capitolo 3

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(SCRIVENDO HO ASCOLTATO: rolling in the deep- Adele)

Apollo mi stringe la mano, per tranquillizzarmi, ed io lo guardo, seria, ma apollo e ares sono gli unici capaci di interpretare le mie emozioni attraverso gli occhi, e capisce tutto ciò di cui ho bisogno, e mi abbraccia. Un abbraccio che vale più delle parole, un abbraccio che, finalmente, mi calma.

Vedo con la coda dell’occhio che Percy ha la faccia sbigottita, forse per l’abbraccio, forse per il tatuaggio che ho alla spalla, cioè una scritta, -Always-, che ha anche Apollo e che percy ha visto, anni prima, sull’avambraccio di Ares. Un tatuaggio dell’amicizia, always che significa sempre. Sempre e per sempre amici, in ogni situazione.

 Senza divulgarci troppo, percy ci guarda a bocca aperta. Si okay va bene. Vabbe AHAHAH.

Io e apollo ci stacchiamo, e mi incita con lo sguardo ad avvicinarmi a percy. Io annuisco lentamete, mi giro verso chirone e mio fratello -ciao, Chirone, passati bene questi ultimi anni? È da un po’ che non vengo, ci sono nuove capanne. E finalmente quella di Ade, ve l’ho chiesta così tanto!! Ade mi ha detto che era leggermente offeso, ma non mi avete ascoltato… cooomunque, è lui?-

-ciao Arya, e si, dopo la guerra gli dei hanno promesso di riconoscere i loro figli, e abbiamo creato capanne per i figli delle divinità minori. E comunque si, è lui.-

-Perseus Jackson, piacere. Mi chiamo Arya O’Brien. (si, un cognome tutt’altro che italiano, ma un tributo a Dylan O’Brien ci voleva) vedendolo ancora titubante, gli dissi -hei!! Ci sei? Figlio del mare rispondi-

A quel punto mi guarda, e mi dice- oh, si scusa, piacere mio, sei una nuova? Qua al campo non ti ho mai vista...- e a quel punto lo guardo male, e gli rispondo -ho molti più anni di quello che sembra, e sono qui da più tempo di chiunque altro, tranne chirone, ovvio, e piùmdella tua ragazza, la figlia di Athena, Annabeth Chase- ci pensa su e poi mi chiede -aspetta, come conosci Annabeth??- io liquido la domanda con un gesto della mano, e mi rivolgo a chirone.

-chirone, le mie cose sono in macchina, se permetti, io vado- e senza aspettare una risposta, prendo la mano di Apollo, che era stato in silenzio fino a quel momento, e ci avviamo lasciando che milioni di domande affollino la mente di Percy. In silenzio, ma non un silenzio imbarazzante o carico di tensione, un silenzio tranquillo, prendiamo i miei bagagli e, non con poca fatica, camminiamo verso la casa grande.

Questa volta Percy non c’è, ed è meglio cosi, almeno evito domande a cui non voglio (per ora) rispondere.

Chirone trotta verso di me, e dopo aver salutato cortesemente il Polletto Apollo J, si rivolge a me. -Arya, ti stabilizzi alla tua capanna oppure alla casa grande?- guardo Apollo, e leggo nei suoi occhi una risposta (strano), e prendendo coraggio dico- alla capanna 3, ma prima voglio andare a trovare una persona alla capanna 5- (la capanna 5 è la capanna di Ares) . chirone non sembra sorpreso, sa chi andrò a trovare, una mia carissima amica da sempre. -va, figliola, va da lei-

E con questa frase, entra in casa. Io adesso mi rivolgo ad Apollo              -Apollo, se vuoi puoi andare, mi raccomando, non far arrabbiare tuo padre!- dico scompigliandogli i capelli -e salutami Ares, non dimenticartelo- così dicendo, gli do un bacio sulla guancia, e mentre mi saluta con la mano, lentamente scompare.

Ed ora, sono sola. Lascio i bagagli sotto il portico della casa azzurra e, sotto gli sguardi incuriositi di tutti, mi incammino verso la capanna 5. Sulla soglia, busso forte, ed un ragazzo, sui 17 anni, robusto e con i capelli marroni, mi apre. Lo guardo con uno sguardo (lol) che farebbe cacare in mano anche le Furie, o Benevole, come volete chiamarle. Subito mi chiede -si? Che c’è?-

Sbirciando dentro, gli rispondo

-devo vedere Clarisse-

La figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora