Capitolo 6

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I giorni a scuola passarono velocemente, tutto si svolgeva tranquillamente, a ricreazione vedevo Caleb camminare con il cappuccio per il corridoio, e la sua figura mi incuriosiva sempre di più.
In classe, i prof, mi avevano messo come compagno di banco David che, durante le lezioni, mi guardava leggere. 
Era diventata un abitudine ormai, sbirciarlo con la coda dell occhio, in fondo mi piaceva che mi desse così tante attenzioni.
In oltre avevamo iniziato a vederci anche fuori scuola.
A volte andavamo in biblioteca per fare i compiti o studiare, altre uscivamo per il quartiere e parlavamo un po'.
Mi piaceva passare del tempo con lui.
Non che mi piacesse da dire di essermi innamorata, ma mi piaceva.
Dovevo ammetterlo.
Andava tutto bene fin quando, un giorno di marzo, mi disse:

"Senti, io non posso più nascondertelo: mi sono innamorato di te."

Rimasi stupita da ciò che mi disse, non me l'aspettavo.

"David" Risposi "David io non so cosa dirti."

"Che significa "non so cosa dirti"? Insomma, io ti piaccio o no? "

In effetti non sapevo perché avevo risposto in quel modo. A me lui piaceva, ma non abbastanza, credo.

"Senti, io non credo che tra me e te potrebbero funzionare le cose. Almeno non in questo periodo."

"Credevo ti piacesse avere le mie attenzioni. "

"Si, infatti. Tu mi piaci, ma non credo abbastanza per mettermi insieme a te."

Mi guardò. Io cercai di rimanere calma. Speravo con tutta me stessa che fosse solo un sogno.
Lui mi piaceva, ma forse lo vedevo più come un amico , ma ovviamente non glielo potevo dire.

"Va bene." Disse dopo alcuni secondi "va bene. Cercherò di mandarti via dai miei pensieri, allora." Si interruppe "Oggi ci sei in biblioteca?"

Esitai.

"Credo di sì. Si ci sarò."

"Allora ci vediamo"

Alle 17 mi recai in biblioteca.
David non c era.
Forse si era dimenticato, o forse aveva deciso di non venire apposta.
In ogni modo decisi di sfogliare un' po i libri per vedere se trovavo qualcosa di interessante.
Nel reparto "astronomia", il mio preferito, vidi un ragazzo girato di spalle, che mi sembrava familiare.
Certamente, era Caleb.
Ma cosa ci faceva Caleb in biblioteca?
Era l'unica occasione che avevo per conoscerlo e quindi, decisi di andare a parlargli.

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