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Capitolo 8

Le settimane passarono, e le conversazioni con Caleb aumentarono.

Anche a scuola iniziai a passare del tempo con lui.
Mi piaceva trascorrere le ricreazione al suo fianco.
In oltre avevo scoperto che anche lui era una persona alla quale non piace molto socializzare, che gli unici amici che aveva, quei tizi che avevo visto anche io quel giorno alla fermata  dell'autobus erano quelli che avevano condiviso con lui gli anni in casa famiglia.
Avevo scoperto che anche lui preferiva la musica "deprimente", piuttosto che quella allegrae che anche lui in una canzone ascoltava il testo è non le note.
Quando mi parlava la sua voce era profonda, e adoravo quando diceva il mio nome.
Iniziai a conoscerlo meglio, e scoprii che sotto la maschera da persona fredda, senza emozioni, che se ne frega di tutto e di tutti, si nascondeva una persona così fragile, che aveva soltanto bisogno di un amico che gli stesse a fianco, che lo confortasse quando tutto gli cadeva addosso, l'amico che non aveva avuto negli anni peggiori della sua infanzia.
Anche lui  iniziò a conoscermi meglio. Alla fine le dissi anche di David.
Io e David non ci parlavamo più molto. Era ancora il mio compagno di banco, ma non mi guardava più leggere.
Non mi sorrideva più durante la ricreazione e non si offriva più per portarmi i libri al posto mio.
Eravamo ancora amici, perché ogni tanto mi rivolgeva qualche parola.
Credo fosse anche un po' geloso dell'amicizia che avevo con Caleb.
In effetti lui lo sostituiva bene, forse anche meglio.
Erano due persone completamente diverse.
David a scuola andava più che bene, sia nei compiti scritti che nelle interrogazioni, mentre Caleb spesso saltava le lezioni.
David era quella persona che parla, parla veramente tanto, che avrebbe saputo cominciare una conversazione anche con i muri, mentre Caleb non parlava.
O meglio, parlava raramente.
Ma a me andava bene così.