Capitolo 5

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Teoricamente dovrei essere una persona calma e paziente, tenendo conto anche del lavoro che svolgo, ma in questo caso, dopo due ore e tre tazze di caffè, la mia pazienza si è volatilizzata.

Sto camminando avanti e indietro sul tappeto persiano, che ricopre buona parte del pavimento dello studio, da così tanto tempo che probabilmente lo sto consumando.

《Connor...》inizio in tono lamentoso.

Voglio delle risposte e le voglio subito.

《No, prof... I risultati non sono ancora pronti...》mi anticipa il ragazzo con voce stanca.《Appena scopro qualcosa glielo dico...》mi rassicura per la decima volta.

Lo guardo piccata, senza ribattere. Le mani di Connor volano sulla tastiera eppure i suoi programmi non hanno ancora dato i loro frutti.

Stai calma, Liv...

《Oh, questa è bella...》mormora lui, dopo qualche secondo. I suoi occhi corrono sullo schermo, studiando le immagini che nascondono tutte le risposte che desidero, ma non dice più nulla.

Io non resisto più: appoggio la tazza quasi vuota e lo raggiungo al computer, sistemandomi dietro la sua schiena.

Lo schermo è pieno di finestre aperte: una confronta il volto dell'uomo con una miriade di altri visi, un'altra cerca di definire i contorni dell'ombra che pare inseguire quello che io credo essere Kevin mentre un'altra ancora studia il resto, ossia il selciato, il cielo ed i pochi alberi che compaiono nella foto. Oltre a queste tre, Connor ne ha aperte almeno altre cinque o sei, ma sinceramente non saprei dire a che cosa gli servono.

《Allora... Hai scoperto qualcosa, vero?》gli chiedo, in tono pressante, posandogli una mano sulla spalla magra.

《Credo di sì...》mi risponde lui, con voce meditabonda, per poi chiudersi in un silenzio irritante.

Per un intero minuto, nella stanza si sentono solamente le sue dita che pestano i tasti come se ne andasse della sua vita; se non conoscessi Connor da anni, direi che è agitato, ma quel rumoroso modo di fare è sua prerogativa.

《Intendi dirmelo prima o poi, o no?》gli domando irritata, stringendogli la spalla in una morsa che spero che gli provochi dolore.

《Ahi, ahi, ahi...》si lamenta lui, cercando di sfuggire alla mia presa.

Non sono un tipo violento, non lo sono mai stato, ma sono davvero arrivata al limite.

Io DEVO avere quelle risposte.

《Sì, sì, sì... Ora le spiego tutto, ma mi lasci... La prego...》continua Connor, contorcendosi platealmente dal dolore.

Esagerato!

《Era così difficile?》sbuffo, lasciandolo libero, ma senza spostarmi.

Connor gira leggermente la testa per lanciarmi un'occhiataccia, ma so che non è arrabbiato con me.

Lui non si arrabbia mai.

《Allora...》inizia con un tono da professore universitario.《Come vede i miei programmi sono specializzati per decodificare alcuni dettagli specifici. L'unico che mi ha dato un risultato, fin'ora, è stato quello
ambientale...》

《Questo vuol dire che sai dov'è stata scattata la foto, giusto?》chiedo, dopo un secondo di riflessione.

Se davvero conosce il luogo, ho finalmente un punto di partenza per iniziare le ricerche.

Devo ritrovare Kevin.

《Beh... Sì...》mi risponde Connor, delineando i contorni di un alberi, che a me pare storto.《Lo vedo questo? Anche se non si direbbe -la qualità di questa foto lascia molto a desiderare- è un pino... Ma è un pino molto particolare: il suo tronco, infatti, ha un'angolazione di 90 gradi. Ora, già questo, ci aiuta a restringere il campo delle ricerche, ma il mio fantastico programma mi ha dato le coordinate geografiche che corrispondono a...》si zittisce all'improvviso, in una sorta di "quiete prima della tempesta", ma basta una mia occhiataccia per farlo riprendere a parlare.《Uff... Volevo creare un po' di suspense...》si lamenta Connor, come un bambino a cui hanno rotto il giocattolo preferito.

《Credo che bastino 4 anni...》ribatto, stizzita, sperando che si decida a svelarmi l'ubicazione di quegli strani pini prima che io lo uccida.

Non puoi farlo, Liv...

È un tuo studente...

《Sì, certo... M-mi scusi... Io
non...》balbetta, capendo di aver oltrepassato il limite, ma, sinceramente, non m'interessa. Quello che desidero sono solamente le risposte che può darmi.《Ad un paio di chilometri da Londra esiste un bosco, su cui circolano strane storie, costituito interamente da pini col tronco storto. È la foresta di Gryf. Ed è l'unico luogo al mondo in cui si possono trovare quei particolari alberi.》

Londra?

È così vicino...

《Ne... Ne sei sicuro?》chiedo a voce bassa, emozionata dalla scoperta.

Non posso credere che mio marito si trovi così vicino a me.

È una cosa...

Impensabile...

《Al 100%, prof!》mi risponde Connor in tono entusiasta.《Quando partiamo?》aggiunge, voltandosi verso di me.

Partiamo?

《No, no, no...》Alzo le mani e faccio un passo indietro, scuotendo la testa.《Io e te non andremo proprio da nessuna parte. Anzi, tu finirai la relazione mentre io andrò alla foresta di Gryf. Ti ringrazio dell'aiuto, ma non puoi venire con me》gli spiego in tono che non ammette repliche.

Per quanto io possa voler bene a Connor, non gli posso permette di accompagnarmi in un viaggio potenzialmente pericoloso.

《Che cosa?!》Dal suo tono capisco che il ragazzo non è per nulla contento della mia decisione, ma non cambierò idea.《Io devo venire con lei! Ci pensi... Potrei aiutarla! Proteggerla!》

Lo fisso un po' scettica; Connor è un bravo ragazzo, un genio quasi, ma...

《Tu mi proteggeresti?》gli domando, incrociando le braccia al petto.《Ma davvero? E da chi?》

《B-beh... Ecco...》farfuglia, arrossendo leggermente.《Non so da chi, ma da qualcuno sicuramente! Lei non andrà in quella foresta da sola! Anche perché...》Mi guarda con occhi colmi di divertimento.《Non sa dove si trovi di preciso ed il suo senso dell'orientamento lascia un po' a desiderare》aggiunge in tono soddisfatto, quasi gongolando.

Dannazione!

Connor ha toccato un nervo scoperto.

Piccola parentesi su di me: mi chiamo Olivia Baxter, Liv per amici e parenti, ed insegno all'università di Connor da quando mi sono sposata, ma non sono nata in Inghilterra bensì in Italia. Sono un'ottima paleontologa, tanto che ho supervisionato numerosi scavi in giro per il mondo; quando, però, Kevin mi propose di vivere in pianta stabile ad Oxford, accettai senza pensarci due volte, contenta di fermarmi in un luogo.

Però, nonostante tutto, non ho mai visitato l'Inghilterra, sempre impegnata come sono, quindi non so dove si trovi di preciso quella malefica foresta ed è verissimo che il mio senso dell'orientamento fa schifo.
Su questo Connor ha perfettamente ragione.

《Hai vinto...》brontolo, alzando le mani in segno di resa.《Puoi venire con me...》

Il volto di Connor si illumina di gioia immensa, mi aspetto quasi che scodinzoli dalla felicità.

So già che me ne pentirò...





Angolo dell'autrice:

Ciao, lettrici/lettori!
Sperando che la storia vi piaccia vi svelo una cosa...

La foresta di pini storti esiste veramente!

È costituita da circa 400 alberi col tronco piegato e si trova in Polonia, a Gryfino.

Per ovvi motivi, io l'ho "trasferita" in Inghilterra, a portata di mano della protagonista... 😁

Vi ho messo una foto ad inizio capitolo così vi fate un'idea 😉

Alla prossima! 🌟

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