Capitolo 3

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Il giorno successivo a scuola tornai alle macchinette e rividi quel ragazzo. Successe come il giorno precedente, d' improvviso si girò di scatto verso di me.
All'uscita però, mentre aspettavo l'autobus, lo vidi avvicinarsi a me. Sembrava proprio che venisse nella mia direzione, intento a dirmi qualcosa.
Mi si fermò davanti.
Io avevo una faccia un po' da stupida, perché non capivo cosa volesse.
Dopo qualche secondo imbarazzante iniziò a parlare.
Aveva una voce roca, e ricordo benissimo ciò che mi disse:
"Non so cosa tu voglia da me, ma stammi lontana."
Se prima ero curiosa di sapere chi fosse, ora lo ero ancora di più.
Rimasi con una faccia perplessa per qualche secondo. E lui rimase a fissarsi negli occhi in modo severo fin quando un gruppo di ragazzi si avvicinò a noi e lo chiamò:
"Caleb, sbrigati."
Rimasi a guardarli andarsene e il presunto "Caleb" si girò verso di me un paio di volte.
Ero un po' stordita dalla sua voce roca e dal suo sguardo agghiacciante. Poi mi risvegliò la voce di Grace, una mia compagna di classe. Grace potrebbe anche essere simpatica, se non si "attaccasse" troppo alle persone. Infatti quando la vedo in giro, cerco sempre di evitarla.
" Allison! Ally! Hey ciao! Credevo non mi avessi vista..."
Mi girai fingendo un sorriso:
"Grace, scusa è che ero un po' persa nei miei pensieri. Tutto bene?"
"Oh certo. Mi chiedevo se non ti dispiacesse se mi sedessi accanto a te sull' autobus. Spesso le persone alle quali mi siedo accanto mi chiedono di fare più silenzio. Forse parlo troppo per i loro gusti!"
"Mi spiace, ma torno a piedi oggi. Ci vediamo"
Forse sono un po' cattiva con Grace, ma lei si immischia sempre nei fatti degli altri. E non sopporto chi mi chiama "ALLY".

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