Dal capitolo precedente...
Devo ammettere che mi dispiace vedere come facilmente abbia ceduto e che questa sia realmente la fine della nostra amicizia. Forse sono stata troppo stronza nei suoi confronti? Sì cazzo. Perché non me ne sono resa conto prima di mettere la parola fine alla nostra amicizia?
In una frazione di secondo mi volto e lo vedo lì dietro di me che mi sta seguendo. Trasportata da quella sconosciuta e minima parte del mio cuore chiamata amore mi butto tra le sue braccia e mi aggancio con le gambe al suo bacino. Lui all'inizio tentenna un po' ma poi con le sue braccia possenti mi tiene saldamente incollata a lui. Credo che questo sia uno di quelli abbracci che solo il migliore amico può darti uno di quelli abbracci che ti dà la carica per andare avanti e ti fa capire che ovunque andrai lui sarà con te. Potreste anche chiamarli abbracci disperati perché sono anche questo in verità. Mi è mancato così tanto in questi pochi giorni perché lui è il mio scoglio in un mare in tempesta, l'unico appiglio verso la salvezza.
"Perdonami ti prego""Consideralo già fatto, mi sei mancato"
"Anche tu, troppo."
Sono queste poche parole dette con disperazione mista a qualche singhiozzo che riescono a rompere il mio scudo dacciaio e entrare nel mio cuore permanentemente. Ci stacchiamo dall'abbraccio malvolentieri e io dopo averlo salutato mi dirigo a casa mia.
Sono sdraiata nel letto ad ascoltare la musica da ormai un'ora. Non so cosa fare, mi sto annoiando a morte. Di sicuro non ho voglia di mettermi sui libri a studiare, non sono una di quelle ragazze che hanno una voglia innata per fare i compiti. Anzi tutto il contrario preferisco starmene qua nel letto ad arrovellarmi il cervello con domande veramente senza senso. E se fossi nata animale? Di sicuro avrei meno problemi. Una tigre? No, fa troppo movimento per i miei gusti. Una tartaruga o una lumaca... ci sono un gatto! Non fa niente per tutto il giorno eppure gli danno cibo, acqua e coccole.
Ma che problemi hai? Sul serio stai pensando a ste cose?
Ed ecco finalmente che il cellulare incomincia a squillare. Fai che sia un invito ad uscire.
Char, il suo nome lampeggia sul mio telefono. Clicco subito sul pulsantino verde per lavvio alla chiamata.
"Pronto?"
"Ti disturbo? Stavi facendo qualcosa? "
"A parte annoiarmi? No "
"Fantastico, allora vestiti e vieni a casa mia che ho organizzato una festa, ti mando dopo lindirizzo per messaggio "
"Ok, come.." Bip Bip Bip
Sbuffo pesantemente, mi ha chiuso in faccia come suo solito.
Mi alzo dal letto e mi posiziono davanti allarmadio. Vestito o jeans? Ma chi voglio prendere in giro non ho vestiti. Opto per uno skinny jeans nero strappato e una camicia a quadri rossa e nera. Sciolgo i capelli neri dalla treccia e cerco di rendere la mia faccia meno cadaverica con un po' di trucco. Scendo le scale e mi precipito alla porta e lì arriva la fatidica domanda: avviso mio padre che sto uscendo per andare ad una festa dove ci saranno solamente persone molto più grandi di me?
A tuo padre non interessa niente di te.
Per una volta hai ragione coscienza, non gli interessa sapere dove sono e con chi sono a lui interessa solo scopare quelle sgualdrine che gli stanno vicino solo per i suoi soldi. Il bello di tutto ciò è che lui neanche lo capisce, sarà un avvocato famoso, ricco e importante ma non è mai stato molto veloce a capire cose semplici come queste. Nel frattempo sono già arrivata in strada e sto aspettando il taxi quando mi arriva il messaggio di Char con la via di casa sua. Dopo aver detto la via al taxista mi guarda come se gli avessi detto una cosa fuori dal normale ma fa comunque partire la macchina. Noto che non è un grande chiacchierone mi appoggio così al finestrino e mi rilasso guardando le case che stiamo superando. Abito in un quartiere pieno di villette come la mia, un quartiere che da fuori può sembrare una meraviglia ma che in realtà è freddo e finto. Sembra di vivere intorno a tante Barbie e tanti Ken, tutti sempre perfetti che abitano in case perfette con lavori e figli perfetti. Lo odio. Man mano che mi avvicino alla casa di Cher noto il cambiamento che subiscono le cose, si vede lontano un miglio che questo non è un quartiere molto ricco o solamente sicuro. Si capisce dai graffiti sui muri, le bottiglie di birra per terra e dagli omoni barbuti che girano per strada. OK, forse aveva ragione il taxista a guardarmi in quel modo prima, ma dove diavolo abita Cher? Sento la macchina frenare bruscamente e guardo accigliata i ragazzi ubriachi fradici passeggiare per strada come se non rischiassero la vita facendo così.