Capitolo 21: mary.

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Martine's pov

Non avrei mai pensato di andarmene, di lasciare tutto e scappare dalla mia vita, ma ora come ora non ho altre soluzioni, il dolore dentro il mio petto mi sta corrodendo lentamente e ho bisogno di sparire.

24 dicembre 2015.

Mary.
Mary Caniff.
Questo é il mio vero nome.
Taylor Caniff, il ragazzo che amo, é mio fratello.
Sono stata adottata da Derek e Raley Stewart appena nata, non ho memoria dei miei veri genitori dopo la mia nascita.
I sorrisi di Beth e Simon li ricordo bene, sì, ma quando gli ho visti per la prima volta, non ero affatto una neonata, ero una bambina, avevo sei anni ed era il compleanno di Taylor.
Mi hanno sempre osservata, sempre tenuta d'occhio, mi hanno vista crescere, reprimento l'istinto di comportarsi da genitori.
Hanno sempre fatto parte della mia vita, ma rimanendo ai margini, troppo orgogliosi per sparire del tutto ma troppo spaventati per rivelarmi la verità prima che accadesse ciò che resterà nella mia mente e nel mio cuore per sempre.
Ho fatto l'amore con mio fratello, eppure non me ne vergogno e non me ne disgusto, io amo Taylor ma la vita é stata troppo ingiusta con noi, e dovrò sparire dalla sua vita.

Però non voglio rovinargli la vacanza scrivendo deprimenti e melanconici messaggi di addio, in parte anche perché non ne sarei in grado, scoppierei a piangere e mi sarebbe impossibile inviare il messaggio. Non voglio nemmeno far sapere a Derek e Raley che so la verità. Inizierebbero con quei soliti discorsi del tipo "Noi ti abbiamo sempre amata, non ci importa se non sei realmente nostra figlia, lo sei comunque per noi." oppure "Scusaci Tine, non volevamo farti star male rivelandoti che il tuo ragazzo è tuo fratello, bla bla bla.". Non ho alcun bisogno di questi deprimenti momenti in cui so già che la situazione non farebbe altro che peggiorare. Farò finta di niente per alcuni giorni, troverò una scusa per essere tornata prima dalla vacanza e poi, appena riuscirò a preparare tutto, me ne andrò, in silenzio, senza far capire che sarei tornata a casa per cena. Me ne andrò e basta. Probabilmente lascerò un biglietto ai miei, sono pur sempre i miei genitori e tengo a loro anche se non sono sicura che riuscirò a perdonarli per quello che mi hanno fatto. Ora voglio solo pensare ad andarmene il prima possibile da quest'isola prima che Taylor possa raggiungermi ed impedirmi di andarmene.
Le lacrime scorrono incontrollate sul mio viso, butto i vestiti alla riffusa nella valiga per cercare di fare il prima possibile.
Ad un certo punto si apre la porta e sussulto per lo spavendo, mi giro ed incontro gli occhi tristi di Iris.
Mi parla, eppure la mia mente é scollegata, non riesco ad assimilare le sue parole e se rispondo, non mi rendo nemmeno conto di farlo.
«Non me ne vado solo da qui, me ne vado da tutti.» sussurro.
È l'unica frase che sono consapevole di dire.
La mia amica annuisce, capisco dal suo sguardo che non é d'accordo con me.
Mi mancherai Tine.» singhiozza Iris e mi stringe a se. «Ci rivedremo, te lo prometto Iris, tornerò.» singhiozzo a mia volta e poi mi stacco da lei. Ci asciughiamo entrambe le lacrime e mi accompagno fuori dal cancello del villaggio dove mi attende una macchina che mi porterà all'aeroporto. Inevitabilmente quando ci riabbracciamo scoppiamo entrambe di nuovo a piangere. «Mi raccomando Martine, non smarrire mai te stessa.» mi dice mentre apro la portiera, «Come potrei? Lo ho già fatto.» le rispondo con foce piatta, non provo nulla. Entro per poi richiudere la porta.
La macchina si allontana, pian piano la figura di Iris scompare e con essa il villaggio turistico.
Sospiro e mi asciugo le lacrime per quanto mi é possibile e mi rannicchio contro la portiera.
Non sono ancora del tutto lucida, ma quando l'autista si ferma davanti all'aeroporto lo pego e cammino diritta verso la biglietteria.
《Salve, vorrei un biglietto per Miami.》 Chiedo alla signorina dietro il bancone appena arrivo.
《Mi spiace ma l'ultimo volo parte tra dieci minuti.》 Risponde la ragazza con scritto "Tiffany" sulla targhetta.
《Posso partire anche fra dieci minuti, non mi importa il posto, ma la prego, mi faccia tornare a casa.》 le afferro la mano e la guardo in modo supplichevole.
Non so se per il mio bel teatrino o per altro, ma Tiffany annuisce e mi consegna il biglietto.
La ringrazione e vado immediatamente a fare il check-in. Superati i controlli vado verso il gate 5 e mi imbarco.
Osservo i numeri ricamati sui sedile e quando trovo il 34 mi siedo e prondo un respiro profondo chiudendo gli occhi.
Non gli voglio aprire, non voglio vedere Tenerife rimpicciolirsi pian piano fino a scomparire.
Questo viaggio mi deve sembrare un viaggio come un'altro, un normale ritorno a casa dai miei genitori, un normale ritorno a casa senza che io sappia la verità, deve sembrare tutto normale, anche se non lo é.
Dopo poco, o dopo tanto, non ne sono molto certa, ero troppo concentrata sui miei pensieri, sento il respiro fermarsi per un momento, il motore che gira e la disabilitante sensazione di non essere più appoggiata sulla crosta terrestre.
Non gli voglio aprire ancora gli occhi, forse sarebbe meglio che io dormissi, che chiudessi fuori tutti i pensieri e cge mi rilassassi per poche ore prima di rientrare a Miami, dove dovrò far finta di nulla, dove dovrò fingere come hanno finto i miei due genitori fino ad ora.







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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 29, 2017 ⏰

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Mystery {Cameron Dallas} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora