Blanche era una insicura fisicamente. Non si sentiva bella, non si vedeva bella. Ma soprattutto non le piaceva il suo corpo. Cosciamente sapeva di non essere brutta. Riceveva complimenti che però non sentiva. Anzi, i complimenti la rendevano acida, nervosa. Non si fidava
di chi le faceva complimenti. Non credeva nella sincerità di chi le faceva dei complimenti.
Per questo non aveva mai fatto pace col suo corpo.Aveva scoperto sè stessa attraverso lo sguardo di Bob.
Non si dava delle risposte al perchè si era fidata immediatamente di quell'uomo. Però tanto era successo.
Con tanta pazienza Bob le aveva dimostrato il suo interesse, aveva conquistato la sua fiducia, l'aveva ascoltata e l'aveva accolta.Lui la guardava come se intorno non esistesse altro. Le aveva insegnato a guardare il suo corpo in maniera diversa. Le aveva insegnato ad amarsi.
Quando facevano l'amore, le diceva quanto gli piacesse il suo corpo e di quanto fosse bello. E glielo diceva con le parole, ma ancor di più glielo diceva con le carezze, con i baci, con gli sguardi e con i sorrisi maliziosi.
E Blanche si sentiva bella, si vedeva bella, aveva imparato ad amare ogni imperfezione del suo corpo. E non aveva più bisogno di nessuna rassicurazione sul suo corpo.Avevano trascorso tutta la mattina a fare l'amore, "in tutti i luoghi ed in tutti i laghi", in un connubio di amore, sesso, passione ed erotismo. Uscirono poco prima delle tredici per andare a pranzo in una piccola trattoria dove facevano pausa pranzo gli impiegati.
Mangiarono, risero, parlarono, e si provocarono a vicenda. Come facevano sempre.
Finito di pranzare decisero di prendere un caffè in un bar e presero l'auto per fare un giro.
In macchina con la radio accessa, Blanche si lasciò rilassare contro lo schienale dell'auto e mentre Bob guidava, lei teneva le loro mani intrecciate sul cambio. Ogni tanto voltava lo sguardo e lo trovava a guardarla di sottocchio e sorriderle.
Fu in quel momento che alla radio partì una vecchia canzone di Concato che Blanche amava molto e cominciò a cantarla, seguita da Bob. La cosa la sorprese: non ne avevano mai parlato ed in quel momento sentì quella canzone come la loro canzone.
Ma le sorprese non erano terminate e la felicità di quel momento le si sarebbe ritorta contro.
"La versione di questa canzone cantata con Josè Feliciano era in una musicassetta che mi regalò Lola anni fa!".La mano di Blanche si sciolse lentamente dalle dita di Bob e torno sul suo grembo. Il silenzio scese tra loro. Ed il sorriso con cui Bob le aveva fatto quell'ammissione, si sciolse sul suo viso.
Tornarono in stanza, e malgrado il gelo per ciò che le aveva detto, non potè fermare la passione che scoppiò di nuovo tra di loro e fecero di nuovo l'amore.Blanche era stesa accanto a Bob che dopo l'amplesso la teneva abbracciata sul suo petto, mentre con gli occhi chiusi si godeva quell'attimo di benessere che ne seguiva. Lei ripensò a quella donna di cui le aveva parlato che anni prima aveva amato senza veder coronato quell'amore. Gliene aveva parlato con molta intensità e lei ancora ricordava come già una nota di gelosia le aveva attanagliato il cuore. Aveva sempre pensato che quella donna sarebbe stata il fantasma di cui non si sarebbe mai liberata. La sua insicurezza la portava a pensare che non sarebbe mai riuscita ad eguagliare e men che mai superare quell'amore.
"Non avresti dovuto permettermi di cantare quella canzone! Avresti dovuto fermarmi!".
Bob la strinse più forte e si affacciò a guardarla serio.
"Perchè mai?" le chiese lui con espressione accigliata.
Blanche si staccò da lui e si mise a sedere sul letto. Era irritata perchè non riusciva ad accettare che lui non capisse il suo malumore.
"E' la vostra canzone! Mi sono sentita un'intrusa!"
Anche lui si rabbuiò; si mise a sedere a sua volta dandole le spalle e con la testa china.
"Non è la nostra canzone! E' una canzone che è in una musicassetta, insieme ad altre canzoni. Ci ho ripensato solo oggi ascoltandola alla radio con te!".
Blanche era un trattore che asfalta ogni cosa quando si sentiva ferita.
"Quindi esiste ancora? Quella cassetta l'hai conservata!".
Accadde tutto velocemente senza che Blanche potesse fare nulla. Bob si alzò dal letto prese la sua borsa di lavoro e ne estrasse la cassetta: "E' da sempre sepolta qui dentro e mi ci hai fatto pensare tu!". Bob aprì la custodia prese la cassetta e srotolò fuori il nastro. Poi avvolse il nastro sulla cassetta e la gettò via.
Blanche sgranò gli occhi e pronunciò un "no" straziato in gola. Bob le sedette di fronte e la guardò sorridendo.
"Perdonami!" gli disse lei. Sentiva tutta la colpa di averlo costretto,con le sue paranoie e le sue insicurezze, a rinunciare ad un ricordo.
"Per cosa esattamente dovrei perdonarti?" le chiese ancora con un sorriso dolce che incurvava le sue labbra.
Lei abbassò lo sguardo sulle mani che stava torturandosi: "Perchè sono sempre una rompicoglioni colossale! Perchè ti ho talmente ossessionato da costringerti a rinunciare ad un ricordo!".
Bob le prese le mani nelle sue e le diede un bacio sulla fronte: "I ricordi non vanno via. Ho solo gettato via un orpello che stava lì dimenticato. Il passato è passato! Invece il presente sta qui davanti ad i miei occhi e non mi dispiace affatto guardarlo!".
Lei alzò gli occhi e chiese a sè stessa cosa avesse fatto di buono nella vita per meritare di incontrare quell'uomo.