Il misterioso ragazzo si avvicinò porgendomi la mano che pensai fosse in segno di saluto ma quando gliela porsi a mia volta la afferrò e mi trascinò sulla pista da ballo, ammetto di esserci rimasta un attimo di sasso visto che non me lo aspettavo, e poi non si era nemmeno presentato, e neanche io. Mi mise una mano sulla vita e con l'altra mano mi teneva stretta la testa vicino al suo orecchio, ero quasi bloccata. Dondolammo sopra le note di un lento stringendomi a se, e nonostante cercassi di staccarmi sempre di più da lui, mi stringeva inebriandomi con il suo dolce profumo.
«Mi sei mancata davvero tanto...» mi sussurrò all'orecchio per poi annusare il mio collo.
«Sei anche più bella di quanto ricordassi... E il tuo profumo è irresistibile» riprese «Tuttavia non c'è tempo per i convenevoli, dobbiamo andarcene... Qui non sei al sicuro».
Il suo fiato mi solleticava l'orecchio e faceva crescere in me una certa eccitazione ma anche un po'di perplessità. Mi venne sete e mi mancava l'aria, interruppi il ballo per andare a prendermi qualcosa da bere.
Mentre bevevo e guardavo gli altri divertirsi venni afferrata dal polso e strattonata via, era Wayne vestita come al solito in modo perfetto nel suo aderente e scollato vestito rosa con uno spacco che arrivava fino al fianco. Perché l'avevano invitata? Mi portò nel bagno scaraventandomici dentro e chiuse la porta a chiave.
«Non hai il diritto di stare così vicina a un ragazzo così bello» cominciò a urlare per sovrastare la musica alta «Neanche il giorno del tuo compleanno».
Cominciai a prendere a pugni la porta e a tirare calci ma evidentemente non mi sentirono per la musica troppo alta, il panico mi annebbiò la mente ma non piansi, ricordai di quando Wayne mi strappò i vestiti di dosso e mi chiuse nel bagno alle medie solo perché per sbaglio avevo sorriso a un nostro compagno carino. La rabbia e una strana gelosia si impossessarono di me. Cominciai ad avere il fiato corto e guardandomi allo specchio notai che gli occhi cominciavano a tingersi di giallo partendo dal centro, ricordai che era la seconda volta che succedeva, cercai d'istinto la collana turchese ma non la trovai, mi ricordai allora di averla lasciata a casa.
Preso un profondo respiro, cercando di calmarmi, ricominciai a prendere a pugni la porta del bagno che cominciò a cedere, mi fermai perché sentii dei passi fuori dal bagno.
«Apritemi vi prego!!» urlai per cercare di farmi sentire.
Dopo aver sentito smanettare un po' con la serratura la porta si aprì e io saltai al collo del mio salvatore senza guardare chi fosse.
«Grazie mille per avermi aperto la porta» dissi senza staccarmi ma sentito il suo odore decisi di farlo.
Il salvatore era il ragazzo con cui avevo ballato il lento.
«Tutto bene?» mi chiese.
«Si» risposi spostando una ciocca dietro l'orecchio.
«Cosa ti è successo?» chiese inquadrandomi dalla tasta ai piedi
Quando il suo sguardo si concentrò sui miei occhi accennò a un sorriso e mi mise una mano sulla guancia avvicinandosi pericolosamente.
Sentii le guance andare in fiamme e lo guardai con un viso da ebete. Appoggiò la sua fronte sulla mia prendendo profondi respiri, si staccò da me e mi stampò un bacio sulla fronte
Le sue rosee labbra erano più calde e morbide di quanto pensassi, quell'atto mi calmò subito, mi guardò e mi tese la mano che io afferrai, mi venne un flashback.
Vidi che stringevo una mano alzai lo sguardo per vedere di chi fosse e allora li vidi, due occhi gialli come l'oro in quel viso che fino a pochi secondi prima aveva gli occhi diversi. Vidi la sua espressione dolce e preoccupata per me, ricordai vagamente che il suo nome iniziava per D... ma non ricordavo il resto.
Ebbi un altro flashback, ero in una specie di arena con lui.
Era lì con una spada nera enorme e dalla lama scarlatta che emanava un aura di oscurità, la stringeva in una mano.
Mentre urlavo quel nome disperata. Il suo nome. Quel nome che avevo tanto sussurrato, urlato e amato senza saperne il perché.
Il suo nome era Dragonicus.
«Dragonicus...» dissi fissando il nero pavimento.
Mi guardò sorridente, cercai conferma nei suoi occhi di ciò che avevo appena detto e per tutta risposta lui si avvicinò per poi abbracciarmi stretta.
Sentii il suo calore e il suo petto solido, mi accarezzava la testa e una lacrima mi precipitò sulla mia cute. Si staccò lentamente e mentre si asciugava l'occhio destro mi sorrise accarezzandomi il viso.
«Si è quello il mio nome» disse «Sono felice che ti ricordi almeno quello... Temevo non riuscissi più a ricordarti di me...».
«Cosa ti è successo?» chiese nuovamente.
«Wayne è sempre la solita... se si avvicina un ragazzo a me è finita... o mi fa del male oppure me ne fa passare di tutti i colori» risposi rattristata.
«Se solo sapesse chi sei davvero non lo farebbe» disse ridendo.
«In che senso scusa...» dissi.
«Lo scoprirai presto» disse stampandomi un altro bacio sulla fronte.
«Non ti preoccupare, ho qualcosa in serbo per lei» disse in tono minaccioso.
«Perché tutti mi rispondete come se fosse un enigma» chiesi infastidita.
«Stai a guardare. Ti accompagno in sala e poi vado a cercare Sulia» rispose abbastanza deciso.
«Ok».
«Se incontri questa... Wayne dille che la aspetto fuori sul retro della saletta» continuò.
«Va bene»
Mi prese per mano e mi portò nel salone dove si stavano ancora svolgendo i festeggiamenti e Dragonicus mi lasciò sola.
Wayne si avvicino e con un sorriso così falso da farmi quasi infuriare ma non persi la calma.
«Hai spifferato qualcosa?» chiese con tono arrogante e il suo falso sorriso.
«No» dissi «Anzi... il ragazzo con cui ballavo prima mi ha chiesto di dirti che ti aspetta fuori nel retro della saletta verso mezzanotte».
«Non potresti mai competere con me... sfigata», si allontanò ancheggiando.
Sulia che si stava divertendo con Alexa si avvicinò.
«Dragonicus mi ha raccontato tutto... ma vedrai che adesso ci divertiamo davvero» disse le ultime parole con tono perfido per poi allontanarsi.
Rimasi sola con Alexa e andammo al buffet a prendere qualcosina da sgranocchiare.
«Come ti sembra Dragonicus?» chiese ad un tratto guardandomi con quegli occhi rossi che facevano paura.«Come fai a sapere il suo nome?» dissi curiosa.
«L'abbiamo organizzata io e Sulia la festa ricordi?» disse orgogliosa.«A quanto pare però vi è sfuggito qualcosa» dissi ridendo.
«Gia, peccato. Allora come ti sembra?» continuò imperterrita.
«Beh... Ho detto il suo nome senza averlo mai visto e durante il ballo continuava a ripetermi cose strane tipo... "Non sei mai stata così bella", "Mi sei mancata" e "Qui non sei al sicuro"... Ammetto che è stato davvero inquietante... sembrava uno stalker» dissi abbastanza turbata.
«Poi capirai» disse posandomi una mano sulla spalla.
«A proposito» ripresi, «Sei davvero inquietante con quegli occhi, non mi avevi detto che avevi comprato delle lenti colorate».
Alexa scoppiò a ridere e se ne andò senza dire altro.
Era quasi mezzanotte e vidi Sulia uscire dalla porta che dava sul retro con una telecamera così mi avvicinai incuriosita.
«Dove vai?» chiesi.
«Dopo vedrai, ora devo andare. Torno subito» disse ridendo per poi uscire.
Tornai a parlare con il resto degli invitati e nel frattempo vidi Wayne uscire sul retro ma Dragon era ancora lì così mi avvicinai a chiedergli che succedeva.
«Ma tu non dovresti essere sul retro?» chiesi sbucando dietro le sue spalle.
«Oh no... ora goditi lo spettacolo» disse indicando Wayne che rientrava ondeggiando fieramente dall'uscita sul retro per poi dirigersi verso il suo gregge di pecore.
«Ma Sulia?» chiesi.
«Eccola» e indicò di nuovo l'uscita che veniva attraversata da Sulia che venne subito verso di noi.
«Guardate qui» disse Sulia porgendomi una videocamera.
Misi in play e partì un filmato che riprendeva il muro sul retro e appoggiata al muro c'era Sulia, dopo di che Wayne si fece viva così Sulia si fece percepire. Wayne si avvicinò, Sulia la prese dalla vita e dopo averle solleticato la coscia con la mano la baciò. Dopo Wayne se ne andò senza dire nulla, senza nemmeno accorgersi che non è stato Dragonicus a baciarla. Dico io c'è un abissale differenza tra mani e labbra maschili e femminili.
Una delle tante cose che sapevo di Sulia era che a lei piaceva molto vendicarsi, così cominciò a far girare la telecamera per tutta la saletta, tutti risero finchè la telecamera non arrivo da Wayne.
«Oh mio dio come hai osato baciarmi lesbica che non sei altro!!» urlò passandosi il braccio sulle labbra e sporcandosi tutta di rossetto.«Me la pagherai cara!!» urlò indicando Sulia. «E tu la pagherai ancora più cara» urlò indicando me per poi andarsene infuriata seguita dal gregge.
La sala piombò nel silenzio, che venne interrotto da un «E' ora della torta» urlato da qualcuno.
La torta arrivò ed era davvero enorme. Era una torta a più piani con sopra delle bellissime ali castano scuro e una corona semplice ma elegante in cioccolato, mi fecero molte foto e dopo aver spento la candelina esprimendo un desiderio la tagliai per poi prendermi la fetta più grande in quanto festeggiata. Mangiammo e brindammo e ovviamente io e le ragazze ci spalmammo un po' di panna in faccia mi divertii tantissimo.
«E' ora dei regali!!» disse urlando Sulia mentre si ripuliva il naso dalla panna.
Così mi sedetti su una sedia e comincia a scartare i vari regali spargendo "Grazie mille" e baci sulle guance un po' ovunque.
Le ragazze si allontanarono per aiutare a ripulire dalle carte da regalo.
«Ti spiacerebbe andare in un luogo più appartato? Sai devo darti il mio regalo...» disse Cadel sussurrandomi all'orecchio e porgendomi la mano che io presi.
Mi portò al prato dietro alla struttura, l'atmosfera era molto romantica poiché c'erano molte lucciole che svolazzavano intorno a noi, l'odore dei fiori era delizioso e i grilli cantavano in modo celestiale.
Andammo vicino a un albero su cui mi appoggiai e lì che tutto cominciò a cambiare.
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Akkaja
FantasyArlhan non sa ancora che l'arrivo di un nuovo compagno cambierà radicalmente la sua vita, non sa che le sue migliori amiche in realtà erano tutt'altro, ma solo lei può salvare il suo mondo, Akkaja