ATTESA

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Loki si risvegliò disteso sul letto nella sua stanza. Si sedette e tentò di ricordare cos’ era successo prima di perdere i sensi. A si! Ora ricordava: appena il portale si era chiuso tutto aveva iniziato a farsi ovattato e sembrava che un’ enorme peso gli fosse caduto addosso, poi era svenuto.
Improvvisamente entrò Frigga e si mise a sedere accanto a lui sul letto.
 
- Come ti senti ?. Gli chiese.
 
- Meglio. Disse Loki dicendo una risposta che era metà tra la verità e la bugia: era vero che fisicamente si sentiva un po’ meglio, ma dentro al suo animo sembrava ci fosse una voragine. Un vuoto che solo una persona poteva colmare, una persona che non era lì ma su un’ altro mondo.
Frigga che ormai conosceva il carattere del figlio gli chiese- Sicuro ?. Loki la guardò e mentre le lacrime iniziavano a rigargli il viso scosse la testa e si strinse alla donna, la quale lo abbracciò forte a se.
 
- Mi manca madre…sigh…mi manca tantissimo- disse Loki tra un singhiozzo e l’ altro- è partito da poche ore e sembra che siano passati anni…sigh.
 
- Lo so figlio mio. Disse la donna. Loki alzò il volto, la guardò negli occhi e le chiese- Perché l’ amore fa tanto male ?.
 
- Perché è reale. Rispose Frigga per poi stringerlo di nuovo a se.
Passarono giorni, settimane, mesi. Loki ogni sera si sedeva davanti al balcone della sua stanza e osservava il portale nella speranza che si aprisse e di poter rivedere Thor. Ma ogni sera una delusione. A Frigga dispiaceva vedere suo figlio triste, così nell’ attesa decise insegnarli alcune cose su come occuparsi dei bambini. All’ inizio pensava che non avrebbe provato interesse per i suoi consigli, al contrario li trovò molto interssanti. Addirittura le chiedeva lui di darglieli.
Frigga e Loki trascorrevano molto tempo insieme e questo aiutò molto Loki a distrarsi da tutte le preoccupazioni che occupavano la sua mente.
Erano passati sette mesi da quando Thor era partito, e Loki iniziò a temere che il bambino sarebbe nato prima che Thor tornasse a casa. Era molto preoccupato, tentava di occupare la mente in tutti i modi possibili: studiava, leggeva. Aveva finito per leggere tutti i libri della biblioteca. A volte faceva delle lunghe passeggiate nel palazzo. Un giorno scoprì un giardino situato all’ interno della reggia, dove c’ erano alberi di ciliegio, fiori. Loki si sedette su una panchina appena sotto un albero ed improvvisamente un senso di pace e serenità lo avvolse. Quel luogo così strano gli trasmetteva un senso di tranquillità che fece sparire le preoccupazioni.
Improvvisamente il bimbo scalciò, e Loki sentendolo si portò una mano al ventre e disse- Tranquillo piccolo mio, papà tornerà presto vedrai.

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