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Riempii la ciotola di Dan con i suoi croccantini preferiti ed entrai in casa della signora Lebrowski. Era seduta sul divano e teneva una coperta sulle gambe.

"Si sente meglio?" domandai sedendomi accanto a lei. "Le serve altro?"

Il suo viso era più raggrinzito e gli occhi più scavati, ma restava comunque una bella donna.

"Non sei costretta a fare tutto questo per me, posso cavarmela da sola." Rispose guardando la televisione che mandava una telenovela spagnola. Sospirai e poggiai la testa contro il divano.

"Le vado a preparare una tazza di tè." Esclamai dopo pochi attimi di silenzio.

Quando ritornai in salotto e le porsi la tazza fumante, mi rivolse un sorriso timido.

"E' venuto spesso, sai?" mormorò guardandomi di sottecchi.

"Tom è sempre qui." Le feci notare incrociando le braccia al petto.

"Non sto parlando di Tom, ma dell'altro ragazzo..."

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma non dissi nulla.

"Si appostava ogni sera di fronte la tua finestra e restava a guardare." Indicò con un dito il punto in cui lei osservava lui. "Non ha mai perso una sera da quando sei partita l'ultima volta."

Poggiò la tazza sul tavolino davanti al divano e mi porse le mani.

"Vieni qui."  Disse dolcemente.

Mi avvicinai e strinsi le mie mani nelle sue.

"So che hai rifiutato Tom." Cominciò.

"Io-io ho dovuto farlo... " tentai di spiegare.

"Hai fatto bene se non è quello che vuoi. Non puoi legarti ad una persona che non ami, sarebbe una follia." Mi sfiorò il viso con le dita e socchiusi gli occhi.

"Amo Tom"

"Tesoro, l'amore è qualcosa che ti brucia dentro, qualcosa che arde, che ti fa perdere il sonno, e se questo con mio nipote non ti succede, non puoi fartene una colpa." Mi tranquillizzò lei.

"Justin è il mio passato." Affermai sicura delle mie parole.

"Forse non lo è così tanto."

Fummo interrotte dal rumore della porta ed entrambe voltammo la testa. Tom entrò con due cartoni della spesa ed incrociò il mio sguardo.

"Che cosa ci fai qui?" domandò sorpassandomi ed entrando in cucina.

"Sono venuta a trovare tua nonna come faccio ogni volta che torno in città." Spiegai seguendolo.

Posò la spesa sulla tavolo e infilò una mano in tasca.

"Non sei più tenuta a farlo dal momento che hai preferito un nulla facente al mio posto." Sbottò acido.

"Non è un nulla facente." Lo corressi un po' innervosita. Rise e scosse la testa.

"Brava, Liv." Mormorò. "Continua a difenderlo, a preoccuparti per lui, a farti abbindolare dalle sue parole e dal suo bel faccino angelico, tanto Tomas non serve più a niente con Justin nei paraggi, giusto?"

"Sei un vero idiota!" risposi guardandolo male. "Non capisci mai niente."

Afferrai la giacca e camminai verso l'uscita.

"Che cosa c'è da capire, mi pare tutto abbastanza evidente." Urlò.

"Non sforzarti...non importa."

XXX

Sottolineai l'ultimo rigo della pagina e sospirai, non potevo studiare in quello stato, no con quei pensieri nella testa.

Complicavo sempre le cose, facevo sempre gli stessi errori.

Forse mia madre aveva ragione quando mi diceva che le persone dovevano starmi lontane, creavo problemi inutili.

Se solo fossi stata coraggiosa mi sarei scavata dentro e mi sarei chiesta una cosa fondamentale: ami ancora Justin?

Il problema era che avevo paura della risposta, e non ero sicura di volerlo sapere per davvero.

"Ti ho portato qualcosa da mangiare." Esclamò Rob sulla porta della mia camera con un vassoio tra le mani. "E' da un po' che sei chiusa qui dentro."

"Grazie." Dissi posando l'evidenziatore giallo. "Stavo morendo di fame!" ammisi addentando un panino al salame.

"Io, la mamma e Teddy usciamo." Mi avvertì baciandomi la guancia.

"Divertitevi."

Ritornai a studiare fin quando i miei genitori non furono andati via, poi mi decisi a scendere in salotto.

La tempesta di quella sera metteva i brividi, c'era la nebbia e non si vedeva altro che pioggia. Mi strinsi una coperta intorno al corpo ed accesi la televisione per tenermi compagnia.

Mi distesi sul divano e piano piano mi addormentai.

XXX

Il rumore di pugni contro la porta mi fece sobbalzare. Spalancai in fretta gli occhi e mi tenni una mano sul cuore; ero ancora sola in casa.

Probabilmente mamma e Rob avevano dimenticato le chiavi.

Mi alzai dal divano e mi avvicinai all'entrata, aprendo la porta.

"Mi sei mancata tanto anche tu."

Justin mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

Le sue labbra si scontrarono con le mie e le goccioline dei suoi capelli bagnati mi ricaddero sul viso.

Indietreggiai chiudendo con un calcio la porta e mi strinsi di più a lui.

"Non ci credo." Mormorai contro le sue labbra.

Si staccò da me e mi guardò dritto negli occhi.

"Anche tu provi lo stesso?" mi chiese sorridendomi.

"Cosa provi?"

Gli asciugai con un dito una gocciolina che gli scendeva sul naso.

"Amore, Liv." Sussurrò. "Non ho mai smesso di amarti."

NEVER ENOUGHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora