•compleanno•

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"Era mezzanotte precisa e il telefono squillò.
Un messaggio.
"Buon compleanno"
"Grazie"
"Stasera ti ho vista con lui, state festeggiando?"
"No" risposi di getto, senza pensare.
"È successo qualcosa?"
"No, sono a casa. Ma a te che importa?"
Non capivo. Perché si interessava alla mia relazione? Perché era tornato dopo mesi?
"Lo sai che mi importa. Ha dimenticato il tuo compleanno e sei tornata? Ti ha fatto restare male?"
"Nulla di tutto ciò."
"E allora?"
"Stavo poco bene" mentii.
Volevo capire dove volesse arrivare.
"Sai che non ci credo"
"E non crederci"
"Che ti succede? Non sei mai stata così scontrosa"
"La gente cambia"
"Non tu. Tu non sei la gente"
Ecco perché mi innamorai di lui, tempo fa.
Perché lui mi considerava diversa, speciale, o almeno mi faceva sentire così.
Mi innamorai di lui perché era riuscito a togliere fuori il meglio di me, perché vedeva come ero realmente, e mi accettava.
"Perché mi hai scritto?"
"Ricordi lo scorso anno? A mezzanotte, precisa, ti baciai.
Eri la mia ragazza e ti portai a guardare le stelle, so quanto ti piaccia guardarle da lontano e voler avere la loro bellezza, ma tu sei più bella.
Ecco perché ti ho scritto, perché vorrei portarti a fare ciò che ti piace e guardarti mentre sorridi, mentre sei felice"
Non risposi subito.
Mi mancava così tanto e una lacrime rigò la guancia destra.
Avrei voluto essere lì con lui, tra le sue braccia.
Perché stavo con un ragazzo che non amavo?
Volevo dimenticarmi di lui, ma fingere di amare qualcuno non è una bella cosa.
Mi facevo così schifo in quel momento.
"Ora sto con Simone, mi dispiace.
Hai avuto la tua occasione"
"Tu non sei felice con lui"
"Chi sei tu per dirlo?"
"Ti vedo. Non sorridi mai quando sei con lui"
"Non sorrido sempre"
"Con me lo facevi"
Aveva ragione.
Quando ero con lui, quando mi baciava, mi stringeva o semplicemente mi guardava, io sorridevo.
Lui mi faceva stare così bene.
"Smettila"
"Preparati, tra dieci minuti passo a prenderti"
"No, sei pazzo"
"È una serata importante e devi festeggiare. Se lui ha deciso di lasciarti sola, allora ti renderò felice io"
"Ok..."
Ero così confusa.
Lo amavo ancora e aveva ragione.
Simone mi aveva lasciata sola mentre lui era lì.
Perché stavo con uno che non mi amava?
Forse non ero l'unica a fingere dei sentimenti.
Mi tolsi il pigiama ed indossai lo stesso vestito del compleanno scorso.
"Sono sotto, scendi"
Aprii la porta e notai che anche lui aveva gli stessi vestiti del compleanno passato.
Si avvicinò e mi porse una margherita.
"È il tuo fiore preferito, vero?"
Annuii.
Mi portò a guardare le stelle ed ero felice.
Non pensai a ciò che accadde fra di noi: i litigi, la fine della nostra relazione, mesi di silenzio, la tristezza e la rabbia svanirono.
C'eravamo solo io e il ragazzo che amavo davvero.
Cosa mi importava del resto?
Lui mi guardava e io guardavo l'infinita bellezza che rivestiva il cielo notturno.
Mi prese la mano e i nostri sguardi si incrociarono.
Sorrise.
Sorrisi.
"Stanotte c'è così tanta bellezza lassù"
"Ce ne è di più al mio fianco"
Sorrisi."

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