Una notte indimenticabile

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E' la notte del 13 luglio 1789, le guardie circondano Parigi, sono tutti pronti per dare il via ad una vera rivoluzione, tranne Oscar che ora è seduta sui gradini di una chiesa e piange.

-Comandante la lascio sola.

-Grazie Alain

Oscar non alzò lo sguardo mentre rispondeva al soldato che le fece il saluto e con pochi passi si allontanò.

Le voci in lontananza degli altri soldati la facevano arrabbiare ancora di più, critiche, commenti, le veniva voglia di urlare e dir loro di smettere di dire stupidagini, perché erano quello, frustranti e fastidiose falsità.

-Cos'ha?

-E' molto scossa, era comunque il suo uomo.

-E un nostro amico...

"Il mio uomo...Il mio uomo...Andrè. Mi abbandoni Andrè?! Dobbiamo sposarci Andrè..."

L'urlo pieno di dolore che Oscar tratteneva nel pensare al nome del suo amato era trattenuto dalle lacrime  tanto veloci da farle bruciare le guance e dalla gola fredda tanto da non riuscire ad emettere suoni, nemmeno singhiozzi.

"Oscar non c'è niente di meglio di una bella cavalcata quando hai dei pensieri"

Le parole di Andrè le rimbombarono in mente, come note in un'orchestra.

Si alzò con uno scatto e con passi fragili e tristi raggiunse Cesar, sempre pronto ad accoglierla.

Dopo pochi istanti passati a fissare la sella, la rabbia invadè il suo corpo e partì al galoppo intenta a scappare dal mondo, trovare un'uscita che la portasse in un luogo tranquillo, felice e sereno.

Cavalcò come una furia per scacciare quei pensieri, provò in ogni modo di pensare ad altro, a guardare i dettagli intorno a lei che sfocati dalle lacrime e dal vento le passavano accanto. Poco dopo degli uomini la costrinsero a fermarsi, facevano parte dei soldati nemici.

Oscar era troppo stanca per combattere.

Neppure sentiva le loro voci che le ordinavano di fermarsi. Sentiva solo un fischio e vedeva solo ombre.

-Ha detto fermo!

Uno sparo e un tonfo improvvisi, Cesar cadde a terra morto.

In quell'attimo Oscar vide i suoi ricordi svanire e la rabbia le ribbollì nelle vene, negli occhi e nelle tempie. Sentí il cuore battere nelle braccia.

Sguainò la spada e alimentò quella rabbia con pensieri che, in breve tempo, le invaderono la mente.

"Voi! Avete ammazzato il mio Andrè."

Piangeva.

"Avete distrutto i miei ricordi"

Colpiva sempre più forte.

"E ora, volete distruggere un POPOLO!"

Si lanciò prima contro uno disarmandolo, poi un altro, finchè non rimase sola.

Lasciò la spada, fece due passi esitanti e cadde accanto al suo cavallo bianco.

Lacrime, poi parole.

-Anche tu...non...

Oscar iniziò a tossire.

Si alzò lentamente e sussurrò

-Addio mio destriero bianco.

Riprese a camminare, ma sta volta, verso casa.

Continua...




Così doveva andare...- Lady OscarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora