Capitolo 1

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"Mary alzati è pronta la colazione!".
Ecco un altro nuovo primo giorno di scuola dopo un'estate perfetta programmata nel minimo dettaglio come ogni altra cosa della mia perfetta vita. "Mary dai che è tardi", "mamma sono pronta dammi un minuto e arrivo". Mia madre è esattamente la mia copia esatta non solo esteticamente ma anche caratterialmente. Ha sempre quel continuo bisogno di tenere tutto sotto controllo, ogni cosa, ogni movimento, ogni dettaglio.
-"Eccomi mamma possiamo andare"
- "Ma come non mangi?"
-"No, vado al Rolbar con Kate e le altre a fare colazione prima di entrare a lezione".
La strada verso scuola non è molto lunga ma mia madre preferisce accompagnarmi ogni mattina da quando mio padre ci ha lasciate forse per paura che possa sparire anche io da un momento all'altro come lui.
-"Passo a prenderti appena esci. Buona giornata tesoro e fa la brava".
Eccole qui le classiche mura bianche della mia scuola che ad essere sinceri un po' mi è mancata. Il cortile è pieno di ragazze e ragazzi di ogni età la maggior parte è tutta gente che conosco anche solo di vista ma vi sono anche ragazzi che non ho mai visto probabilmente del primo anno a giudicare dal loro sguardo impaurito.
-"Mary! Finalmente ti stavo cercando da un ora."
Mi volto e vedo gli occhi azzurri di una ragazza alta, con lunghi capelli ricci e biondi, Kate la mia migliore amica da praticamente una vita di una bellezza unica.
-"Kate, sono appena arrivata".
Corro ad abbracciarla. Andiamo insieme al bar che si trova sopra la scuola dove ogni mattina si riuniscono la maggior parte dei ragazzi prima di entrare per fare colazione o semplicemente una sigaretta. Entriamo e incontriamo Giny e Caroline.
-"Ragazze vi stavamo aspettando".
Dice Giny venendoci incontro.
-"Due caffè, grazie"
Kate sa perfettamente i miei gusti su ogni cosa sa cosa mi piace mangiare a pranzo a cena e sa in cosa consiste la mia colazione è la classica amica perfetta. Ci andiamo a sedere ad un tavolo infondo al piccolo bar e iniziamo a chiacchierare. Caroline racconta della sua vacanza trascorsa in Sicilia e con molto entusiasmo afferma di sapere per certo che avremmo un nuovo ragazzo nella scuola, più grande di noi, arrivato da poco in città.
-"Davvero ragazze è un figo da paura".
-"Certo come no a te piacciono tutti" scherza Giny e non riesco a trattenere una risata perché da una parte è vero a lei piacciono tutti. Entriamo in quella che è la nostra aula da ormai due anni, ed è esattamente come l'abbiamo lasciata, stessa cattedra, stessi banchi perfettamente lucidi, stessa varice gialla, stesso armadietto scassato. Mi siedo in prima fila vicino alla finestra di fronte lavagna che è il mio posto preferito e sono molto sollevata di vederlo ancora libero.
-"Buongiorno e ben tornati ragazzi".
Il professor Smith entra in aula con il suo classico sorriso smagliante. È un signore all'incirca sulla quarantina, alto, con i capelli castani tagliati a spazzola, gli occhiali e con indosso sempre un paio di jeans blu e una camicia che oggi è di color panna. Le lezioni filano liscio come sempre a fine giornata esco da scuola e mi dirigo verso il cancello dove so per certo che troverò mia madre nella sua BMW blu perfettamente lucida. Vicino all'uscita vedo Zed con il suo solito gruppetto. Zed è un ragazzo che a vederlo sempre davvero un modello capelli castani, occhi verdi, magro e slanciato, ah ed è anche il mio ex. Non penso abbia superato ancora che la nostra storia sia finita ma ormai è un problema suo.
-"Ehi Hill da quanto tempo"
-"Ehi Zed"
Vado a salutarlo. Sento gli occhi di tutti i suoi amichetti puntati su di me ma non mi interessa so di essere una bella ragazza però mi piace far credere a tutti che possano avere una possibilità con me per poi lasciarli con l'amaro in bocca perché alla fine sono tutti uguali e non ho intenzione di finire come mia madre a soffrire per un uomo quindi preferisco rivolgere tutto il mio amore a me stessa.
-"Come sono andate le vacanze?"
-"Sempre perfette ovviamente, e a te?"
-"Mi conosci sai come passo le mie vacanze" mi sorride facendo l'occhiolino.
In effetti si lo conosco abbastanza da sapere che, dopo che ci siamo lasciati, per lui vacanza significa ubriacarsi ogni sera e scoparsene sempre una diversa.
-"Ehi fratello ora vai con le più piccole?"
Mi volto e vedo un ragazzo che non ho mai visto di una bellezza disarmante. Magro, con le spalle scolpite, moro, con gli occhi scuri e i capelli spettinati in modo perfetto con indosso un jeans nero, una maglia bianca che mette in evidenza i suoi muscoli perfetti è un giubbetto di pelle.
-"Ehi amico da quanto tempo mi avevano detto che saresti tornato ma non pensavo oggi".
Zed si alza e lo abbraccia mentre quel ragazzo mi guarda con un sorrisetto malizioso che vorrei volentieri levargli con un pugno per avermi definita "piccola".
-"Io vado ciao".
Mi limito a dire e mi dirigo verso la macchina di mia madre senza voltarmi indietro a guardare quel prepotente.

Le ombre dell'anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora