La fine dell'Estate più bella di sempre

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«Percy»
Fu l'Estate più bella di sempre...fino a che, circa due fantastici mesi insieme dopo, mi arrivò un messaggio-Iride da parte di mio padre.
-Salve padre- ringrazia mentalmente Annabeth per essere andata in un villaggio vicino a barattare alcuni oggetti.
-Ciao Perceus, ho scoperto di te e quella ragazza, Annabeth...
-Padre non mi importa se non approvate, io la amo e sono pronto a tutto per lei.
-Perceus, per me andrebbe anche bene, con i tuoi poteri potrebbe anche funzionare, il problema è con la madre di Annabeth.
-Lei mi ha detto che non l'hai mai conosciuta, è una dea, non è vero?
Iniziai a pregare ogni dio che conoscevo, che non fosse quella dea.
-Esatto, sua madre è Atena.
Fu come se mi tolsero il terreno da sotto i piedi.
-No, n-non puó essere, non è vero, non è lei- mi ritrovai a balbettare, Atena era la peggior nemica di mio padre, i due si odiavano da secoli, ma Annabeth era dolce e carina, la fredda Atena non puó essere sua madre, non poteva essere.
-Mi spiace Perceus, ma lei non vuole che stiate insieme e ha portato il caso a Zeus, il quale ha deciso che ti devo richiamare nel mio palazzo e Atena si occuperà come meglio pensa di sua figlia, e non credo la rivedrai mai più.
Il messaggio-Iride si dissolse.
Non sentii Annabeth che si tuffava e veniva verso di me, fino a quando no mi abbracció, la strinsi forte inspirando il suo profumo, forse per l'ultima volta, e la baciai sulla labbra.
Quando ci staccammo ci fissammo per alcuni secondi e io vidi nei suoi occhi grigi che lei sapeva, che aveva sentito la conversazione tra me e mio padre.
Alcune lacrime, le solcarono il volto per me perfetto, più bello che avessi mai visto e che mai vedrò, le asciugai alcune lacrime e cercai di rassicurarla come meglio potevo, la portai nella grotta, nella nostra grotta, che per entrambi era diventata casa.
Le parole non servivano, sarebbero state di troppo, bastavamo noi due, insieme, e la consapevolezza che, anche se eravamo lontani fisicamente, nei nostri cuori non ci sarebbe mai stato spazio per nessun altro, e mai nessun altro era stato per me importante come lo era Annabeth.
La strinsi a me con più forza, cercando di proteggerla e sperando, inutilmente, che se l'avessi stretta a me abbastanza a lungo, non ci avrebbero più separati, mai più nessuno, dio o mortale, ci avrebbe separati.
E lei pianse, pianse sulla mia spalla e intorno a mezzanotte si riprese abbastanza per dirmi:
-Qual è il potere di cui parlava tuo padre?
Risi piano, la mia Annabeth, sempre curiosa di tutto e determinata a scoprire la verità.
-Mia madre era una mortale, quindi ho un potere mai visto prima, a ogni luna piena passo da coda a gambe senza accorgemene e all'alba rimango, per il mese successivo, come sono in quel momento, mio padre mi ha insegnato a controllarlo ma...è imprevedibile, un paio di volte sono rimasto umano e mi sono dovuto nascondere in una grotta fino alla luna piena successiva e, credo di poter diventare umano per poter vivere con te e, magari avere una famiglia, ma ora... è tutto finito, mi dispiace di non avertelo detto prima, volevo farlo stasera.
La sento sospirare contro la mia spalle.
-Mi dispiace, Percy, è tutta colpa mia, avremmo potuto stare insieme ma dato che sono una figlia di Atena, per volere di mia madre, non posso...è tutta colpa mia.
-Ehi, senti Annabeth- mi misi davanti a lei in modo da poterla guardare negli occhi -Non è colpa tua, essere figli di Atena è un grande onore, non è colpa tua, solo di tua madre che si è opposta a noi, e non mi importa se mi potrebbe fulminare in questo istante ma se lo facesse sarebbe la morte più dolce che potrei mai desiderare, vicino a te, mentre mi perdo nei tuoi occhi grigi e che saranno, finchè avró vita, i miei occhi preferiti. Io ti amo e ti ameró sempre, finchè il mio cuore batterà, batterà per te, ogni mi respiro sarà dedicato a te, ogni mio pensiero, rivolgerò a te il mio primo pensiero alla mattina appena sveglio e l'ultimo quando andrò a dormire, e sarai comunque a farmi visita nei miei sogni più belli, ma meriti la vita che sfortunatamente non ti posso dare e non voglio che tu perda la tua vita per colpa mia, quindi trova un uomo che ti amerà come meriti e ti darà la vita che meriti".
Mi era costata una fatica incredibile dire quelle parole, non volevo perderla, ma non volevo essere egoista, lei merita seriamente la vita che non le posso dare.
"E..."
Mi baciò, ci eravamo già baciati prima, ma questo era diverso, era dolce e malinconico, era diverso, era speciale, in un certo senso migliore, ma anche peggiore, perchè sapevamo entrambi che probabilmente sarebbe stato l'ultimo.
-Sei tu la mia felicità- mi sussurrò.

Passammo la notte abbracciati, più vicini di quanto eravamo mai stati prima, i nostri cuori battevano all'unisono, i nostri respiri sincronizzati, io ero ancora sveglio, con Annabeth addormentata al mio  fianco e pensavo che non potesse mai essere più bella, con il viso sereno illuminato dalla luna e i capelli lunghi spettinati che si incurvavano ai lati del viso, sembrava più piccola, meno seria e più rilassata, pensavo proprio a questo quando caddi nel sonno stringendola sempre le mie braccia.
Angolo autrice:
NON.MI.UCCIDETE.
*le arrivano freccie, spade e pugnali addosso che peró schiva*
ALLORA STATE TRANQUILLI IO LI SHIPPO TUTTA LA VITA E NON LI FARÓ MAI E POI MAI LASCIARE.
RIPETO :
NON.MI.UCCIDETE.
~Dali💗

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