Appartamento.

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Il mio appartamento è situato al secondo piano di una palazzina. È tutto in mattoni rossi con grandi finestre e una lunga scala che scende su tutta la sua lunghezza. La porta d'ingresso dell'appartamento è praticamente blindata, due serrature e un gancetto di sicurezza. All'interno è tutto meglio di quanto mi stavo aspettando, le pareti bianche e mobili chiari che rendono lo spazio più ampio.

<<Spero veramente che ti piaccia, questo figlio di puttana non voleva saperne di affittare a così poco>> la mia cara cugina è veramente emozionata che io mi sia decisa di seguire le sue orme.

Dave interviene.
<<Si si, l'ho fatto solo perché mio figlio ti trova carina, non per altro.>> fa una lunga pausa e poi dice
<< Allora questo è l'ingresso con angolo cottura e divano>> mi fa presente << A sinistra hai questo piccolo corridoio che ti porta in fondo al bagno, e ai lati, alle camere.>> si avvia a mostrarmele.

Il bagno è della giusta grandezza con piastrelle beige e con una bella vasca dove già mi immagino immersa a smaltire lo stress dopo una pesante giornata di lavoro.

A sinistra c'e una camera matrimoniale prevalentemente bianca con un letto in mezzo, un armadio con tre porte scorrevoli ed un grande specchio che ricopre quella in mezzo. Di fronte al letto c'è una cassettiera bianca ed ai lati ci sono due comò dello stesso colore.

La stanza a destra invece è un piccolo studio con degli armadietti per libri o documenti, dei pensili vuoti e una piccola scrivania in mezzo.

<<Se succede qualcosa, qualunque cosa, non esitare a chiamarmi, sono un bravo tuttofare.>> dice Dave.
<<Riguardo a feste, rumori e roba del genere non devi preoccuparti perché prima, in questo appartamento, viveva un musicista e ha sonorizzato le pareti.>> batte con una mano il muro accanto a sé.

<<Ora, se non è un problema, lasciami un paio di autografi sul contratto che devo scappare. >>
Mi passa una pila di fogli e leggo tutto attentamente ma super veloce, firmo e mi lascia le chiavi.

Olivia mi guarda studiare i dettagli e chiede.
<<Allora, che ne pensi?>>

<<Penso che sia perfetto, non potevo chiedere di meglio, davvero.>> dico sinceramente.

Immaginavo fosse una tana con un sacco di lavori da fare, infestato da strani animaletti che avrebbero formato un complotto contro di me per farmi fuori.

<<Credimi Liv, è più di quanto io potessi mai chiedere, so che ti sei sforzata tanto e te ne sono grata.>> confesso.

<<Niente di che, il meglio per la mia piccola Jessie.>> sorride e mi fa l'occhiolino. <<Adesso scusa ma devo proprio scappare o farò tardi al lavoro.>> cammina verso la porta ma poi si gira di scatto come se avesse scordato qualcosa.

<<A proposito domani sera ho una serata in centro, mettiti un bel vestito e fatti trovare pronta per le otto.>> mi avvisa.

<<Non credo proprio, domani ho la sveglia presto, devo andare un po' in giro a vedere dov'è il supermercato, la farmacia e la stazione di polizia più vicina, così che, in caso dovesse succedere un imprevisto,sarò preparata.>> faccio una pausa e riprendo.
<<L'ho promesso alla mamma e non intendo disobbedire.>>

So che neanche voi credete a questa penosa scusa, ma sono il il tipo di persona a cui la solitudine non dispiace affatto.

<<E dai Jess, per una volta chiudi a chiave quella cazzo di zitella che c'è in te e divertiti. Sei a New York porca miseria, tua madre non ti può vedere.>> praticamente mi sta supplicando ma non intendo cedere, capisco che lei ci sia abituata ma questo non vuol dire che mi convincerà.

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