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Suona il campanello. È Beatrice.
Esco ed entriamo nella macchina del padre. Dentro c'era anche questo amico di cui mi aveva parlato Bea. Entro e quel tizio inizia a fissarmi con una certa insistenza. Ma che vuole ora?
Parlo con Bea cercando di girarmi per non sentirmi così fissata da lui. Ma non si schioda. Ha i capelli castani e gli occhi verdi. Sono belli solo gli occhi. Dopo qualche minuto inizia a parlarmi:
"Piacere io mi chiamo Peter... Tu?" mi dice porgendomi la mano "Emh... Piacere" dico insicura ritirando subito la mano "io sono Eleonora". Odio il contatto fisico con i ragazzi (ovviamente tranne con Leo).
"Dove volete andare?" chiede Peter.
"Per me è uguale!"
"Sicura?" ma no... Se no non lo dicevo.
"Si"
"Anche per me" interviene Bea sperando di ricevere lo stesso trattamento ma Peter non fa altro che ignorarla. Bea mette il broncio
"E a me non dici nient'altro?"
"Cosa dovrei dirti?"
Mi viene da ridere ma mi trattego per il bene di tutti e tre.
"Andiamo al campetto da calcio? Ci sono altri miei amici!"
"No!" gridiamo subito sia io che la mia amica spaventate da quello che ha appena detto.
"Vacci piano" diciamo scoppiando a ridere.

La Mia Stella Polare//Leonora//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora