Cap. 2

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La serata proseguiva tranquilla.

A fare compagnia ai presenti si unirono il sindaco di Cala e sua moglie, il Dottor Arnao e qualche altro personaggio illustre della zona.

- Arnao, anche lei qui! - Gemelli lo invitò a unirsi al loro gruppo. - Non faccia complimenti, si serva pure! Questa brodaglia non è affatto male. Magari se fosse stata più fresca... -

- Più fresca? - Una voce alle sue spalle lo interruppe.

L'avrebbe riconosciuta tra mille.

Si voltò lentamente e la vide: i biondi riccioli erano stati domati e raccolti in uno chignon basso, un filo di perle le dava un tocco ancora più elegante e il sontuoso abito dorato le fasciava il seno per poi allargarsi finendo con uno strascico.

Un sorriso prese spazio sul suo volto.

- Carla! Quanto tempo... - disse circondandola con un braccio sulle spalle e dandole due sonori baci sulle guance. - Posso presentarti i miei stimatissimi colleghi? -

Carla non potè non scuotere la testa.

- Lino, sono stata io a invitarli, li conosco di già. La loro reputazione li precede tutti. -
- Lino? - Nadia scoppiò in una grassa risata - Lino? Ispettore pensavo che il tuo nome fosse... -
- Ah Na', smettila! - La bloccò Gemelli.

Carla li guardava curiosa.
- L'ho sempre chiamato così. Era il mio fratellino Gemellino quindi Lino! Tu devi essere Novelli, giusto? Ho letto grandi cose su di te. - Le tese la mano aspettando che Nadia facesse lo stesso. - Io sono Carla, molto lieta. -
- Chiamami Nadia. - Disse ricambiando la stretta.

Una voce profonda e calda li fece voltare tutti.
Dalla parte opposta alla sala, un DJ stava invitando gli ospiti ad accomodarsi ai tavoli del ristorante posto proprio dietro alla zona dedicata al bar.

All'ingresso un'assistente dai vistosi capelli rossi provvedeva a indicare a ciascun ospite quale fosse il tavolo a lui assegnato, dopodiché faceva segno a uno dei tanti collaboratori, che se ne stava in disparte, di avvicinarsi per accompagnare i Signori al proprio posto.

I tavoli rotondi, visto il periodo, erano addobbati in perfetto stile natalizio: coperta da una tovaglia rossa che arrivava a sfiorare il pavimento, ogni postazione presentava un sottopiatto bianco su cui era sistemato un tovagliolo la cui piega ricordava la forma di un alberello, quattro calici in cristallo di forma e dimensione diversa, svariati tipi di posateria, un piattino per il pane e infine a completare il tutto un centrotavola in vetro e metallo che rimandava a una più moderna versione della corona dell'Avvento.

Alla squadra di Polizia fu assegnato un tavolo poco distante dall'ingresso e molto vicino alla postazione del DJ.

- Già che c'erano potevano farci mangiare direttamente in cucina... - a Gemelli non piaceva per niente la collocazione del loro tavolo - L'unica cosa buona è che siamo a un passo dal bar! -

- Ispettore, un posto vale l'altro. - Mariotti si guardò intorno domandandosi quando avrebbero cominciato a servire qualcosa da bere.

In quel momento i coniugi Ifli fecero il loro ingresso in sala. A loro era stato assegnato il tavolo al centro del ristorante, quasi a palesare la loro posizione rispetto agli altri commensali.
Poco prima che i camerieri cominciassero a portare dentro gli antipasti, Piera sussurrò qualcosa al marito e poi si diresse al bancone del bar.
- Prego? - Sorrise l'uomo - Cosa posso servirle? -
- Mio marito mi ha riferito di aver preso accordi con lei in merito alle bevande da servirgli... -
Il barista restò in attesa di ulteriori disposizioni.
- Dovrebbe occuparsi e preoccuparsi di gestire il servizio al nostro tavolo. A tal proposito, in cantina è conservata una cassa di vino rosato. Abbiamo provveduto a consegnarla in settimana, affinchè fosse alla giusta temperatura di servizio. Le ricordo che Fabio non può e non deve assumere sostanze alcooliche. Sarà suo compito assicurarsi che nulla vada storto. -

Piera ritornò al tavolo e confermò al marito di aver aggiornato il ragazzo del bar.
Gemelli, quando lo vide lasciare la sua postazione, gli fece cenno di avvicinarsi.
- Amico... posso avere qualcosa di fresco mentre aspetto? -
- Certamente, Signore. Cosa posso servirle? - Chiese tornando dietro al bancone.
- Un Gin Lemon ... come hai detto che ti chiami? -
- Paolo. - Rispose mettendo una generosa porzione di ghiaccio in un bicchiere.
- Non esagerare con quello. Ho chiesto un cocktail, non annacquarlo, se ci riesci. -

Nadia, intanto, distratta dal ragazzo alla consolle non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Non sapeva esattamente cosa la affascinava di più: la voce calda e profonda, quell'accenno di barba incolta, il fisico tonico che traspariva da sotto la camicia oppure quel suo cappello messo di sbieco, nero come la cravatta e la giacca che indossava.
- Meno male che almeno i tovaglioli ce li hanno dati... Na' asciugati la bava! - L'Ispettore dispiegò l'alberello e glielo porse.
- Ma smettila, Lino! - Disse allontanando il braccio del collega - Avresti dovuto vederti, con la tua sorellina Carla! -

- Sei gelosa, Novelli? -

- E tu, Ispettore? -

- Di chi? Di quello là? Ma fammi il piacere... non può competere... non c'è storia, bella! -

Il Commissario Mariotti li interruppe.
- Smettetela, voi due! E se dovete chiarirvi, fatelo da un'altra parte. -

Un sibilo fece voltare tutti i presenti verso Carla, la quale aveva appena acceso un microfono per poter prendere parola.
- Signore e Signori, vi sono immensamente grata per essere qui allo Chalet Deesire, in questa serata che rappresenta in modo simbolico l'inizio del nuovo turismo invernale di Cala Marittima. E pare che il tempo sia dalla nostra parte. Mi hanno appena riferito che abbia cominciato a nevicare, e che sarà difficile riuscire ad andare via a fine serata. A nome di tutto lo staff dello Chalet vi annuncio che sarete ospiti per la notte e che domani mattina sarete accompagnati alle vostre residenze da appositi mezzi in grado di muoversi nella neve. Ora, visto che lo stomaco comincia a brontolare, credo sia giunto il momento di cominciare la nostra cena. -

Con un cenno, Carla diede il benestare ai camerieri per poter servire gli antipasti.

Tra una portata e l'altra il tempo sembrò volare e prima che si giungesse al dolce, il DJ disse che mancavano pochi minuti alla mezzanotte.
A quel punto i commensali si alzarono pronti a brindare al nuovo anno.

Tutti tranne i coniugi Ifli.

Durante la cena Fabio accusava uno strano malessere, quasi uno stordimento dovuto, forse, a un bicchiere di troppo.

Forse quel Paolo aveva sbagliato...

Forse c'era qualcosa a cui era allergico tra le portate...

Forse...

Piera si allontanò dal marito per chiedere informazioni al barista.

Fabio, stanco e nauseato, decise di uscire a prendere una boccata d'aria fresca. Il senso di nausea lo fece precipitare fuori in fretta a furia, tralasciando di farsi consegnare il soprabito.

Il freddo pungente lo lasciò immobile qualche istante, poi decise di provare a camminare per attivare la circolazione e cercare di non lasciarsi sopraffare dalle basse temperature. Arrancò, barcollando fino a trovare sostegno in uno dei tanti alberi che costeggiavano lo Chalet.

Si appoggiò al tronco Faceva fatica a respirare e nonostante provasse a chiedere aiuto, la voce sembrava smorzarsi nella gola.

Rimase lì, accasciato ai piedi di quell'albero, mentre la neve cancellava le sue orme e lo ricopriva del tutto.

Ancora cosciente, sperava che la moglie si accorgesse della sua assenza e venisse a soccorrerlo.

Un'ombra si avvicinò a lui...

Sentì come una puntura alla base del collo...

Freddo...

Poi nulla...

Solo silenzio...

E uno sguardo esanime perso nel vuoto...

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