Capitolo 7

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Come previsto da Connor, arriviamo al paese di Gryf in tarda serata.

《Eccoci qui...》mormoro, smontando dal taxi che ci ha accompagnato fin qui.

Mentre Connor recupera il mio zaino e la sua borsa dal portabagagli, provo a fare qualche domanda all'autista, un uomo attempato, con capelli radi ed occhi piccoli e scuri.

《Per caso, sa dirci qualcosa su questa cittadina?》gli chiedo, allungandogli i soldi per la corsa più una cospicua mancia.

L'uomo mi guarda, scocca un'occhiata anche a Connor, ancora alle prese con le nostre borse e poi, finalmente, mi risponde.

《Se me lo chiede vuol dire che non conosce le storie che circolano su questo posto...》mi risponde lui, guardando in giro, come se si aspettasse che sbuchi qualcuno dalle ombre.《Nella foresta vicino al paese vive un mostro che divora gli incauti che si avventurano all'interno...》La voce dell'uomo è diventata un sussurro roco e spaventoso, tanto da farmi venire la pelle d'oca.

《Un m-mostro?》ripete Connor, con voce tremante, comparendo al mio fianco.

Con il mio zaino sulla schiena e la sua borsa a tracolla, sembra un esploratore. Peccato che il suo volto terrorizzato rovini l'effetto.

《Non esistono i mostri》ribatto io alle parole dell'autista.

《Convinta lei...》L'uomo non si fa impressionare dal mio tono sicuro e scrolla le spalle in maniera strana, a causa della cintura di sicurezza allacciata.《Ma se fossi in voi andrei nella foresta quando il sole è alto nel cielo...》

Detto questo, ingrana la marcia e sgomma via a tutta velocità come se avesse davvero un mostro alle calcagna.

《Bene...》commento, abbracciando il paese con lo sguardo.《Vogliamo andare?》domando al mio accompagnatore, avviandomi verso il centro addormentato.

《In albergo?》chiede speranzoso Connor, passandomi lo zaino.

《Certo che no!》gli rispondo secca.《Dobbiamo iniziare subito le ricerche!》

《Ma... Ma... E il mostro?》balbetta, impaurito il mio studente, scoccando una breve occhiata alla lugubre foresta che circonda Gryf.

Alzo gli occhi al cielo senza commentare ulteriormente mentre, con una mano, frugo all'interno dello zaino in cerca della fotografia che mi sono portata appresso.

Allora...

La spiego davanti agli occhi e, alternando lo sguardo fra lei ed il paese, cerco di ritrovare il punto da dove può essere stata scattata, camminando un po' a casaccio, sperando che Connor mi segua.

Gryf si rivela essere una piccola cittadina in pietra, direttamente uscita dal Medioevo; le case hanno muri possenti, fatti per durare, mentre tetti e porte sono di un curioso color turchese.

Mi sembra quasi di trovarmi in una bolla fuori dal tempo, se non fosse per quelle piccole telecamere fuori dal municipio e da quello che riconosco come un minuscolo ufficio postale.

Ma questo...

《Connor!!》lo chiamo, cercando di contenere il mio crescente entusiasmo.《È questo il posto, vero?》gli chiedo in tono concitato, fremendo aspettando una sua risposta.

《Direi di sì...》mormora, scrutando i dintorni.

Fortunatamente la luna piena illumina il luogo, aiutandoci nella nostra ricerca.

《Cerchiamo qualche traccia...》gli ordino, prendendo la torcia dallo zaino e puntandola a terra.

Non sono a caccia d'impronte, anche perché difficilmente ne troverei sul pietrisco, bensì di qualsiasi traccia possa farmi dire "Kevin è stato qui!".

《Ehm... Prof...》mi chiama Connor con voce titubante.

Mi volto e lo trovo accovacciato a terra col cellulare puntato su una pietra, scura, di medie dimensioni; lo raggiungo in fretta, ansiosa di sapere cos'ha trovato.

《Guardi qui》mi ordina, grattando la superficie della pietra con l'unghia dell'indice.《Non vorrei dirglielo, ma... A me sembra sangue...》

Anche ai miei occhi quella piccola chiazza scura pare sangue, ma...

Chiudi gli occhi un momento, cercando di non farmi sopraffare dall'angoscia: il cuore batte furioso mentre il respiro inizia ad uscire a piccola rantoli.

L'inizio di un attacco di panico...

Resisti, Liv...

Non puoi mollare proprio ora...

Lentamente e con fatica, riesco a rimettere in carreggiata pensieri ed emozioni: devo trattare questa ricerca come uno dei miei numerosi studi.

È l'unico modo per non crollare.

《Non...》M'inumidisco le labbra prima di continuare.《Non possiamo saperlo con certezza... Magari è di un bambino che si è fatto male cadendo...》

Ipotesi verosimile, certo, ma a cui io non credo minimamente.

Non so perché.

So solo che quello è il sangue di Kevin.

Con la torcia perlustro la zona e trovo altre chiazze scure, come se il ferito stesse correndo mentre sanguinava.

《Puntano in quella direzione》informo Connor, ancora accovacciato a terra. Le tracce conducono nella foresta di Gryf, ovviamente.《Vieni! Dobbiamo seguirle!》

Inizio a camminare verso quella lugubre chiazza d'oscurità quando mi accorgo che Connor non è più al mio fianco.

Mi giro e lo trovo aggrappato al suo cellulare che fissa con disappunto la foresta che si estende di fronte a noi.

《Che c'è?》gli chiedo perplessa.

Davvero.

Ogni tanto non lo capisco proprio.

《Vuole davvero avventurarsi in una foresta piena di mostri?!》mi domanda Connor, avvicinandosi a passi lenti e misurati.《Si rende conto che potremmo...》Non finisce la frase, ma si porta il pollice alla gola mimando uno sgozzamento.

《Il tuo ottimismo mi contagia.》La mia voce gronda sarcasmo mentre lo prendo sottobraccio e lo sprono a camminare più velocemente.《Lo sai bene anche tu che i mostri non esistono! Questo paesino sarà rimasto tagliato fuori dalla civiltà così a lungo che il folklore ha preso il posto della razionalità...》

Continuo a parlare, sviando la sua attenzione, mentre ci inoltriamo nel profondo di quella foresta strana.

Ogni albero che riesco a scorgere ha il tronco piegato: una cosa bizzarra, indubbiamente, ma non ci sono tracce di esseri umani.

O mostri.

Confortante...

All'improvviso udiamo un tonfo, seguito da una specie di grugnito: un rumore animale.

Metto una mano sulla bocca di Connor, zittendolo, e con l'altra gli tocco le orecchie. Lui intuisce quello che gli voglio dire e si mette in ascolto.

Dopo poco meno di un minuto, punta il dito verso nord-est, accompagnando il gesto con un cenno del capo.

Tolgo la mano dalla sua bocca e la faccio scivolare lungo il suo braccio finché le nostre dita non s'intrecciano.

《Andiamo!》

Anomalie (disponibile e-book e cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora