two.

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jimin si alzò dal letto del ragazzo con cui aveva scopato la sera precedente e si stiracchiò, mentre gli togliera di dosso le coperte e le portava a coprirsi il corpo, ancora nudo.
una volta che si fu svegliato, andò, con passo lento, verso l'armadio del ragazzo, aprendolo e rubando qualche vestito pulito da mettere addosso dopo la doccia, per poter uscire da casa.
aveva cercato a lungo qualcosa che fosse adatto a lui e che mettesse in risalto il suo corpo e aveva bestemmiato contro il ragazzo per non aver nulla che facesse al caso suo.
alla fine aveva dovuto prendere la prima cosa che aveva trovato e che si adattasse al suo fisico.

era domenica, per cui non doveva andare a scuola e questo lo rassicurava.
l'unica cosa che lo turbava era che proprio quel giorno avrebbe dovuto iniziare a flirtare con quel yoongi che per tanto tempo aveva odiato e che avrebbe dovuto far finta di amare.

un po' preoccupato e con il cuore pesante per l'ansia, aveva cercato tranquillità nella vasca da bagno e nell'acqua calda, che, come sempre, lo aveva aiutato a riflettere e lo aveva calmato.

una volta che ebbe finito tutto, uscì di casa del ragazzo di cui neanche ricordava il nome e dopo aver respirato l'aria fredda di quella mattina e dopo essersi stiracchiato per l'ennesima volta, iniziò a camminare fino a casa di kim taehyung, dove sarebbero dovuti incontrarsi tutti, come previsto.

avevano pianificato ogni cosa con la massima concentrazione, attenti a non fare errori, e jimin aveva imparato tutti i consigli che avevano potuto dargli per riuscire a conquistare il più grande.

non avrebbe dovuto fare molti sforzi, a dire il vero, doveva solo essere carino e sexy. doveva sapersi valorizzare e soprattutto non doveva essere timido.
yoongi odiava le persone di quel tipo, a quanto aveva capito, dato che le trovava false.
non era molto sicuro della logica con cui pensasse questo genere di cose, dato che lui trovava le persone chiuse molto tenere, ma era così e jimin doveva accettarlo.

una volta che si trovò davanti al portone blu notte, bussò, trovando molto strano il colore con cui era stata pitturata quella casa e cercando di non dare peso all'ansia che lo stava divorando.
solitamente non sentita nulla di tutto ciò, e questo lo preoccupava molto.
era un segno? non doveva andarci e doveva rifiutare l'incarico, anche al costo di non ricevere quel denaro?
scrollò le spalle quando qualcuno aprì finalmente la porta e guardò il ragazzo davanti a sé, sorridendo e leccandosi le labbra.

«ciao yoongi. c'è taetae in casa?» ghignò.

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