Erano passate un paio di settimane dall'arrivo di Cadel e si era ambientato molto bene. Tutti lo adoravano.. Tuttavia in alcuni momenti si dimostrava davvero perfido nei confronti di Sulia e Alexa. Faceva spesso loro degli scherzi, come ad esempio a Sulia, durante un lavoro al computer in laboratorio, le staccò la presa del PC e lei perse tutto il lavoro di ore e ore... non era adirata in quel momento... di più, minacciò persino di picchiarlo davanti all'insegnante. Ad Alexa aveva fatto lo sgambetto mentre scendeva le scale durante il cambio dell'aula, lei ruzzolò giù dalle scale ma per fortuna non si fece troppo male. Invece con me Cadel si comportava in modo completamente diverso era sempre dolce, gentile e premuroso. Ci uscivo spesso e mi divertivo molto, si comportava sempre da gentiluomo e spesso mi offriva qualcosa o mi faceva regalini, nonostante si comportasse così con me.
«Non devi più uscirci» ripeteva sempre Alexa.
«Già io non mi fido affatto di lui... Il mio intuito non sbaglia quasi mai» insisteva Sulia sempre con un portamento fiero.
Non capivo perché me lo ripetessero, ma lo scoprii il giorno del mio diciottesimo compleanno...Era una giornata splendida, soleggiata e calda, forse troppo calda per quel mese. Pochi giorni dopo sarebbe finalmente finita la scuola e avrei passato le vacanze con le mie amiche in citta o magari che so avrei potuto fare un viaggetto.
Quel giorno faceva particolarmente caldo, così decisi di indossare qualcosa di leggero per non sentire troppo il caldo, uscii con i miei amici e Cadel, anche se a dirla tutta le ragazze non ne erano molto entusiaste dopo i vari trascorsi.
Il pomeriggio passò abbastanza tranquillo Cadel non aveva infastidito più di tanto le ragazze quindi non ci furono parecchi litigi. Andammo in un parco a prendere un po' di sole e per giocare a palla, rincorrendoci e cercando di abbronzarci. Verso metà pomeriggio faceva troppo caldo decidemmo di andare a prendere un gelato, cioè Cadel me lo offrì ovviamente lo presi alla menta perché è il mio gusto preferito, con sopra ovviamente una montagna di panna.
«Il mio regalo te lo darò la sera della tua festa, ovviamente in privato» disse una volta seduti su una panchina mentre aspettavamo che le ragazze prendessero il loro gelato.
Arrossii notevolmente.
«Un indizio??» gli dissi prima di mangiare la cialda.
«No» rispose secco, «Altrimenti non sarebbe una sorpresa» disse ammiccando e cominciando a leccare il suo gelato, era davvero molto sexy.
«E dai... un indizio piccino» lo supplicai.
«Ho detto no!» disse sorridendo, così mi arresi.
Quel giorno era vestito diversamente dal solito, aveva i vestiti stranamente chiari, anche le ragazze erano in tenuta estiva.
«Questo è un regalo da parte mia e di Sulia» disse Alexa tirando fuori dallo zaino un pacchetto un pacchetto una volta finito il gelato facendo da portavoce.
Il pacchetto era poligonale, alto forse 15 cm ed era blu.
«Forza aprilo!!» disse Sulia elettrizzata.
Aprii il pacchetto e dentro le pieghe di una carta velina bianca c'era un vestito nero, al tatto sembrava in raso. Ma la sorpresa venne quando lo tirai fuori e lo girai, dietro a un fronte molto semplice si celavano un paio di ali nere che ricoprivano la schiena, se non fosse per esse sarebbe stata completamente nuda.
Volevo provarlo ma l'avrei fatto una volta arrivata a casa ovviamente fuori dalla portata di mia madre.
«E c'è anche questo» disse Sulia mostrandomi una scatola che sembrava da scarpe. La aprii e dentro c'erano appunto un paio di scarpe nere e con un tacco vertiginoso.
«Mettile domani sera» riprese Sulia.
«Insieme al vestito ovviamente» disse poi Alexa.
«E fatti trovare sotto casa per le 20 circa» aggiunse Sulia.
Tornai a casa un po' prima di cena ed ero abbastanza stanca.
«Ma buona sera» disse mia madre quando aprii la porta, «Com'è andata oggi?».
«Bene tutto sommato» le risposi, «Però ne parliamo dopo, ora vado a farmi una doccia».
«Va bene, per cena c'è una sorpresa» rispose molto raggiante.
Andai in bagno e aprii l'acqua, dopo essermi spogliata entrai nella doccia e dopo aver chiuso le tende cominciai a bagnarmi con l'acqua che come al solito misi a metà del miscelatore. Ma c'era un problema, di solito per me quella era la temperatura ideale, quel giorno mi sembrava estremamente fredda, tant'è che urlai.
«Tutto bene?» chiese mia madre aprendo appena la porta del bagno.
«Si tranquilla tutto bene» dissi di rimando.
Ovviamente misi l'acqua bollente e soddisfatta continuai a lavarmi. Una volta uscita dalla doccia e vestita mi sedetti a tavola e mia madre mi mise davanti un piatto coperto da un canovaccio.
«Dai solleva» disse poi mentre fissavo il piatto, e così feci.
Nel piatto c'erano molte pietanze orientali, ne fui davvero contenta perché era il mio cibo preferito.
«Sorpresa?» chiese mia madre.
«Certamente» dissi cominciando a mangiare forse troppo in fretta, avevo troppa fame. Durante la cena parlammo di quello che avevo fatto durante la giornata.
Dopo aver digerito misi il pigiama e andai a dormire.
Mi addormentai quasi subito.
Ultimamente facevo dei sogni parecchio movimentati, spesso sognavo un ragazzo dai capelli biondi, con una treccia corta fino a sotto l'orecchio ma molto folta posta alla sinistra del capo, degli occhi castani e grandi, aveva un viso molto dolce e decisamente giovane, gli avrei dato non più di diciassette anni. Era di media statura e aveva la pelle molto chiara, un fisico snello, asciutto e atletico, portava degli abiti chiari e quando lo vedevo mi sorrideva porgendomi una rosa blu, proprio il mio colore preferito, mi metteva un senso di tranquillità e pace. Oppure mi appariva in sogno un altro ragazzo che mi chiamava con un tono rotto dal pianto e mi cercava con uno sguardo molto preoccupato e perso nella disperazione, aveva i capelli nero corvino e spettinati, i suoi occhi erano diversi di colore, il sinistro era giallo mentre il destro era rosso con la pupilla a forma di x e una cicatrice verticale, avrà avuto diciotto anni circa, era di media altezza e aveva un fisico prestante, vestiva abiti scuri e portava una collana con un dente, era molto seducente e aveva un'aria da dannato anche lui mi trasmetteva pace, ma non quel genere di pace interiore ma fisica come se potessi stare tra le sue braccia per sempre e non sentir più dolore.
In entrambi i casi quando finiva il sogno vedevo sempre un pugnale nel mio petto e tanto sangue che fuoriusciva da esso. Urlavo atrocemente e soffrivo come non mai, era tutto confuso, rumori sfocati, pianti atroci...
Mi risvegliavo sempre grondante di sudore, impaurita, tremante, spesso urlavo e i primi tempi mia madre si preoccupava molto e spesso correva in camera mia per rassicurarmi ma dopo un po' non venne più perché ci fece l'abitudine quindi dormiva serena, ultimamente quel sogno diventava sempre più nitido, stava assumendo una forma reale e ciò mi spaventava non poco.
Mi riaddormentai con molta fatica come sempre.
La mattina seguente mi svegliai non meno stanca del solito, mia madre entrò nella mia caotica camera, in disordine da sempre ma in punta di piedi sperando che non fossi già sveglia.
«Sono sveglia» mormorai con la faccia schiacciata contro il cuscino e con un tono che suggeriva la mia poca voglia di alzarmi.
«Allora... TANTI AUGURI VECCHIA» disse urlando in modo assordante e saltellando sulle punte battendo le mani.
«Mhh vattene» le dissi lanciandole il cuscino mirando in faccia, ma purtroppo la mancai.
«Daii di là c'è la colazione su» disse cantilenate uscendo dalla stanza.
«Va bene, va bene» dissi alzandomi di malavoglia.
Appena entrai in soggiorno venni atterrata da qualcuno...
«TANTI AUGURIII» dissero due voci all'unisono.
Due figure mi bloccavano con il loro peso sul pavimento, abbassai lo sguardo e vidi due chiome, una nero pece con due codine mentre l'altra era blu, erano Alexa e Sulia che erano venute a farmi una sorpresa.
«Oh ma buon giorno» salutai sbiascicando un po' per poi sbadigliare e abbracciarle.
Si alzarono e mi aiutarono a fare lo stesso, notai che erano vicine tra loro, troppo vicine e sapevo che nascondevano qualcosa. Quando si spostarono la vidi... era una bellissima torta rotonda con sopra la copertura di panna e le fragole affettate disposte in cerchio con dei ciuffetti di panna e crema, in mezzo c'era una scritta in cioccolato che diceva AUGURI TI VOGLIAMO BENE.
«L'abbiamo preparata sta notte a casa di Sulia» disse Alexa.
Mi misi a piangere dalla felicità e loro mi diedero un abbraccio forte di conforto. Ci sedemmo a tavola aspettando mia madre per mangiare anche con lei quella deliziosa torta, quando arrivò tagliammo la torta e cominciammo a mangiarla direttamente dal piatto in cui stava era abitudine tra noi fare così.
«Allora...» attaccò Sulia ancora con un po' di torta in bocca, «Questa mattina andremo al centro commerciale per comprare alcune cose» riprese.
«Poi a pranzo andremo all-you-can-eat» disse Alexa.
«In fine verso metà pomeriggio ti portiamo a casa per prepararti per la festa di questa sera» disse Sulia simulando dei fuochi artificiali con le mani.
Finii la mia fetta che era molto più grande visto che ero la festeggiata, andai a lavarmi e vestirmi per uscire, ovviamente rispettammo la tabella di marcia.
Quando tornai a casa mi lavai, misi poco trucco per far mettere al centro dell'attenzione il vestito, mi feci i capelli mossi con i ferri che notai si stavano schiarendo sempre di più, essi ricadevano sulla nuda schiena adornata da quelle bellissime ali nere, il vestito aderiva risaltando le curve in modo seducente. Mi trovato semplicemente fantastica. Infilai le scarpe con il tacco. Mia madre mentre mi preparavo mi fece un sacco di foto facendosi scendere qualche lacrima.
«La mia bimba sta crescendo» ripetè per un ora quasi.
Ero pronta per uscire e a momenti sarebbero passati a prendermi, abbracciai forte mia madre che ancora piangeva e scesi con molta difficoltà le scale, visto che non ero abituata a camminare con i tacchi, fino ad arrivare all'entrata del palazzo dove sarebbero passati a prendermi.
Arrivò una limousine corta con un autista, il finestrino posteriore si abbassò e le teste di Sulia e Alexa sbucarono fuori da esso.
«Hey pupa dove vai vestita così» disse Sulia scherzando.
«Mhh non ti riguarda stupida ficcanaso» dissi cercando di imitare Wayne.
Mentre ridevamo rientrarono dentro a mi aprirono la portiera, quando entrai le salutai con un bacio sulla guancia appena accennato per non rovinare il loro e il mio make-up, Sulia aveva un vestito con una gonna ampia corta fino al ginocchio fatta con molti strati di tulle lilla pastello con un corpetto bianco che le stringeva il petto, sulle braccia ricadevano le spalline larghe che si appoggiavano delicatamente su di esse, portava delle scarpe bianche con un tacco abbastanza alto e aveva appena un accenno di trucco con i capelli insolitamente slegati che creavano delle bellissime onde blu sulle spalle. Invece Alexa aveva un tubino nero con una profonda scollatura sulla schiena che le stringeva i fianchi e accentuava il suo infantile seno, aveva i capelli sciolti e al posto dei fiocchetti rossi portava un cerchietto rosso fiammante, delle scarpe decolletè in vernice rossa e il trucco appena accentuato, i suoi occhi erano enormi, rossi e privi di occhiali pensai che avesse delle lenti colorate. Stavano divinamente e penso che quella sera avrebbero sicuramente fatto colpo si qualcuno.
«Dove stiamo andando» chiesi e loro dopo una rapida occhiata anziché rispondere mi bendarono.
Una volta arrivate, me ne accorsi perché l'auto fece una frenata sulla ghiaia, mi aiutarono a scendere visto che non vedevo nulla e mi fecero da guida. Pensai che fossimo arrivate fuori città perché non c'era il solito caos delle auto ma solo il rumore della musica e dei grilli, mi fecero strada, sotto le scarpe dopo un breve tragitto ghiaioso sentii qualcosa di più duro come delle mattonelle.
Una volta entrate mi liberarono dalla stoffa che mi occludeva la vista dopodiché sparirono e mi ritrovai in una saletta abbastanza intima dove ci saranno state non più di una cinquantina di persone, di qui alcune sconosciute.
«Ciao» disse Cadel dandomi un grande abbraccio, «Tanti auguri regina».
Lo guardai di sbieco.
«Regina della festa ovviamente» disse sorridendo e grattandosi dietro la nuca.
Indossava un completo molto elegante nero con la camicia bianca, la cravatta nera e una rosa bianca nel taschino della giacca.
«Sei molto bella questa sera» mi disse facendo diventare il suo sguardo più prendendomi la mano e baciandone il dorso.
«Oh anche tu non scherzi» dissi con un tono seducente che quasi non mi apparteneva.
«Che ci fai tu qui?» chiesero le ragazze «Non sei stato invitato» disse Alexa.
«Che succede?» chiesi guardandolo dubbiosa.
«Niente stai tranquilla» disse trascinandomi via parlottando a bassa voce.
«Hai sete» chiese ad un tratto.
«Si ho un po' la gola secca» risposi.
«Il tavolo delle bibite è lì, c'è anche un buffet, aspettami qui io torno subito» non ebbi tempo per rispondere che era già sparito.
Così andai al tavolo e presi un bicchiere di cola e qualche pizzetta, ovviamente mi sarei mangiata l'intero tavolo visto che non mangiavo da quando avevamo fatto pranzo.
Mi intrattenni con gli invitati e risi molto scambiando battute, tuttavia sentivo sempre uno sguardo sconosciuto addosso e la cosa mi infastidiva non poco.
Dopo un po' si avvicinarono le ragazze insieme a un ragazzo molto carino dai capelli nero pece, gli occhi eterocromi di cui il sinistro giallo mentre il destro rosso con la pupilla a x e pensai fossero lenti come per Alexa, era lo stesso ragazzo del mio incubo, portava un completo nero ed elegante, con una camicia nera, la cravatta rossa e una rosa rossa nel taschino, quel completo esaltava la sua figura prestante e lo slanciava molto, era un ragazzo incredibilmente affascinante ma sentivo dentro di me crescere una strana sensazione come se lo conoscessi già e lo odiassi ma lo amassi allo stesso tempo. Si avvicinò e mi guardò in modo molto sorpreso come se mi conoscesse ma non mi vedesse da tempo.
«Ti si sono chiariti i capelli con tutto questo sole» disse Sulia indicandomi la testa, «Non lo avevo notato prima».
Diedi anch'io la colpa al sole dell'improvviso schiarimento ma non era colpa sua...
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Akkaja
FantasíaArlhan non sa ancora che l'arrivo di un nuovo compagno cambierà radicalmente la sua vita, non sa che le sue migliori amiche in realtà erano tutt'altro, ma solo lei può salvare il suo mondo, Akkaja