Capitolo 15

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Una doccia fredda cacciò via tutti quei brutti pensieri. L’acqua ghiacciata scivolava sulla mia pelle, regalandomi splenditi brividi, facendomi sentire viva per la prima volta dopo parecchio tempo. Uscii dalla doccia e iniziai ad asciugarmi. Sul letto era già pronto il vestito che avrei indossato quella notte, e ai suoi piedi stavano le scarpe dal vertiginoso tacco che avrei messo quella notte. Sulla scrivania erano sistemati i trucchi che avrei usato quella notte, ombretto chiaro, matita marrone, mascara nero, e rossetto rosso fuoco, abbinato allo smalto rosso già steso sulle mie unghie.
Il vestito era bianco e le scarpe rosse. In vita il vestito era stretto da una cinta rossa in pelle.
La festa per cui mi stavo preparando quel pomeriggio era la cosìddetta “festa di fine estate”.
Si teneva in una sala di un locale parecchio ampia all’interno della quale venivano allestiti parecchi bar e buffet. Una pista per ballare al centro, un dj, buona musica e tantissima gente. Venivano invitati tutti gli studenti del mio liceo, gli attuali e gli ex studenti. Era un grande ritrovo per tutti noi. Si pagava un ingresso di 15 euro e la roba da bere era gratis per tutta la notte. Il locale era sulla spiaggia e solitamente la festa si concludeva con un bagno alle sei del mattino.
Non vedevo l’ora di arrivare alla festa.
Mi sentivo una dea quella notte, mi sentivo come se tutto il mondo fosse ai miei piedi ed io potessi fare di lui tutto ciò che mi passava per la testa.
Alle dieci passò a prendermi Michela e insieme andammo al locale.
Era già pieno di gente. Gente simpatica che non vedevo l’ora di rivedere e di riabbracciare, ma anche gente di merda che avrei preferito non vedere nuovamente. Ma quel giorno nulla avrebbe potuto togliermi dalla faccia il sorriso smagliante, il buonumore e la voglia di divertirmi come se non ci fosse un domani.
Entrai nella pista da ballo con il mio primo drink in mano e ballai un po’ con Michela e vecchi amici ritrovati.
Tommaso e il suo gruppo di amichetti dementi non mi salutò, ovviamente. Entrò nella sala convinto di essere il padreeterno e subito scelse una ragazzina del primo anno con cui provarci per le prime ore della festa, tanto a mezzanotte la bimba in questione sarebbe tornata a casa e lui si sarebbe potuto dedicare alle ex studentesse del liceo che avevano tutte un debole per lui. Ad ogni festa si ripeteva la stessa storia come un triste copione nel quale ci trovavamo tutti imprigionati.
Corrado arrivò accompagnato da una bella ragazza che aveva studiato per qualche anno nel nostro liceo e da Michele con la sua ragazza al traino. Arrossii leggermente nella luce soffusa della sala mentre ripensavo alla notte passata con quei due ragazzi.
Continuavo a ballare e a bere, avevo ormai perso il conto dei drink, e l’alcool iniziava a farsi sentire.
Uscii fuori dal locale per prendere un po’ d’aria e fumarmi una sigaretta in tranquillità.
“Clarissa, offrimi una sigaretta bellezza.” Disse Corrado. Era dietro di me, con le braccia mi cingeva la vita nel frattempo le sue labbra baciavano leggere il mio collo e la mia spalla.
Gli offrì la sigaretta e dopo poco arrivò la sua ragazza.
“Amore mio,” Disse baciandole una mano “Ti presento Clarissa.”
“Ciao, io sono Elettra.”
Sorrisi e la salutai. Parlammo un po’, del più e del meno, fumandoci quella sigaretta. Dopo un po’ Corrado ci lasciò sole, sparendo nel nulla dopo aver detto “Ora vi lascio parlare da sole fanciulle, avete molto da dirvi.” L’ambiguità di quelle parole mi colse di sorpresa, ma ormai l’alcool aveva annebbiato quasi del tutto il mio cervello e non ci pensai più di tanto, anzi, trascinai Elettra in una lunga passeggiata sulla spiaggia.
“Mi piacciono i tuoi capelli.” Disse Elettra accarezzandomi i lunghi boccoli che mi ricadevano sulle spalle e sul seno.
“Sono belli anche i tuoi. Mi piace molto il colore.” Elettra aveva dei capelli lunghi fin sotto il seno nero corvo. Le sorrisi. Lei continuava ad accarezzare i miei capelli castani e a guardare incantata i miei boccoli.
Mi accarezzò il viso e spostò lo sguardo sui miei occhi.
“Anche i tuoi occhi grigi sono belli. Sei davvero una bella ragazza. Sei bellissima.” Disse facendo scivolare la sua mano sul mio collo.
Io non sapevo cosa pensare. All’inizio temevo che avesse saputo che io e Corrado ogni tanto ci vedevamo, e pensavo che fosse solamente gelosa. Dopo tutto io non sapevo della sua esistenza, quindi non poteva prendersela con me. Ma man mano che la sua mano scivolava verso il mio seno e i suoi complimenti si facevano più espliciti, capii che non era gelosa, ma era solo attratta da me. Rimasi quasi sollevata da quel pensiero.
Continuava a fissarmi, a guardarmi dritta negli occhi, come se volesse capire e captare in quel modo i miei pensieri. Io non dissi nulla, non riuscii a dire nulla.
Lei mi baciò, dolce ma decisa, leggere e sensuali le sue labbra si posarono per un secondo sulle mie. La guardai meravigliata. Ma dopo una manciata di secondi le nostre labbra erano di nuovo incollate e si assaporavano a vicenda.
All’improvviso mi accorsi che qualcuno ci stava osservando, seduto sulla sabbia a qualche metro da noi, qualcuno ci fissava spaesato, incuriosito, forse un po’ geloso.
Ci bloccammo all’improvviso, anche lei si era accorta di quella persona.
Era Corrado.
-Merda!- Pensai. –Merda!-
Ma lui non intervenne, non disse nulla, si limitò a sedersi più vicino a noi e a continuare ad osservarci.
Lentamente Elettra riprese a baciarmi, mentre Corrado rimaneva in disparte, a bocca aperta, a guardare la scena.

Tutte le cose che avrei voluto direDove le storie prendono vita. Scoprilo ora