2.1

6.1K 237 26
                                    

Dopo quella conversazione io e Kevin, non ci rivolgemmo più la parola.
Ero rimasta al tavolo da sola ed ogni tanto buttavo giù qualche bicchierino di cosa, però non lo sapevo nemmeno io.

Da lontano, vedevo lui come si divertiva. Lo scrutai attentamente. Indossava un paio di jeans a cavallo basso, neri. Una camicia bianca, con i primi bottoni aperti, e un paio di nike dello stesso colore dei pantaloni.

Rideva con una ragazza.
Spostai l'occhio verso la tipa accanto al moro e la riconobbi subito.
Joanna.
Nel vedere come lei ci provava con lui e quest'ultimo stava anche al gioco, mi fece ridere.
Lei una troia di prima categoria e lui solo perché era stato rifiutato si stava già buttando tra le braccia di un'altra.
Poveri illusi tutti e due.

Visto che mi stavo annoiando decisi di andare fuori.
Avevo voglia di sigaretta, era un brutto vizio che avevo preso da svariati anni.
Presi una sigaretta dal pacchetto di Aleeshya, e uscii fuori dalla porta del retro.

Immediatamente mi maledii mentalmente per non aver preso un giacchetto, c'era un leggero freddo al quanto fastidioso.

Non riuscivo neanche ad accendere la sigaretta, quando sentii delle mani sfiorarmi le spalle.
Mi voltai.
Era Kevin, che mi aveva poggiato la sua giacca.
Subito dopo, prese la sigaretta che avevo tra le mani, e se la portò tra le labbra.
Dopo due, tre tentativi riuscii ad accenderla.
Mentre dei cerchi di fumo uscivano dalle sue labbra, io lo guardavo imbambolata.

Aveva un'aria da stronzo, ma dannato irresistibile. Era veramente bello.

-Tieni.
Mi disse, passandomi la sigaretta.

-Grazie.
Mormarai per poi portare la sigaretta tra le mie labbra e fare il primo tiro.

-A quanti anni hai iniziato a fumare? mi chiese mentre calciava qualche sassolino.

-14, tu?

-15. Perché?

-Quando è morto mio padre, non sapevo davvero come uscirne e lui fumava. Così un giorno ho voluto provare e in qualche modo è come se fumando, abbia un contatto indiretto con lui.
Tu, perché?

-Quando i miei hanno divorziato, è stato un duro colpo. Ero troppo legato a mia madre, ma lei non amava più mio padre.
Mi trattavano come un pacco, mi sballottolavano un po', un giorno da mio padre e l'altro da mia madre. Poi con il fidanzato di mamma, non andavo d'accordo, anzi mi stava sul cazzo in una maniera assurda.
Ero davvero arrabbiato, e mi sentivo abbandonato così una sera tra amici, mi hanno detto "prova, vedrai ti rilassi" un po' per gioco, un po' per i miei, ho iniziato e poi non ho smesso.

Buttai la sigaretta a terra e la calpestai.
Mi voltai distrattamente, tanto da andar a sbattere contro il petto del moro che in maniera silenziosa si era posto alle mie spalle.

Posò delicatamente le sue mani, sulla mia vita in una presa ferrea, ma non troppo e con una leggera spinta mi avvicinò al suo corpo.
Nel frattempo io non stavo capendo nulla, mi trovai direttamente con le mani sul suo petto.
Pian piano il suo volto si avvicinava sempre più al mio.
Il suo alito sapeva di tabacco, menta e sapore di qualche alcool che aveva bevuto in precedenza.
Mi inebriò le narici, e rimasi ammaliata dal suo forte profumo.
Improvvisamente le sue labbra si posarono sulle mie, di conseguenza le mie mani si allacciarono al suo collo, mentre lui premeva il mio corpo sempre più contro il suo.







Instagram Chat #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora