26.

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26) I love my life!

Era passato un mese dalla morte di Paul, e nonostante tutto fosse apparentemente finito, le nostre vite stavano procedendo esattamente uguali al mese scorso. Sembrava che niente fosse cambiato, anche se in realtà.. molte cose avevano preso una piega diversa.

Ian, superato il turbamento iniziale, aveva continuato ad essere il "capo" dei Bloods, cercando di mettere fine una volta per tutte al traffico di droga, che grazie alla morte dei Crips era notevolmente diminuito, ma non ancora del tutto cessato.

Harold e Jason si erano uniti a Nate che aveva deciso di accoglierli negli Unions a patto che dimenticassero tutto quello che Paul gli aveva insegnato. Avevano resettato tutto ed erano ripartiti da zero, cercando di farsi ben volere dai nuovi compagni di squadra. E soprattutto cercando di non creare scompiglio nella nuova atmosfera quasi irreale che si era creata ultimamente.

Jared era apparentemente scomparso. Nessuno, compresi i suoi ex compagni, aveva sue notizie. C'era chi diceva che stanco della sua vecchia vita fosse partito per chissà dove alla ricerca di un po' di pace e tranquillità. Sinceramente credo che ovunque vada, non smetterà mai di pensare alle cazzate che ha fatto, ma spero per lui che possa buttarsi alle spalle il passato, proprio come sono riuscita a fare io.

I Bloods erano, se possibile, ancora più pazzi di prima. Anche se la morte di Paul aveva dato un bello scossone alla malavita neworkese, c'erano sempre altri componenti delle altre bande che ogni tanto facevano dei colpi di testa per prendere il comando, che ovviamente era solo ed esclusivamente dei Bloods.

Il mio rapporto con Ian Sunders andava a meraviglia, specialmente da quando avevo ricevuto una visita qualche settimana fa che mi aveva ridato la felicità. Oddio non che fossi particolarmente intimorita da lei. Ormai avevo capito che ero l'unica per Ian, ma sapere che la sua presenza non è più qui, mi faceva comunque tirare un piccolo respiro di sollievo.

Ricordo ancora quasi tremate la nostra ultima chiacchierata. Quella ragazza aveva bisogno di aiuto. Seriemente.

*due settimane prima*

Aprì lentamente la porta; non ero ancora del tutto sicura di potermi fidare di lei quindi, meglio essere prudenti.

Me la trovai davanti completamente trasformata. Aveva delle occhiaie pensanti e nere e lo sguardo perso nel vuoto. Già vuoto. Come il suo cuore credo. Dopo la morte di Paul nessuno l'aveva più vista se non a casa di lui. Si era rifugiata li, in un mondo ovattato che le impedisse di pensare a quello che aveva perso. Sapevo che una volta Ian era andato da lei, ma non aveva ottenuto risposte, anzi, non le aveva nemmeno aperto il cancello di ferro battuto. Era a pezzi e vederla adesso, in questo stato, ne era la prova lampante. Kate era praticamente fuori gioco. In tutti i sensi.

La vidi alzare leggermente la testa verso la mia direzione e lasciò che per qualche secondo i nostri occhi si incontrassero. Era bianca. Troppo bianca per una persona in salute. Probabilmente se non si fosse curata in qualche modo avrebbe anche rischiato seriamente qualche malattia. Ero preoccupata per lei? Perché? Non era affare mio quello che faceva della sua vita. Non mi importava sinceramente un bel niente se aveva deciso di lasciarsi morire, ma ci tenevo a Ian e sapevo che se lei fosse morta lui ne avrebbe sofferto, quindi le tesi la mano con la speranza che almeno questa volta l'accettasse.

Mi fissò altri dieci secondi buoni, poi fece qualcosa che mi lasciò completamente senza parole, e anche senza fiato. Mi abbracciò e lasciò cadere il borsone che teneva nella mano destra, e di cui solo adesso mi ero accorta. Perchè aveva un borsone? Voleva forse lasciare la città? Presa alla sprovvista ricambiai un po' impacciata l'abbraccio.

Don't call me a Lolita {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora