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(Chat)

Rose: Mamy mamy mamy

Mamma: rose rose rose come sta andando?

Rose: alla grande, harry è carino, grazie per avere scelto lui

Mamma: sicura sia tutto ok?

Rose: si mamma. sono solo contenta.

Mamma: bene, mi fa piacere. ora devo andare, ho l’aereo tra poco.

Rose: ok buona fortuna mamy. ti voglio bene

Mamma: grazie tesoro. Ti voglio bene anch’io. Divertiti

Rose: lo farò.

-

“Rose!” Sentii Harry urlare per la seconda volta oggi. Gli avevo mostrato la sua stanza affinché potesse disfare i bagagli, poi andai nella mia stanza per scrivere a mia mamma. Ed ora eccomi qua a lasciare lentamente il mio comodo posticino nel letto per un ragazzo che a malapena conosco

“Rose?” Ripeté Harry. Sentii i suoi pungi contro la porta per attirare la mia attenzione. Ero nervosa al pensiero che potesse vedere l’infantilità della mia camera piena di rosa e di Hello Kitty, ma dovevo sapere cosa voleva.

“Arrivo!” Mi lamentai camminando verso la porta. La aprii velocemente e trovai un Harry concentrato in piedi dall’altra parte. Mi misi in una posizione che gli impedisse di vedere la mia stanza per evitare l’imbarazzo.

“Dov’è quella cartella che tua mamma ha lasciato nella stanza degli ospiti? Probabilmente sarei svenuta nel sentire Harry pronunciare la parola “mamma” se non fossi stata così spaventata nel farlo arrabbiare per aver preso la cartella. 

“Non lo so. Non ce l’ho messo io. Non ho idea di dove possa essere.” Mentii con una voce bassa e tremolante.

“Stai mentendo?!” Mio chiese. La sua voce più calma che arrabbiata. Ma come sapeva che stavo mentendo?

“No.” Mentii di nuovo cercando di mantenere freddezza. “No, non sto mentendo.”

“Rose.” Il suo sguardo divenne severo e mi afferrò un polso. Le sue dita strinsero la parte sotto al palmo. “So per certo che stai mentendo: le tue guance sono rossissime e il tuo battito è stranamente veloce.”

“Come-“ Iniziai a parlare ma Harry mi interruppe.

“Dov’è? Mi chiese. La voce restò calma anche se avrebbe dovuto essere irritato dal mio comportamento.

“Non lo so.” Farfugliai spaventata.
La sua presa attorno al mio polso diventò più forte, come se volesse stringere il pugno dimenticando che una parte di me fosse tra le sue lunghe dita.

“Rose, dov’è il fascicolo?” Ripeté chiudendo gli occhi per sbarazzarsi della rabbia.

“Harry, non lo so.”

“Rose, hai trenta secondi per smettere di mentire e dirmi dove si trova prima che io violi la tua privacy e lo trovi per conto mio.

“Io non-“ Mi interruppe di nuovo.

“Rosalita Mae, hai dieci secondi!”
Alzò la voce. I suoi si aprirono in meno di un secondo. Indietreggiai per il suo tono che sembrò rivelare la sua vera forma per la prima volta.

“Come sai il mio nome completo?” Chiesi pentendomene subito dal momento che mia madre gli aveva sicuramente questo genere di informazioni.

“Non cambiare argomento. Dammi la cartella.” Non ribattei. Non volevo proprio che frugasse nei miei cassetti. Mi affrettai dentro la stanza e afferrai il fascicolo.
Glielo diedi e notai che stava guardando la mia camera. Cercò di trattenere un sorrisino affettuoso ma feci finta di niente.

“Perché hai mentito?” Mi chiese immediatamente. Alzai le spalle troppo spaventata per rispondere.

“Non avere paura. Rispondi.” Mi intimò, ma io rimasi in silenzio fissando il pavimento.
Harry mi alzò il mento costringendomi a guardarlo negli occhi.

“Rose, dovremo vivere insieme per tanto tempo. Devi aprirti con me e dirmi perché non vuoi che veda cosa c’è nel fascicolo. Altrimenti sono autorizzato da tua madre a punirti. Dimmi il motivo e ti prometto che non le dirò cosa hai fatto.”

“È solo che…” Espirai mentre Harry aspettava pazientemente che proseguissi. “Ho vergogna di alcune cose che potrebbe contenere.”

“Preferiresti dirmele tu? So che sei troppo timide per parlare con me. Per questo ho bisogno della cartella.

“A-allora esamina il fascicolo.”

“È proprio ciò che pensavo di fare. Buonanotte, Rose.”

“Buonanotte, Harry.” La mia voce era quasi inaudibile.

“Mi dispiace averti spaventata. Abbraccio?” Harry aprì le braccia invitandomi a rannicchiarmi sul suo petto ma ero troppo nervosa, così scossi la testa.

“Non posso” Sussurrai.

“Avanti, Rose. Non voglio renderti nervosa. Per piacere.” Le braccia ancora aperte in un caldo invito ma questa volta più vicino.

Sospirai ma avvolsi le braccia attorno a lui. Le sue braccia muscolose circondarono il mio corpo e poggiai la testa al suo petto. In qualche modo trovai quella sensazione stranamente confortevole. Tutto il corpo fu scosso da un formicolio, come se fossi circondata da un’incredibile quantità di farfalle. Mi sentivo davvero al sicuro nelle braccia di un uomo sconosciuto, e la trovai una sensazione strana anche se piacevole.

Mi sentivo come se Harry fosse la figura paterna che non avevo mai avuto modo di conoscere. Speravo che ogni sera successiva avrebbe augurato una buona notte, rimboccato le coperte e dato lo stesso abbraccio caloroso oppure lasciato un bacio sulla guancia o sulla fronte o forse entrambi.

Tutte quelle emozioni erano strane dal momento che le provavo per un uomo sconosciuto che era entrato nella mia vita il giorno stesso.
Forse ciò che provavo era speranza. Forse speravo che Harry fosse un uomo grandioso che poteva migliorare la mia vita piuttosto che farmi male.

Play Date // H.S // Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora