si faceva spazio sul suo viso, al momento tutto sporco di zucchero della ciambella che aveva appena finito di mangiare.
«Oh no, molto peggio. Si impiccherà, poi ti butterà in un rogo, ti lascerà bruciare, dopo ti farà ghigliottinare e infine, con la tua testa, ci giocherà a Quidditch»spiegai mentre ci alzavamo di nuovo diretti, questa volta per davvero, all'aula di pozioni.
«Ma la Evans non gioca a Quidditch...»obiettó mentre stavamo per entrare nella stanzetta del nostro caro e vecchio professor Lumacorno.
«Appunto»dissi infine prima di entrare.
«Black e Potter, bene bene, finalmente ci degnano della loro presenza. Potete sistemarvi nei posti vuoti»ci guardammo intorno e gli unici posti liberi erano uno vicino alla Evans, dato che Alice aveva l'influenza, e uno vicino a...Bellatrix. Sapevo che James voleva stare vicino alla Evans, infatti gli brillarono gli occhi appena vide la sedia vuota, ma quando gli diedi una gomitata e fece per girarsi verso di me notó anche l'altro posto libero. Mi lanció un'occhiata abbastanza preoccupata. Sapeva che, se mi fossi seduto vicino a Bella, sarebbe potuta essere l'ultima cosa che facevo. Sbuffó e si diresse verso il banco della Serpeverde mentre io lo ringraziavo mentalmente.
Mi avvicinai al tavolo della ragazza, che era proprio davanti a quello di Remus e Peter.
«Brutto lupo bastardo...»ammiccai mentre mi sedevo vicino alla perfettina e lui alzava gli occhi dal libro.
«Se mi avessi svegliato ora James non sarebbe laggiù, con i Serpeverde!»esclamai più che infuriato. Non avrei mai lasciato James in una situazione del genere, ma era mia cugina, e in più una pazza che mi odiava.
«Signor Black faccia attenzione»mi sgridó Lumacorno attirando la mia attenzione. Mi voltai e distesi le gambe sbuffando sonoramente.
«Allora il lavoro di oggi si svolgerà a coppie, come avrete notato. Dovrete preparare la pozione d'amore o meglio chiamata Amortentia. Chi sa dirmi cos...si signorina Evans»disse indicando la ragazza al mio fianco che aveva alzato la mano subito dopo aver sentito "chi".
«L'Amortentia è la pozione d'amore più potente che esista, ed è anche molto pericolosa. Annusando il suo contenuto, ti fa sentire tutto quello che ti attrae.»spiegó velocemente sistemandosi i capelli dietro le orecchie, fiera della risposta che aveva appena dato.
«Molto bene, molto bene, dieci punti a Grifondoro. Detto questo, iniziate!»annunció.
Perfetto, che si scateni l'inferno.
Io, ero una perfetta frana a pozioni. La Evans, invece, era un genio. Coppia eccellente. Eccellente per me, dato che, in questo modo, avrebbe lavorato solo lei mentre io avrei fatto tutto quello che volevo.
«Black vuoi stare tutto il giorno a fissare il calderone vuoto, come la tua testa, o mi vuoi degnare del tuo "aiuto"?»mi chiese ironica tirando fuori tutti gli ingredienti dalla sua sacca verde.
«Non credo tu abbia bisogno del mio aiuto, Evans.»le risposi passando una mano tra i miei capelli folti e neri. Insomma, era un genio, sapeva preparare le pozioni, era un prefetto perfetto e voleva il mio aiuto nel fare questa? Davvero?
«Lo so perfettamente che sono in grado di svolgere questo compito da sola, grazie del complimento Black, ma si da il caso che abbiamo solo un'ora a disposizione e se devo fare tutto da sola ti beccherai il tuo ennesimo Troll»mi tenne testa. Era una delle poche in tutta la scuola che sapeva tenermi testa, insieme alla Mckinnon, alla Prewett, alla Vance e alla McDonald, insomma tutte le sue amichette. E questa cosa mi dava alquanto fastidio. Io ero Sirius Black. Un Black, caspita! I Black incutevano timore e non erano mica i soggetti degli scherzi che queste cinque organizzavano per ribellarsi ai nostri.
«E va bene. Allora io che devo fare?»le chiesi sbattendo un piede a terra e mettendomi dritto sullo schienale.
«Per il momento taglia queste»mi passó dei...beh non sapevo bene cosa fossero quegli affari ma era meglio fare come il boss diceva o sarebbero stati guai.
Mi diede molte cose da svolgere nella lezione. Tagliare, schiacciare, sgretolare, mescolare, e bla bla bla. Tutte cose che per lei erano interessanti e affascinanti e per me si potevano raggruppare con una parola sola: noia. E in quel caso era pura noia.
«Ok Black, abbiamo finito.»disse una volta che la pozione divenne di un magenta quasi rosso. Mi sporsi in avanti e annusai. Il mio fiuto canino mi permise di sentire molte cose di tutta la stanza ed era quasi impossibile capire quello che c'era lì dentro.
«Tu cosa senti Evans?»domandai vedendola sbiancare per un momento.
«Io emh...»era visibilmente in imbarazzo. Me ne accorsi dal suo rossore delle guance e dal modo in cui si scrocchiava le dita di continuo.
«Bene ragazzi! Ora a turno mi direte cosa sentite! Iniziamo. Minus, tu cosa senti?»chiese al mio amico che nel momento in cui venne chiamato alzó la testa imbarazzato.
«Io sento, caramelle alla fragola, metallo e cannella»disse semplicemente.
«Bene e lei signor Lupin?»si rivolse a Remus cambiando direzione con il suo sguardo da tricheco eccitato.
«Io sento cioccolata calda, foglie di pino e stoffa antica»specificó e dalle ultime due cose si poteva capire che si riferivano alla foresta proebita e ai divani della Stamberga Strillante.
«Signor Potter?»disse rivolto al mio migliore amico.
«Io profumo di rose, balsamo alla vaniglia e carta scritta»spiegó annusando il calderone. Era chiaro che quello fosse l'odore della Evans.
«Molto bene. Signor Black?»disse e mi guardó.
«Io beh, molti odori»risposi. Alla fine era la verità.
«Puó essere più specifico?»ribattè l'ornitorinco, perchè ci assomigliava veramente. E la cosa bella era che questo non era nemmeno il nome peggiore che gli avevano assegnato.
«Beh, sento l'odore della camomilla e di emh, balsamo alle more mischiato a quello del limone...è possibile professore?»chiesi guardandolo.
«Questo è un'odore specifico signor Black, sicuramente è attratto da qualche ragazza!»e si mise a ridere, una risata grassoccia e pesante.
«E lei signorina Evans?»chiese ulteriormente, prima che suonasse la campanella della fine dell'ora.
«Io sento erba fresca, legno di manico di scopa e, so che puó sembrare molto strano ma sento l'odore del vento la mattina, l'odore dell'aria fresca»spiegó gesticolando mentre James pendeva dalle sue labbra a bocca aperta.
«Bene bene. Ora ripulite tutta l'aula, senza bacchetta»ordinó mentre si accomodó sulla sua sedia. Mi stupivo sempre di più vedendo che ci entrava e che la sedia non si sfracellava.
«Ti rendi conto che hai sentito l'odore di James?»chiedo alla Evans appena si alza.
«E tu che hai sentito l'odore di Marlene»mi risponde mentre svuota il calderone.
«Ma cosa ti inventi!»gli grido in risposta. Come puó pensare che mi piaccia Marlene? A me! Bah, cazzata più grande di questa non esiste!
«Anche tu inventi cavolate. A me non piace e non mi piacerà mai Potter, diamine!»gridó buttando a terra un mestolo.
«E prima Alice, poi Emmeline, Mary, Marlene e ora anche tu! Non è possibile! Perchè credete che io e Potter dovremmo stare insieme?! Io lo odio diamine!»urló uscendo dalla stanza. James teneva lo sguardo basso mentre Remus era uscito dalla stanza per andare a cercarla. Lui e la Evans erano molto amici quindi era un ottimo modo per implorare il perdono attraverso qualcun'altro.
«James...»sussurrai. Non volevo che ci fosse rimasto male. Sapevo che lui credeva che la Evans fosse solo una scommessa e lo diceva per sembrare duro. Ma era chiaro che a lui lei piaceva e anche molto. E quando sarebbe stato pronto ad ammetterlo io ci sarei stato, ma se ora sarà arrabbiato con me non so se si confiderà mai con me.
«Eih Sirius è tutto ok. Tutta colpa dell'Amortentia, cadrà ai miei piedi»

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