Capitolo 4

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Passò una settimana da quando Chris si trasferì a Brooklyn senza la sua famiglia e senza i mormorii di suo padre alle cinque del mattino, i quali bastava sua madre Molly per farlo smettere di parlare, e tutto ciò gli provocava fitte allo stomaco ripensando ai bei momenti passati con loro. Era ancora sdraiato sul letto e sorrideva ripensando ai suoi genitori. Si alzò e andò in bagno facendosi una doccia rilassante, poi andò in cucina e si preparò delle uova con il bacon, dopo aver finito di fare colazione fece una chiamata a sua madre per sapere come stavano e di quanto gli mancassero le loro urla e le risate. Tutto riportava a quelle giornate mattiniere, in cui suo padre Tom lo svegliava per fare una corsa, di sua madre, la quale gli preparava ogni tipo di piatto e delle loro domeniche pomeridiane a giocare a carte fino a sera. Le raccontò del suo nuovo lavoro come babysitter e che magari se ne fosse cercato un altro a tempo determinato. Finito la telefonata, si mise a cercare offerte di lavoro nel quotidiano, che si rivelarono un tale fallimento perché quasi tutti avevano già un gran numero di personale.

" Merda! " sbraitò Chris buttando il giornale nella spazzatura.

Andò in camera sua e dall'armadio prese le prime cose che gli capitarono, mise l'orologio e uscì dal suo appartamento guatandosi una giornata di sole in giro per la città. Come al solito Forest e il suo sorriso smagliante erano la cosa bella da vedere al mattino per Chris.
I negozi erano molto affollati e nessuno di essi cercava personale, così Chris, stufo di girare ancora, andò in un ristorante italiano vicino la 33esima strada e si rilassò prendendo un panino.

" Mmm! " pensò lui alzando gli occhi al cielo dal piacere.

<< Buono vero! >> mormorò qualcuno dietro le sue spalle, si voltò e notò lo stesso ragazzo che gli regalò l'orologio.

" Caspita quanto era bello! " pensò Chris mordendosi il labbro inferiore. La camicia faceva davvero i suoi miracoli, specialmente vedere i pettorali e i bicipiti.

<< Elliott! >> esclamò Chris passandosi il tovagliolo sulla bocca. Si girò per guardarlo meglio in faccia e notò i suoi occhi verdi. << Ciao. >> aggiunse facendo un mezzo sorriso che lui ricambiò.

<< Scusa se ti ho disturbato. >> disse lui ma Chris lo interruppe: " Non preoccuparti. " si spostò nell'altro tavolo e cominciarono a chiacchierare del più e del meno.
Passarono tutto il pomeriggio dentro quel ristorante a ridere e scherzare, si divertirono tanto. << Perciò ti piace la cucina italiana? >> gli domandò Elliott mangiando l'ultima forchettata di pasta.

<< Si! Beh, in verità i miei genitori sono italiani e ho una mamma che è veramente brava in cucina. >> rispose Chris ridendo.
Nel frattempo Elliott si sbottonò la parte iniziale della camicia e si intravedevano quasi i suoi pettorali. Per Chris, vedere quel momento, sentì una forte scarica di adrenalina percorrergli tutta la schiena e gli piaceva tanto.

<< Fantastico! E di dove sono? >> mormora lui tanto entusiasta.

<< Sicilia! >> esclamò Chris e Elliott rimase a bocca aperta.

<< Perché avete un cognome straniero? >> gli chiese confuso.

" Mi sembra di essere in qualche centrale di polizia. " pensò Chris grattandosi la nuca e sorridendo allo stesso tempo. << Perché i miei bisnonni erano residenti in Virginia, siccome non riuscivano a trovare lavoro a causa della crisi del 29', si trasferirono in un piccolo paesino siciliano e da lì nacquero i miei nonni, mio padre e infine io. Si, sono figlio unico!>> affermò Chris ridendo e fece lo stesso Elliott.
Finito di mangiare, Elliott da galantuomo pagò il conto e si fecero una passeggiata al Central Park; a Chris piaceva vedere i bambini giocare, pur sapendo di essere gay immaginava una vita con la persona giusta, la quale avrebbe adottato due meravigliosi bambini. Un sogno che tutti vorrebbero.

Un amore proibito a New York [ Tematica omosessuale ] COMPLETODove le storie prendono vita. Scoprilo ora