To have the joy of feeling it - again

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Quel tetto non aveva crepe. Né muffa.

E l'aria non puzzava di cavoli fritti e tubature rotte.

La luce del sole al tramonto penetrava dalla finestra gentilmente, senza allungare le ombre in figure minacciose e incubi orrendi.

Lauren respirava piano, supina. Il suo volto si volse verso la donna accanto a lei.

Nuda, avvolta in un lenzuolo disordinato che copriva appena il suo seno. Quegli occhi castani la fissavano intensamente. Non avevano smesso un attimo.

Aveva altri ricordi adesso. Altre sensazioni, altri ... orgasmi.

Eppure sembrava sempre che la cosa di cui più avesse bisogno fosse quel corpo caldo accanto al suo, e quegli occhi fissarla come in quel momento. Tentando di sfilarle l'anima.

Ma se gliel'avesse chiesta Lauren gliel'avrebbe data. Senza proteste.

Sospirò e tornò a fissare il soffitto. Era tutto perfetto. Era tutto così perfetto.

E non lo era.

La mano di Camila, come se avesse sentito il ronzio nella sua testa caotica, intrecciò le loro dita insieme.

«Cosa c'è?» Sussurrò.

A Lauren veniva da piangere ogni volta che quella voce accarezzava le sue orecchie. Voleva morire ascoltando Camila parlare.

Prese un respiro profondo. Molto, molto profondo.

«Io sono ...» Dovette schiarirsi la gola. «Io sono ...».

Camila si avvicinò, le sue labbra toccarono la sua spalla. «Tu sei?» La solleticarono.

Lauren si voltò appena dall'altra parte. Non riusciva a guardarla negli occhi. «Io sono solo un passatempo?»

Camila si alzò su un gomito immediatamente, Lauren evitò il suo sguardo, ma la mano delicata che le accarezzò la guancia la costrinse a voltarsi.

Morì nello sguardo ferito che incontrò, e se c'era una cosa che Lauren non voleva fare era ferirla. Ma doveva sapere.

Quegli occhi si tramutarono in un sospiro, perché Camila capì. Capì le sue domande, le sue ferite.

C'erano così tante cicatrici.

Il suo pollice accarezzava lentamente la sua guancia, e i loro occhi respiravano gli uni negli altri.

Camila scosse la testa, lentamente «No.» Mormorò.

Lauren accettò le sue labbra sulle proprie con le lacrime agli occhi e il respiro tenue, sebbene il suo cuore corresse veloce.

Prese la mano sul suo viso e la strinse, deglutì il magone. Si guardarono, vicinissime. «Mi dispiace ...». Sussurrò.

Ma Camila scosse la testa un'altra volta e la baciò ancora.

Salì a cavalcioni su di lei, fra i baci e le carezze. Lauren sentì il lenzuolo solleticarle i fianchi. Affondò le mani al suo interno e spinse Camila sopra di lei. Un sussurro di piacere le sfiorò le labbra, grato.

Quel viso si nascose nell'incavo del suo collo. Ansimava piano, e Lauren chiuse gli occhi persa nelle sensazioni. Mentre il calore fra le gambe di Camila strofinava piano sul suo ventre.

Aprì la bocca, perché aveva bisogno di più aria, perché era tutto così troppo. Troppo.

Camila si spostò, infilando la gamba fra quelle di Lauren, tornando a spingere in avanti.

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