A/N: Eccomi con una nuova storia riadattata per voi...Vale davvero la pena leggere questa storia in quanto l'autrice (patronustrip - EFP) è davvero brava a scrivere. Se avete tempo leggete le sue storie. (PS. Il titolo, e i titoli dei capitoli, sono frasi di una poesia di Emily Dickinson)
....
Lauren era certa che se avesse ascoltato qualcos'altro quel giorno tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Apparve alla porta giusto a tempo con la batteria, immersa nei riff di chitarra ritmica.
Prima le gambe e poi tutto il resto.
Una gonna pesante, rossa. Uno stupido pullover che se fosse stato addosso a qualcun altro Lauren era certa si sarebbe ritrovato nel cassonetto fuori dalla scuola come appuntamento fisso per un anno, solo per l'audacia di averlo portato.
Ma in lei, su di lei, stava come se fosse un fottuto reggiseno di pizzo, e Lauren dovette chiudere la bocca al solo pensiero, prima che la gomma le cadesse sul banco.
She was a fast machine,
She kept her motor clean,
She was the best damn woman that I ever seen.
Sembrava muoversi a tempo, e dio si domandò se fosse l'unica a vedere quei fianchi ancheggiare come il cielo sapeva.
Il suo collo era perfetto, incorniciato da quel coletto del cazzo che, proprio come il pullover, sembrava solamente dire "non sono qui per te, ma sognami pure".
Ma fu quando voltò il viso e incrociò lo sguardo di tutti, dietro quelle lenti enormi, che Lauren sentì solo la musica nelle sue orecchie.
She had sightless eyes,
Telling me no lies,
Knockin' me out with those American thighs
Come se li avesse chiamati quegli occhi incrociarono i suoi. E le fu impossibile trattenere un sorrisetto nel vederla camminare verso di lei, attraversare i banchi e porgere la mano in avanti. Il viso serio e una compostezza da far paura.
Disse qualcosa, ma le cuffie nelle sue orecchie continuarono a pulsare il ritmo rock che accompagnava i sogni di Lauren nello scrutare quella specie di dea della castità che aveva davanti.
Mosse di nuovo le labbra e Lauren ridacchiò, finché non annuì e tolse le cuffie porgendogliele con tutto l'mp3. Il silenzio della vita reale tornò ridondante e fu quasi stonata dal niente che sentiva intorno.
La vita con gli ACDC nelle orecchie era decisamente meglio.
Ma quella dea casta restava sempre perfetta anche senza colonna sonora.
Lauren continuò a fissarla come se avesse visto un angelo. Beh, un angelo da sbattere sulla cattedra, direttamente di fronte al resto degli studenti.
Oh, diavolo. Adesso doveva prendersi cura di sé appena tornata a casa.
La dea non si mosse, e nonostante avesse ancora le cuffie accese nella mano, continuava a fissarla impaziente.
Lauren inarcò un sopracciglio «Cosa?» Con il tono più irritato che sapesse usare.
La dea si sistemò gli occhiali sul naso senza scomporsi. «È pregata di gettare quella gomma americana durante le mie lezioni, signorina ...?»
Lauren lanciò uno sguardo a Jenny, seduta accanto a lei, e si sorrisero «Uncazzo Nonmenefrega.» Rispose, masticando la cicca con ancor più fervore. Jenny rise.
La donna non si scompose, invece staccò l'mp3 dalle cuffie silenziandolo definitivamente e si sistemò di nuovo gli occhiali «Bene, signorina Nonmenefrega. Adesso può anche gettare la sua gomma.»
STAI LEGGENDO
A Wealth So Wonderful
FanfictionLauren è un membro delle Skank da anni, quando la giovane Miss Camila Cabello entrerà dalla porta dell'aula di Letteratura il primo giorno di scuola, sconvolgendo completamente il mondo che la circondava con emozioni mai provate, altre che aveva dim...