Dei mesi indimenticabili

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«Percy»
Mi svegliai all'alba con Annabeth appoggiata al mio petto, ancora addormentata, e cercai di non svegliarla.
Si sveglió anche lei dopo pochi minuti e mi sorrise:
-Buongiorno, Percy
-Ciao Annabeth
Si mi aveva chiamato Percy, non aveva sbagliato, quando le avevo detto il mio nome si era messa a ridere e aveva detto che secondo lei Percy era un nome migliore e da allora mi chiamava così, a me andava benissimo, non mi era mai piaciuto particolarmente il mio nome ed ero felice di cambiarlo, effettivamente mi trovavo d'accordo con lei: Percy era un nome migliore di Perseus, anche se non glielo confesseró mai.
Annabeth era una ragazza speciale.
In lei avevo trovato molti aspetti, uno migliore dell'altro: avevo trovato un'amica fedele disposta ad aiutarmi, la ragazza determinata pronta a tutto per difendere le sue opinioni e le sue idee ma anche disposta a scendere a compromessi, una persona gentile e comprensiva, una ragazza con un forte senso dell'umorismo ma attenta a non offendere chi le stava attorno, e molti altri aspetti, spesso contrastanti tra loro, che creavano una splendida ragazza a cui tenevo molto.
Ogni volta che la guadavo pensavo che fosse sempre più bella e ogni volta che rideva volevo essere io la causa di quella risata.
Non avevo mai provato una sensazione del genere prima.
Furono dei mesi indimenticabili.
«Annabeth»
Ancora non riuscivo a capacitarmi che tutto questo sia reale, che non sia solo un sogno.
Percy era davvero speciale.
Era migliore di ogni ragazzo che avesse mai conosciuto, pensavo seriamente ciò che avevo detto, ero convinta che chiunque provasse delle emozioni umane, uomo, animale o tritone, fosse umano, e ciò era anche in direzione opposta, un uomo senza pietà non era umano.
Percy era molto gentile e divertente, mi faceva ridere senza essere volgare o offensivo, si interessava a me senza essere invadente.
Ed era anche molto bello, non che pensassi solo a queste cose, ma Percy era diverso dagli altri ragazzi, era di una bellezza singolare, con i capelli neri scompigliati e gli occhi verdi come il mare.
Avevamo trovato delle piante selvatiche per mangiare e una grotta per ripararci dalla pioggia, non era molto ma bastava per vivere.
Passavamo le giornate a chiaccherare, nuotare ed esplorare i fondali marini, Percy, infatti, creava delle bolle d'aria per permettermi di respirare.
Furono dei mesi indimenticabili.

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