Capitolo 1

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Sinceramente non vorrei più andarmene da qui. Salgo sul taxi che porterà me e mamma all'areoporto.

Parigi mi sembrava bella come meta turistica, e insomma... Le più belle 6 settimane della mia vita.

Odio stare ad apettare in aereoporto, mamma mi lancia continuamente sguardi compassionevoli, ma il mio bronco è irremovibile.

Lungo i corridoio le persone sedute sui sedili sono tutte impegnate, c'è chi mette le valige nei ripiani, c'è chi piange, c'è chi dorme... Wow... C'è davvero gente che dorme perfino prima che parta l'aereo? Vabbè, è comprensibile che quel signore dorma... Sembra l'orso Yoghi, probabilmente è la cosa che aspettava di fare non appena salito.

Il decollo mi fa sempre venire le farfalle allo stomaco.

<<Amore sveglia, siamo arrivati. >>

<<Mmm. >>

<<Beatrice hai due secondi, dopo di che ti mollo sull'aereo!Dobbiamo scendere! >>

Mi tiro sù di mala voglia e prendo le valige.

Dinuovo in un taxi...

Questa volta però sono diretta in centro. Scendiamo e mamma paga il taxista che mi fa l'occhiolino e io per tutta risposta faccio l'espressione più schifata possibile.

Mi giro e magnificamente il condominio è dove lo abbiamo lasciato.

Apro la porta di casa e mi lascio cadere stile banzai sul divano.

<<Ah, no! Non ci pensare, fila a fare una doccia! Sai quanti microbi porti da un aereo e da un aereoporto?! >>

<<Mamma! >>

Lei e le sue manie dell'igiene ossessivo compulsivo!

Vado in bagno mi spoglio e mi lavo capelli oltre a fare la doccia. Prendo il mio adorato shampoo alla vaniglia e cospargo i miei capelli color caramello, aggiungo anche il balsamo tanto per non sembrare una pecora... Mi insapono il corpo e poi mi sciacquo.

Mi raccolgo i capelli in parte bagnati in una coda alta, e metto un paio di pantaloncini jeans con una magliettina bianca a maniche corte con lo stemma dell'Adidas nero e metto paio di sandali con il tacco estivi. Sono le 19:00, e l'estate fornisce un'ottima temperatura.

Contorno i miei occhi grigi con un filo di matita nera, aggiungo un pò di mascara e metto il deodorante, con il dettaglio che impreco per tre minuti a causa di quell'odioso spray congelato sotto le mie innocenti ascelle.

<<Mamma io esco a prendere un gelato non aspettarmi a cena.>>

<<Solo tu figlia mia puoi avere il coraggio di uscire dopo un viaggio in aereo.>>

Chiudo la porta e percorro il viale che porta al parchetto.
Vedo da lontano i miei amici, è da quando sono partita per andare a Parigi che non ci passo del tempo insieme.

Noto Denise che sta parlando con Gabriel. Gli altri invece fumano.

<<Vi sono mancata?! >> urlo a scuarcia gola e Gabriel, Denise, Martina, Francesco e Max si girano all'unisono.

Denise urla e si piega in due per poi correre verso di me come un razzo. Mi salta in braccio e entrambe cadiamo sull'erba del parchetto. Tutte le persone ci guardano, ma non mi dà fastidio, la scena penso che sia dolcissima. La mia amica piange e io la abbraccio. Poi corro, o raggiungo con la abilità di un lamantino arenato, ho i tacchi, i miei amici. Abbraccio tutti.

<<Si ci sei mancata decisamente amore mio. >>

<<Mi sei mancata anche tu tata. >>
Abbraccio Martina.

AMORE COLLATERALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora