1

173 9 0
                                    

Il grosso ascensore non voleva fermarsi.
Scalciavo,lanciavo pedate e pugni alle grate fredde del grosso ascensore cercando in qualche modo di fermarlo.
Che idiota che ero!
La Radura mi ha cambiata,inutile dirlo,forse in meglio,forse in peggio,chi lo sa?!
Nessuno può sapere come o cosa eravamo prima di incontrare quelle stupide grate fredde che procedevano a corsa verso una nuova vita,una nuova me.
Continuavo a tirare calci,a dimenarmi,ma quel coso non ne voleva sapere di fermarsi.
Ormai non c'era più la possibilità di fermare il grosso ascensore quindi mi fermai e mi rannicchiai in un angolo.
Le grate fredde mi inumidivano la schiena,ero stanca ma non volevo dormire,non volevo farmi vedere debole da nessuno,non volevo dare la minima opportunità a chi mi avesse rinchiuso lì dentro di farmi qualunque cosa.
Non ricordavo niente,né il mio nome,né la mia età,né chi fosse mio fratello perché io un fratello ce  l'avevo.
Questa era una delle poche cose che mi ricordavo della mia vita,non ricordavo il suo nome,non ricordavo come fosse fatto ma ricordavo di avere un fratello.
Mi ricordavo che i bambini andavano a scuola la mattina,che le strade di tutto il mondo brulicavano di esseri umani e animali,ricordavo un sacco di cose della vita,ma non ricordavo di averle vissute,non ricordavo di aver provato quelle sensazioni sulla mia pelle.

Sembravano passati giorni,addirittura settimane dentro quel grosso ascensore.
Poi finalmente quelle sirene assordanti,quel suono così fastidioso ma così rassicurante in fondo in fondo,fecero tremare l'aria del grosso ascensore.
Le sirene continuavano a suonare sensa sosta,poi due porte sopra di me si aprirono.
Una ventina o più di occhi attoniti mi fissavano senza battere ciglio.
Erano tutti ragazzi, più o meno grandi  come me a occhio e croce,tutti apparte uno che dimostrava dodici anni al massimo.
Aveva gli occhi marroni,le lentiggini e i capelli ricci,era basso e grassottello.
I ragazzi continuavano a fissarmi come se non avessero mai visto una ragazza in vita loro finché uno di loro ,alto e con tratti asiatici fece un balzo e atterrò in ginocchio davanti a me,mi tese la mano e io la accettai,senza nemmeno pensarci due volte.
Cercò di prendermi in braccio per aiutarmi <<Guarda che ce la faccio benissimo da sola a uscire da lì>>gli sbottai in faccia.
Uscì fuori e una botta d'aria fresca mi  circondò e un venticello leggero mi scompigliò i capelli legati in una treccia lunga e mossa,la presi tra le mani e comiciai a giocherellare con i miei capelli neri.
Eravamo solo io,il vento e i miei pensieri.
Poi qualcosa mi colpì alla nuca,caddi a terra e poi un mal di testa incredibile prese a pulsarmi nel cervello.
Ricordo solo il ragazzo con i tratti asiatici che mi prendeva in braccio e mi portava verso un casolare in legno.
Poi il buio,il buio totale.

I'm not a Hero,I'm Survivor||Maze Runner||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora