War Of Kingdoms ❀ Vkook ❀

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Taehyun

Ho il cuore in gola, posso chiaramente  sentire le mie braccia tremare per l'ansia e la mia bocca seccarsi, rimanendo aperta.

Passarono tre anni da quando la mia vita fu completamente sconvolta.
Era il 17 Dicembre 2014 quando, io e la mia famiglia, decidemmo di trasferirci a Seoul.
Eravamo una famiglia benestante e vivevamo a Busan, una città vicino al mare. Un giorno mio padre vinse alla lotteria e così poté rinnovare la sua agenzia per giovani talenti, arricchendosi molto di più fino a trovare una posizione elevata nella società odierna.
Una volta ingrandita la sua agenzia, decise, insieme a mia madre, di trasferire la sede principale a Seoul e di andare ad abitare lì.
Mentre io e mia madre stavamo raggiungendo mio padre Seoul, la nostra auto sbandò, a causa della pioggia, e ci scontrammo con una vettura della corsia opposta: mia madre morì sul colpo ed io sbattei la testa per poi, a causa di un emorragia interna, perdere la memoria biografica, dimenticando così Busan e tutto il mio passato.
L'unica cosa che riesco a ricordare è la spalla di un ragazzo nella quale era presente una voglia, più chiara della pelle di quest'ultimo e a forma di goccia. Poteva forse essere il mio migliore amico? O avevo tendenze omosessuali anche allora?
Ho provato più volte a chiedere a mio padre, ma non ha mai voluto rispondere.
Un giorno, mi contattò un mio vecchio compagno di scuola, Park Jimin.
"Ehi, Alieno!" Queste furono le sue prime parole. 'Alieno' era il mio soprannome alle medie, questo fu quello che mi disse Jimin. Quando gli chiesi se c'era qualcuno a cui ero molto legato, mi disse di non saperlo in modo molto titubante, come se volesse nascondermi qualcosa.
Da allora, Jimin si trasferì nella mia attuale scuola e per fortuna ci sentiamo spesso, siamo anche diventati migliori amici.

Ricordando tutti questi avvenimenti, il mio cuore si indurí, ferito, e i miei occhi iniziarono a pizzicare a causa delle lacrime che volevano uscire.

"Ci conosciamo dalle medie" sussurrò Jungkook guardandomi serio e mettendo una mano sul mio ginocchio.