New York.

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*3 Settembre.

Avete presente la parola panico?
La parola, in sé, non ha il peso che dovrebbe in realtà avere.
Vi siete mai trovati in una di quelle situazioni in cui pensate "Ok, ho fatto questa scelta e non c'è via di ritorno anche se adesso volessi tornare indietro sarebbe troppo tardi" e vi sale un panico da matti?

Ebbene è così che mi sento adesso, ma ormai niente da fare, sono già in strada da un ora e tornare indietro non è più un'opzione valida. Sento che continuo a stringere così forte il volante che ho tra le mani e che, prima o poi, mi farò uscire le nocche da sotto la pelle.

Grazie a Dio non abito dall'altra parte del paese, anche se, sei ore di strada non sono affatto poche. Ho giusto il tempo di pensare bene, se quello che sto facendo è la cosa giusta da fare oppure è solo una scusa per scappare dalla realtà che mi sto lasciando dietro.

Forse è veramente ora di assaggiare la libertà.
Non sto dicendo che Hampton mi annoiava perché mentirei, ma siamo sinceri, non ho nulla da mettere a confronto. Sto andando a New York e rispetto al mio quartiere... cavoli non è mica poco.

Ho chiamato mia cugina Olivia diverse settimane fa per vedere se poteva trovarmi un appartamento a un prezzo ragionevole e se possibile un posto di lavoro con cui poter andar avanti i primi tempi e, a quanto pare, è riuscita a fare entrambe le cose, senza che ci sia bisogno nemmeno di fare colloqui inutili e altre cose simili.

Ma ci rendiamo conto? Io, la ragazza che spolvera i libri nella biblioteca comunale di Buckroe Beach, e che organnizzava incontri di lettura la domenica, a fare la segretaria in uno studio legale della grande mela. Effettivamente l'idea mi spaventa, ma spero veramente di riuscire a fare tutto quello che mi sono proposta.

Sento vibrare il telefono sul sedile passeggero, con la coda dell'occhio riesco a vedere Olivia. Prima che possa afferrarlo e rispondere la sua voce stridula mi invade i timpani.

<<Ei Jess! Mi raccomando, non salire da sola, devi aspettarmi, ho fatto un accordo con quel fottuto Dave, non penso che lo rispetterà se non ci sarò anche io quando firmi il contratto.>>

Mi viene da ridere ma le sono veramente grata, senza di lei sarei stata costretta a rimanere lì dov'ero continuando a seguire il circoli vizioso che avevo intrapreso. Olivia ha un linguaggio veramente colorito e dei modi di fare veramente particolari, ma non posso farne mai ammeno.

<<Non ti preoccupare Livie, non farò un passo senza di te. >> la rassicuro.

<<Okay, però non chiamarmi così, sai che non mi piace!>> strilla e mi faccio sfuggire una risata.

<<Stai per caso ridendo di me Jessica Reynolds?!>> chiede offesa.

Mi tappo la bocca con una mano e poi le rispondo con fare militare.

<<No capo, ho afferrato per filo e per segno.>>

<<Aha...>>si fa seria ma non convinta.
<<Ti conveniva stronzetta.>> attacca.


L' appartamento si trova a Vermont Boulevard, a quanto pare il sole sta tramontando in fretta e prima che riesca a trovare la via giusta si fa già buio.

Entro nel parcheggio e noto subito un uomo di mezza età che si sta fumando una sigaretta e penso che sia il Dave di cui parlava Olivia.

A quanto pare aveva ragione, quel tizio mi stava aspettando, così come un leone aspetta che la sua gazzella succulenta abbassi la guardia e si avvicini troppo a lui, abbastanza da poterla afferrare e sbranare viva.

Mentre scendo dalla macchina, non faccio in tempo a finire il mio pensiero che sento il rumore di una moto che si sta avvicinando a grande velocità. Mi giro verso quel rumore.

A quanto pare è mia cugina, alla guida di una Honda rosso fuoco che sfreccia nel parcheggio, come se non dipendesse da lei salvaguardarsi dalla morte.

Apro meglio gli occhi, cerco di mettere a fuoco e rimango a bocca aperta. Indossa un paio di short in jeans con sotto degli stivaletti neri appena sopra le caviglie, una giacca in pelle nera come la pece e tanti bracciali di tipi diversi ai polsi.

Si leva il casco, la sua lunga chioma bionda è così disordinata e allo stesso tempo così bella che quasi non mi accorgo di avere la mascella per terra.

<<Jessica! Porca miseria, sei uno schianto baby!>> si affretta ad abbracciarmi

<<Senti chi parla, ma ti sei vista?>> la guardo dalla testa ai piedi.

<<Si si, finiscila con le stronzate.>>


Ricordo quando avevamo appena tredici anni portavamo entrambe l'apparecchio e mia madre ci faceva le treccine per avere i capelli forti diceva, ma so che era solo per non dover stare troppo dietro alle nostre chiome.
Olivia è venuta a vivere da noi quando avevo sei anni, lei e più grande di me di due anni ma non è mai stato un problema per noi. I suoi genitori sono dentro per uso di sostanze stupefacenti e rapina a mano armata ad un iper market. Olivia non ne ha voluto sapere più nulla ed è scappata. Da allora siamo state inseparabili finché la mamma iniziò a uscire con uomini nuovi. Ricordo solo che prese un paio di cose durante la notte e mi chiese di non dire niente, che un giorno sarebbe tornata e che non ci saremmo separate più. Così fece. Ritornò per il mio diciottesimo compleanno e da allora siamo ritornate ad essere inseparabili anche se lei viveve a New York. Lavora come DJ e a quanto pare la pagano bene perché negli ultimi quattro anni ogni estate si presentava con dei biglietti aerei per città come Las Vegas, San Francisco o Seattle.

Dave è poco più basso di me, si gratta la testa mezza calva dove ormai i capelli mancano quasi del tutto. Noto che mi sta porgendo la mano in segno di saluto.

<<Leva le tue zampacce unte e viscide da mia cugina Dave!>> tuona Olivia.

Dave ritira la mano visibilmente annoiato, come se fosse un abitudine.

<<Sissignora.. sbrighiamoci con questa roba, mia moglie mi sta aspettando per la cena. >> si avvia verso le scale.


•Ciao ragazzi, alla fine di ogni capitolo ritaglierò un piccolo spazio per noi dove voi potrete chiedermi tutto quello che volete e io vi terrò informati sulle pubblicazioni dei prossimi capitoli. Mi farebbe molto piacere anche ricevere consigli o critiche, sarò disponibile a chi avrà voglia di discuterne.•

~Vi anticipo già che entro domani sera pubblicherò il secondo capitolo~

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