Cap. 1

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Nuvole minacciose avanzavano all'orizzonte.

L'inverno aveva spazzato via ogni barlume di speranza di vedere arrivare nuovi turisti.
Non c'era molto da fare senza i bagnanti che smarrivano il portafogli o il cellulare e che avevano bisogno di sporgere denuncia.

A movimentare quei giorni freddi ci pensò Carla.

La donna era una vecchia conoscenza di Gemelli.
Cresciuti insieme, si erano allontanati dopo il liceo. Lui per perseguire il suo obiettivo e lei per proseguire gli studi. Era diventata un architetto di una certa fama e prestigio, facendosi notare per il suo estro, il buon gusto, l'innovazione e la creatività.

Qualche settimana addietro aveva spedito all'Ispettore un invito per una serata di Gala: era l'occasione giusta per rivederlo.

Carla aveva invitato molte personalità di spicco alla serata inaugurale del nuovo Chalet Deesire: imprenditori locali, politici, alcuni membri della giunta comunale e qualche conoscente al Commissariato.

La struttura era destinata a ospitare chiunque avesse avuto voglia di trascorrere un weekend, qualche giorno o molto più tempo, immerso nella pace e nel silenzio che caratterizzavano quel posto. Era ricca di numerose opzioni: all'aperto si poteva fare birdwatching, trekking, passeggiate a cavallo o, quando il tempo lo permetteva, sciare in una piccola pista. All'interno invece ci si poteva rilassare in apposite aree dedicate, inoltre la piscina coperta e la Spa avrebbero permesso ai visitatori di prolungare il loro soggiorno anche nelle giornate meno soleggiate.

- Che tempo di merda! - Gemelli richiuse la finestra della sua camera da letto.

Doveva finire di prepararsi per la serata: aveva deciso di indossare un completo blu notte, una camicia lilla e, vista la sua scarsa abilità nell'annodare una cravatta, un farfallino coordinato. Un cappotto tre quarti, una sciarpa e un cappello grigio scuri completavano il suo outfit.

"Se non faccio colpo su Carla, posso sempre riprovare con Nadia" si disse guardando la sua immagine riflessa allo specchio .

Nadia.

Dopo quasi quattro mesi non capiva perché lei avesse deciso di non vedersi più all'infuori del lavoro.

"Va bene, collega, è stato bello, ma finisce qui..."

Glielo aveva detto al loro primo appuntamento ufficiale.

Era andato a prenderla a casa, erano andati a cena in un ristorante elegante e avevano cominciato a passeggiare sul lungomare. Lui l'aveva tenuta per mano, chiacchierando del più e del meno, fino a che non si erano fermati a sedersi su di una panchina.
Le si era avvicinato, le aveva spostato i capelli dietro l'orecchio e stava per baciarla quando lei lo aveva fermato.
Aveva provato a chiederle spiegazioni, ma tutto quello che ottenne fu solo una sfilza di scuse e giustificazioni da clichè.

"Non sarebbe corretto..."
"Non ho voglia di mischiare lavoro e vita privata..."
"Ci siamo divertiti, ma è meglio smettere prima di complicare le cose..."

E invece lui voleva complicarle eccome.

Se all'inizio pensava fosse solo una storiella, col passare del tempo si era accorto che lei gli mancava.
Più di quanto potesse immaginare.
Ma voleva assecondarla. Aveva deciso di prenderla per sfinimento, prima o poi avrebbe ceduto. Non avrebbe smesso di provare a sedurla, perché in fondo sapeva che c'era qualcosa tra loro.

*******

Novelli si era pentita nell'istante esatto in cui aveva pronunciato quelle parole, ma non poteva rischiare di essere l'ennesimo passatempo per lui.

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