Curiosità, maledetta curiosità. Ditemi come può una semplice scatola chiusa, non farvi dormire la notte e farvi restare nervosi e in ansia tutto il giorno. Non lo credete possibile? Beh vi sbagliate e molto.
La scatola in questione era una scatola nera, di quelle che contengono quei giocattoli a molle, che io personalmente ho sempre trovato inquietanti. Come può essere divertente un pupazzo che esce all'improvviso da una scatola chiusa!?
Quella scatola capitò tra le mie mani portando con sè un monito: "non aprirla mai".
Per i primi tempi la scatola restò fuori dai miei pensieri, proprio come lo era prima, finì su una mensola ad accumulare polvere. Ogni tanto l'occhio cadeva su quell'oggetto così misterioso, ma la tentazione di provare ad aprirla non fu mai troppo forte e resistetti. Poi per motivi economici mi vidi costretta a dover condividere il mio appartamento e fu così che conobbi Lorenzo. Era un ragazzo curioso, anche più di me, e abbastanza attratto da tutto ciò che era soprannaturale. Appena notò la scatola iniziò con domande del tipo "cos'è?", "perché è lì?", "perché non la apri?", divenne una vera tortura: già ero curiosa di mio, in più ci si metteva anche lui. Fortunatamente in breve l'amore sbocciò tra noi e questo ci distrasse dal pensiero della scatola, almeno fino a che una notte Lorenzo si svegliò e decise di provare ad aprirla: io riuscii a fermarlo appena in tempo, aveva tolto gran parte del nastro adesivo che la ricopriva, ma non tutto. Gli strappai la scatola di mano e lo cacciai di casa: tra noi era finita.
Il giorno dopo controllai i "danni" causati da Lorenzo, ma fortunatamente la scatola non si era rovinata ed era ancora ben sigillata. Notai però che sul coperchio c'era una scritta, ancora parzialmente coperta dal nastro adesivo che era rimasto, che recitava "in the box". Digitai su internet quelle parole e scoprii che le mie ipotesi erano fondate, era una di quelle scatole che contenevano pupazzi a molla. Pensando di poterci fare qualche soldo cercai un negozio di antiquariato sperando di riuscire a vendere quella scatola. Presi contatti con un negozio vicino al mio appartamento che volle vederela. Gliela portai e l'uomo mi disse subito che doveva liberarla dal nastro adesivo per venderla soprattutto perché doveva controllare che fosse ancora funzionante, ma ricordando il monito legato alla scatola, glielo impedii e decisi di tornarmene a casa.
Quella notte non riuscii a dormire, e non so come mi ritrovai con la scatola tra le mani e un innocente pensiero: i giochi alla "Jack-in-the-box" dovrebbero essere accompagnati da una gradevole musichetta. Provai quindi a girare un po' di volte la manovella sperando di non far partire il meccanismo che, con il coperchio bloccato, si sarebbe di sicuro rotto. Le note partirono e mi fermai quasi subito: la musica era più inquietante che gradevole; riposi il giocattolo e cercai di dormire.
Passarono molti giorni ma poi mi decisi a vendere la scatola: non so perché, ma da quando mi ci ero avvicinata così tanto iniziai a fare strani incubi la notte e ad avere sempre una strana sensazione addosso, mi sentivo oppressa, osservata. Tornai dal venditore convinta a vendere la scatola, prima di partire però la liberai io dagli ultimi residui di nastro adesivo, cercando di non rovinarla. Arrivata al negozio il venditore mi chiese se volessi "giocarci"; anche se non ne ero fermamente convinta iniziai a girare la manovella: quella terribile musichetta risuonò per tutto il negozio seguita da un clic, poi il coperchio si aprì mostrando il nulla, la scatola era vuota. Delusa consegnai la scatola al venditore che però mi disse che non sapeva cosa farsene dato che era senza il pupazzo. Presa da un moto di rabbia gli dissi che forse avrebbe avuto più valore da chiusa, per lo meno prima era avvolta da un alone di mistero, ora era semplicemente una scatola vuota. Me ne tornai a casa irritata, gettando la scatola in un angolo della stanza. Alla consegna mi era stato proibito aprirla, pensavo potesse contenere chissà cosa invece era vuota. Mi addormentai sperando che un bel sonno mi avrebbe tranquillizzato, ma non potevo fare scelta peggiore: mi ritrovai catapultata in quello che sarebbe stato uno dei peggiori incubi della mia vita. Così fu anche per le notti seguenti: ogni volta che chiudevo gli occhi cadevo negli incubi più spaventosi.
Mi ritrovai a chiamare disperata Lorenzo sperando che la sua compagnia mi avrebbe tranquillizzata, gli spiegai tutta la situazione e lui ritornò da me. Mi chiese di descrivergli gli incubi e gli risposi che erano illogici e terrificanti, in bianco e nero, accompagnati da tetre musichette e risate agghiaccianti, oppure da strazianti urla di dolore e che spesso mi sembrava di sentire qualcosa vicino a me anche se sapevo di essere sola. Quella notte riuscii a dormire, e così Lorenzo fece ritorno nella mia vita.
Passò del tempo e un giorno Lorenzo nel riordinare l'appartamento ritrovò la scatola, la pulì e notò un dettaglio che mi era sfuggito: la scritta completa dichiarava "Laughing Jack in the box". Gli dissi di lasciar perdere quella scatola senza valore e così lui fece. Dopo qualche giorno però mi disse di aver fatto ricerche e di aver scoperto che una scatola simile era legata a dei racconti di paura, racconti in cui un bambino canticchiando la musichetta della scatola riuscì ad evocare un clown magico, che poi si rivelò essere tutt'altro che amichevole. Gli dissi di smetterla di perdersi in letture senza senso. Quella notta però decise di provarci: prese la scatola, girò la manovella e canticchiò la canzoncina. Logicamente non successe nulla.
Le mie notti passarono tranquille, ma quasi per un crudele scherzo del destino, quello tormentato dagli incubi divenne lui. Decise di andarsene dall'appartamento, blaterando cose come che secondo lui era un posto maledetto e che da subito aveva percepito energie negative. Lo lasciai andare. Mi spezzò il cuore, finalmente ci eravamo riavvicinati e ora ero da sola, di nuovo.
Non mi ero accorta che Lorenzo andandosene aveva preso con sé la scatola, soprattutto perché aveva reputato quell'oggetto come la causa dei suoi incubi. Dopo poco meno di un mese venni a sapere che Lorenzo non era più in questo mondo; ne rimasi distrutta. Dato il nostro rapporto, la scatola mi venne consegnata dalla polizia, uno degli agenti prima di andarsene mi chiese "non l'ha aperta vero?".
Il dubbio mi assalì: perché quella scatola non doveva essere aperta? È solo una scatola vuota!
Feci ricerche e trovai informazioni riguardanti storie horror che avevano come protagonista Laughing Jack, un mostro assassino con le sembianze di un clown in bianco e nero, una cosa tra le varie che lessi mi fece raggelare il sangue nelle vene: i dettagli relativi agli incubi che avevo avuto erano riconducibili a quelli narrati in quelle storie di paura.
In una sera particolarmente nera, sia per l'assenza di luna che per i miei tristi pensieri, decisi di sfidare la sorte: recuperai dal fondo del mio armadio quella scatola maledetta e feci tutto il necessario per aprirla: manovella e canzoncina. Ancora una volta non successe nulla.
Ma appena mi abbandonai al sonno lui venne a prendermi e mi portò nel suo mondo di solitudine, pazzia e dolore.
Mi disse si aver esaminato con attenzione gli ultimi avvenimenti della mia vita e, vedendo che ero stata lasciata sola, decise di risparmiarmi la vita.
Pensavo fosse una cosa positiva.
Per l'ennesima volta invece mi sbagliai di grosso.
Sono ore (o giorni?) che subisco le più crudeli torture e ho un solo rimpianto: non ho lasciato nessun avvertimento che possa proteggere altri curiosi dall'aprire quella scatola, chissà quante persone ho condannato al mio stesso orribile destino.Una domanda mi sorge spontanea mentre sento la vita abbandonare lentamente il mio corpo: perché quella scatola è stata data proprio a me?
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Non so cosa possiate pensare ora che avete concluso la lettura, voglio solo dire che non è nata per essere vista come una rivisitazione della creepypasta di L.J. ho solo unito idee sparpagliate nella mia testa.
Quindi spero si non aver fatto torti a nessuno. Se ci fosse qualche problema non esitate a contattarmi.
Ditemi cosa ne pensate =)
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RandomCome vedete dalla categoria, raccoglierò in questo "libro" idee casuali. Potranno toccare qualunque genere, ma credo che -almeno le prime- saranno di un genere tendente all'horror, un po' inquietanti. Quindi buona lettura e... I wish you shiver down...