< Si!
Quel bambino lo voglio!
Mi ripetevo mentre col motorino sfrecciavo sull'asfalto. Sulla mia testa il cielo si apriva e il sole mi ricaricava di una nuova energia, il vento che soffiava tra i capelli, tra i vestiti, tra le dita. Ero convinto, e più ci pensavo più mi convincevo del fatto che era la cosa giusta. Giunto davanti a scuola di Asia, sapendo che sarebbe uscita per le tre, aspettai lì fino alla fine, finché non la vidi uscire, bella come sempre accarezzata dai raggi del sole di quel sabato di ottobre. Urlai a squarcia gola il suo nome per farmi notare e appena mi vide mi corse in contro, con il sorriso stampato sulle labbra,
< Ti devo dire una cosa - dissi io,
< Anche io, è bellissima... - rispose lei
forse pensavamo la stessa cosa
< Non sono incinta... - e mi baciò.
Io rimasi pietrificato da quella notizia, quel bacio fu dolce, ma mi lasciò un retrogusto di amaro in bocca, l'amaro di un figlio che forse c'era, un figlio per cui tanto mi sono disperato, ma non esisteva...Mi dispiace, è durato quel che è durato ma sappi che ti ho voluto bene, sappi che per me c'eri in quei giorni.
Era vita, ma cos'è la vita, è una porta tra la vita e la morte,
nel nostro caso tra la vita che c'è ora
e quella che verrà.
Ricorda che il tuo papà ti vorrà sempre bene e che questo è solo un arrivederci.ANDREA
</fine>
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