Capitolo 2: Imparare ad essere te

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Salve a tutti gente.

Ecco qui il secondo capitolo della storia in cui conosceremo meglio i gemellini. Spero che vi piacciano, io vabbè ho un debole per il piccolo Paul. E' il mio piccolo cucciolotto adorabile <3

Ok la pianto, ma amo davvero quel piccolo scricciolo. Ok la pianto.

Buona lettura. Spero che il capitolo vi piaccia e che vogliate davvero farmi sapere che ve ne pare della storia :)







CAPITOLO 2: IMPARARE AD ESSERE TE

Il silenzio era quasi assordante.
Everett era quasi convinto che il cuore gli stesse per schizzare fuori dal petto. Era completamente pietrificato, quando vide Paul tirare fuori qualcosa dal suo borsone. Una foto.
La porse a Everett.
Raffigurava un Paul che doveva avere sui nove, massimo dieci anni. Era sulle spalle dello stesso uomo della sua foto. Era diverso, era più magro, i lineamenti meno da ragazzino e più da uomo. Portava un leggero strato di barba e i suoi capelli non erano più imbrattati con tutto quel gel. Aveva dei ricci magnifici.
L'unica cosa che non era cambiata erano i suoi occhi. Le stesse gemme luminose, cariche di amore.
Everett si portò una mano alla bocca e gli scappò un singhiozzo.
Suo padre. Aveva ritrovato suo padre.
E non solo. Aveva un gemello. Aveva un fratello gemello.
Alzò gli occhi verso Paul e si ricordò in quel momento che il ragazzo non aveva visto nessuna foto di Kurt. Corse verso il suo borsone e prese la prima foto di lui e suo padre che gli capitò sotto mano. La porse al fratello.
« Questo è papà. » Disse con un sorriso luminoso che gli illuminava il volto intero. Ma Paul non prese la foto, volse la testa dall'altra parte.
« Non ... non vuoi vedere papà? » Domandò Everett, la voce che gli si faceva piccola piccola.
Suo fratello scosse la testa.
« P ... perché? »
« Perchè? Perché mai dovrei voler vedere l'uomo che mi ha abbandonato? » Paul guardò negli occhi il fratello che vi lesse dentro tanto odio e tanto dolore.
« Lui ... lui non ti ha abbandonato. » Pigolò.
« No, hai ragione. Una mattina ha preso te, lasciando me e papà e se n'è andato! »
Everett vide le prime lacrime scendere lungo le guance del fratello. Si sedette accanto a lui sul letto, poggiandoci la foto del suo papà, vicino la mano di Paul, girata così che non la potesse vedere a meno che non lo volesse.
« Io non lo so cosa sia successo. Anche io all'inizio pensavo che papà non mi volesse bene e se n'era andato lasciandomi solo. Ma poi crescendo ho capito che c'era qualcosa di più. Quando vidi per la prima volta questa foto e vidi questi occhi, ho capito che una persona che aveva questa luce negli occhi non poteva aver abbandonato spontaneamente un figlio. »
« Infatti papà non lo avrebbe mai fatto! E' tuo padre che ha preso e se n'è andato scegliendo uno di noi! » Ma proprio mentre quell'accusa gli usciva dalle labbra gli tornarono alla mente le parole di Sebastian. Everett vide la confusione nei suoi occhi.
« Che c'è? »
« Niente ... è che ... zio Bas mi disse che K ... che papi voleva portarmi via, ma che lui l'ha impedito. E' un avvocato, molto bravo, anche se allora era un ragazzino appena uscito da Harvard. Solo ora mi rendo conto che quindi papi voleva portarci via entrambi, voleva lasciare papà completamente solo e ... mi spiace Everett, ma questo non fa che farmelo odiare di più. Se non ci fossi stato almeno io papà sarebbe stato perso, avrebbe potuto fare addirittura qualche pazzia e questo papi doveva saperlo. Ma se n'è fregato. Io ... mi spiace ma ... non voglio sapere nulla di lui. » Paul si rannicchiò contro la parete, portandosi le ginocchia al petto e avvolgendo le sue braccia attorno ad esse. Sentì Everett sospirare.
« Ascolta io non so cosa sia successo, né perché papi abbia agito così ma so che ti ama. »
« Come fai a dirlo? Fino a poche ora fa non sapevi nemmeno della mia esistenza! »
« Quando frugai tra le sue cose e trovai la foto di papà, quella non fu l'unica cosa che trovai. C'erano anche un papillon, con una fantasia scozzese blu e rossa e ha un forte profumo di lampone. E c'era una piccola copertina, sai di quelle che si usano per i bambini da lasciargli quando dormono con il profumo dei genitori? Non avevo mai capito cosa fosse, la mia la tiene sempre conservata nel cassetto ed è verdina. Quella era azzurrina. Dopo quella volta l'ho beccato spesso ad annusarla e a piangere. Ora capisco. Quella era la tua copertina, Paul. Non so cosa sia successo, ma so che non ha mai smesso di amarti e so che ama ancora papà. Io non penso che una persona che soffra ancora così tanto dopo tutti questi anni non sia perché non sia ancora innamorata. Ascolta, io adesso vado a prendere qualcosa da mangiare. Lascio qui la foto. Puoi fare quello che vuoi: puoi strapparla, puoi lasciarla lì, puoi mangiarla oppure ... » Everett tirò un profondo respiro come se dovesse trovare il coraggio per gettarsi in un baratro.
« ... oppure puoi guardarla e vedere il tuo papà. La scelta è solo tua Paul. »
Everett uscì lasciando Paul solo con i suoi pensieri.
Il ragazzo non ci pensò nemmeno un secondo. Prese la foto, la stava per buttare nel cestino o rimetterla sul letto di Everett, ma qualcosa lo fermò. La sua mano agì di propria iniziativa e mise la foto sotto il suo cuscino.

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