SARA' UN GIORNO DA RICORDARE O DA DIMENTICARE?

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Sentii un rumore improvviso, non riuscii subito ad individuarne la provenienza, ma una volta aperti gli occhi in un attimo mi resi conto della situazione: << svegliaaaa >> urlava Valentina dal corridoio, << è ora di alzarsi >>.

Non avevo la minima voglia di andare a scuola, non avevo voglia di prepararmi per uscire, avrei voluto stare in quel letto tutto il giorno. Purtroppo però la vita è questa, è fatta anche di obblighi e impegni poco piacevoli, era stato un mio desiderio quello di continuare gli studi e ora dovevo prendermene la responsabilità. Decisi di vestirmi un po' più elegante per l'occasione, scelsi una gonna rosa pastello e una camicetta bianca, ma dopo essermi vista allo specchio, capii che in realtà l'ultima cosa che avrei voluto era quella di attirare l'attenzione, molto meglio optare per qualcosa di più sportivo: i jeans mi stavano aspettando. Scesi al piano di sotto, in sala da pranzo c'erano Carlo e Monica, mi aspettavano a tavola, oggi però ero in orario!

<<Buongiorno!>> disse Carlo con aria allegra, sembrava di buon umore quella mattina, era la prima volta da quando l'avevo conosciuto in cui lo vedevo felice. <<Stamattina ti accompagnerò io a scuola, conosco personalmente il Preside, il signor Franchi, sarà lui poi ad accompagnarti nella tua nuova classe>>.

Per colazione pane burro e marmellata di ciliegie, direi un modo ottimo per iniziare la giornata, Monica mi portò anche una tazza di latte caldo. Mangiai abbastanza in fretta, e successivamente seguii Carlo verso la macchina. La scuola si trovava a 7 km da casa, direi una distanza un po' troppo grande per essere percorsa a piedi, mi chiesi come avrei fatto i giorni successivi quando Carlo non mi avrebbe accompagnata, ma a quel problema ci avrei pensato più avanti. Faceva freddissimo quella mattina, infatti avevo il mio cappello e la mia sciarpa di lana, mi accompagnavano ovunque ed erano senza dubbio il modo migliore per ripararsi dal freddo.

Mentre ero distratta, come al solito, non mi accorsi che eravamo arrivati davanti al mio nuovo liceo.

L'edificio era bellissimo, completamente costruito in mattoni rossi, il cortile era deserto, dovevano essere già tutti dentro

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L'edificio era bellissimo, completamente costruito in mattoni rossi, il cortile era deserto, dovevano essere già tutti dentro. Mi avviai verso l'ingresso principale che si trovava dall'altro lato rispetto al luogo in cui avevamo parcheggiato la macchina. Carlo era al mio fianco, devo ammetterlo, mi faceva sentire al sicuro. Lui conosceva benissimo la scuola, infatti si diresse a testa alta e con passo spedito verso l'ufficio del signor Franchi, il Preside.

Bussò alla porta; << avanti >> disse una voce, << Ciao Mauro, ecco come ti avevo detto, lei è Eleonora >>. << Piacere >> dissi con un filo di voce, ero terribilmente in ansia, non ricordavo quella sensazione, come se avessi un peso enorme sullo stomaco. << Piacere mio Eleonora. Bene, dammi un attimo e ti accompagno in classe >>. Carlo a quel punto fu libero di tornare a casa, mi salutò e uscì. Lo vidi dalla finestra mentre raggiungeva la macchina, risaliva e partiva svelto, mi chiesi cosa avrebbe fatto in quella giornata, ero curiosa, non mi aveva ancora detto quale fosse il suo lavoro.

Lo studio del preside era meraviglioso, come se fosse un piccolo paradiso pieno di libri antichi, io amavo leggere, amavo i libri, in particolare i libri vissuti, quelli rovinati, avevano un profumo che anticipava la storia che avrebbero raccontato. Assorta nei miei pensieri non mi accorsi che il signor Franchi mi stava chiamando, <<Eleonora, seguimi>> disse, <<la tua classe è la 4°B, quest'anno in 4°B un ragazzo è stato bocciato, per questo motivo si è liberato un posto, e tu hai avuto questa grande fortuna, la nostra scuola è la migliore di tutto il paese, i nostri studenti hanno tutti avuto delle grandi carriere lavorative, e il merito è un po' anche nostro>>. Il Preside iniziò a parlare e io dopo poco iniziai a non ascoltarlo più, non diceva sicuramente cose poco interessanti, ma trovavo più affascinante osservare quei corridoi, quelle classi, quel luogo dove avrei passato la maggior parte del mio tempo nei successivi due anni.

Arrivammo presto alla classe, entrai e fui costretta a fare una piccola presentazione, un ragazzo in seconda fila mi offrì il posto a fianco a lui. La prima lezione della mattinata fu chimica, una materia difficile, ma che adoravo. Capitava frequentemente che mi distraessi, ma ogni volta che nella mia testa riaffiorava qualche ricordo negativo cercavo di cacciarlo pensando alle cose belle che mi stavano succedendo. Mi trovai subito bene in quella scuola, dal primo momento. La classe non era delle peggiori, durante il cambio dell'ora quasi tutti vennero da me per presentarsi. Non avevo assolutamente intenzione di fare la vittima raccontando la mia storia, dissi semplicemente che mi ero trasferita da poco. Le cinque ore di scuola della mattinata passarono in un attimo, il mio vicino di banco si chiamava Riccardo, fu subito molto disponibile, mi diede addirittura in suo numero di telefono, in modo da poterlo chiamare se avessi avuto bisogno di parlare dei compiti che ci erano stati assegnati per i giorni successivi.

Quando tornai a casa raccontai a Monica e a Valentina della mattinata, sembravano davvero interessate a quello che stavo raccontando. Monica preparò una minestra calda per pranzo, non era di certo il mio piatto preferito, ma per non offenderla la mangiai fingendo che mi piacesse.
Nel pomeriggio avevano in programma di andare al mercato, non avendo ancora troppi impegni scolastici decisi di godermi il pomeriggio e di accompagnarle a fare compere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 19, 2017 ⏰

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