What if: se Petra non fosse morta e avesse semplicemente perso la memoria
Era passato all'incirca un mese da quando aveva ripreso conoscenza, ma ancora brancolava nel buio: non riusciva a ricordare un singolo secondo della sua vita antecedente all'incidente, eccezion fatta per il suo nome.
Sospirò per l'ennesima volta, poggiando la schiena contro i ruvidi mattoni del muretto diroccato dietro al quale si era nascosta in cerca di un po'di pace: apprezzava che tutti i suoi compagni si stessero impegnando tanto per farle tornare la memoria, ma tutto si era rivelato inutile, e l'unico risultato che avevano ottenuto era stato quello di innervosire all'inverosimile la ragazza.
Socchiuse gli occhi, godendosi il fresco venticello che le scompigliava la corta chioma ramata, obbligandola a scostarsi dal viso le ciocche ribelli incessantemente.
Squadrò con lo sguardo dorato l'estesa campagna che le si parava dinnanzi, osservando ora due bambini di circa sette anni giocare a rincorrersi nel prato, ora le nuvole scivolare come navi nel blu del cielo, ora una farfalla alzatasi da un fiore poco distante.
L'unica cosa su cui evitava scrupolosamente di soffermarsi era l'imponente bosco che si stagliava poco lontano alla sua sinistra: era infatti da quando si era risvegliata che alla vista di una qualsiasi foresta cadeva in un violento attacco di panico e ci volevano ore per farla tornare alla realtà.
In quei frangenti la sua mente veniva pervasa dal cremisi del sangue e rivedeva in sequenza i visi contratti dal dolore di persone che non conosceva ma che tuttavia avevano un aspetto familiare poi, veloce come un fulmine, un'enorme figura femminile le spuntava davanti e avrebbe tanto voluto fuggire, ma rimaneva sempre paralizzata dagli occhi gelidi che la squadravano con una furia omicida.
L'ultimo flash che solitamente annunciava la fine di quella tortura straziante era la voce profonda di un uomo, completamente estranea dal contesto di morte in cui si trovava che le chiedeva di portargli del tè.
La cosa che le rincresceva era che non aveva ancora trovato nessuno con quel tono e stava iniziando a credere che fosse solo un personaggio ideato dalla sua mente per cercare un po'di sollievo nell'inferno in cui era costretta a restare.
Un tonfo alla sua destra le fece spalancare di scatto gli occhi e ciò che vide la confuse: un uomo non troppo alto, con i capelli corvini dal taglio militare e due profonde iridi plumbee si era seduto accanto a lei e ora la stava osservando senza lasciar trapelare la minima emozione.
«Mi scusi, ma lei chi è?» domandò ad un certo punto, sentendosi a disagio sotto lo sguardo penetrante dello sconosciuto, vedendo che non sembrava aver intenzione di proferire parola.
«Tch, e così la Quattrocchi aveva ragione...- sul suo volto si dipinse una velata espressione di dolore e Petra se ne domandò il motivo -Non ricordi proprio nulla? Nemmeno di me?»
Sentì una vampata di calore pervaderla nel sentire quella voce e scatenarsi nel suo cuore un qualcosa non ben definito, doloroso, ma al contempo confortante.
Nella sua mente i pensieri si fecero confusi e presero ad attorcigliarsi tra loro in un vortice talmente violento da farle quasi scoppiare la testa.
Senza che se ne accorgesse le lacrime iniziarono a rotolarle sulle guance mentre i singhiozzi tentavano prepotentemente di uscire dalle labbra orgogliosamente serrate.
All'improvviso percepì una stretta salda sulle spalle e si ritrovò tra le braccia del corvino, con il capo appoggiato al suo petto; inspirò profondamente nel tentativo di calmarsi e un torpore inaspettato l'avvolse, tranquillizzandola all'istante.
«Io... Ti conosco...- mormorò appena con voce rotta -Eppure non riesco a ricordarmi di te... Perchè?!»
Allo sguardo disperato della ramata il corvino non riuscì ad evitarsi di accarezzarle dolcemente il capo, come era solito fare quando, dopo ogni spedizione, la sua sottoposta si presentava in camera sua a notte fonda con gli occhi lucidi e terrorizzata dagli incubi che non volevano darle tregua.
«Ehi, va tutto bene, ok?» fece con fare rassicurante.
Si alzò, trascinando la giovane con sé, intrecciando le loro dita e incamminandosi verso la sede della Legione
«Si sta facendo tardi, è meglio che torniamo indietro prima di ammalarci. E poi ho proprio voglia di un bel tè caldo»
Nonostante quelle ultime parole fossero state solo un sussurro, furono udite distintamente dalla ragazza.
Un flash si fece velocemente spazio tra i suoi pensieri.
La voce!
Quella era la stessa voce che riusciva a trarla in salvo quando aveva una crisi!
Come poteva non essersene accorta prima?!
Un nome le balzò alle labbra.
«Levi...»
Il suo accompagnatore si fermò, voltandosi di scatto verso di lei.
«Come?!»
«Levi... È questo il tuo nome!- un enorme sorriso le distese le labbra -Tu sei Levi, non è vero?»
Prese a ridere da sola saltellandogli attorno, continuando a ripetere il suo nome.
L'uomo sorrise nel vederla tanto allegra: l'aveva evitata per un mese intero per paura di trovare una Petra completamente differente da come se la ricordava e di non riuscire più a provare gli stessi sentimenti per lei.
Solo in quel momento si rese conto di quanto stupido fosse stato il suo comportamento: anche se fosse diventata un'altra persona non sarebbe mai riuscito a smettere di amarla.
Bloccò repentinamente la corsa della ramata, avvolgendole braccio al fianco e lasciandole un bacio sulla fronte
«Piantala mocciosa, mi fai venire il mal di testa»
Come risposta ricevette un buffetto affettuoso sulla guancia
«E smettila di essere così freddo! Piuttosto muoviamoci, devo assolutamente parlare con Hanji!»
«Guarda che eri tu quella che saltellava per il prato come una bambina di quattro anni»
La giovane gonfiò le guance, avvalorando la tesi del capitano
«Dettagli!»
Fecero ancora un tratto di strada avvolti nel silenzio assoluto del crepuscolo, finchè che il corvino non parlò nuovamente:
«Comunque è bello riaverti tra noi, Petra»
«Sono felice di essere tornata»
E con l'ennesimo sorriso stampato in volto si addentrarono nella città, dirigendosi alla caserma nello stesso modo in cui avrebbe fatto ritorno a casa una coppia sposata, suscitando occhiate curiose e mormorii tra gli abitanti del posto.
E... nulla
Ci ho messo un pomeriggio intero a capire che "memory" poteva essere inteso sia come "ricordo" che come "memoria" (sono un genio -.-") e così ho voluto tentare qualcosa di un po'diverso e questo è il risultato!
Spero che questo esperimento vi sia piaciuto!
A domani! ^^
Un bacione
Luna
P.S. Se notate degli errori non esitate a farmeli notare, anche perchè ho scritto questo capitolo di fretta senza averlo riletto!
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Rivetra Week 2017
FanfictionFelice Rivetra Week! E possa la ship essere sempre a vostro favore! Day 1 - Whisper (no smut) "«Mi piace proprio quando Levi sussurra il mio nome...»" Day 2 - Parents "«È incredibile, vero?- sorrise Petra guardando la piccola che rideva insieme a un...