Come quando Malia si era impegnata tanto a riportare a galla i suoi ricordi con lui, anche quella volta sgranò gli occhi in una smorfia di dolore, sentendosi il respiro mozzare senza preavviso. Non ebbe il coraggio di voltarsi, e non lo avrebbe fatto. Doveva solo tornare fuori da quella casa, non era poi così complicato: un paio di metri verso la finestra, un rapido e agile salto e avrebbe ripreso a correre. Lui di certo non l'avrebbe seguita.
Sentì due passi muoversi verso di lei sul parquet della stanza.
"Cosa ci fai qui?" chiese la voce che, stranamente, era sveglia, non spossata o stanca per l'ora.
Ma Malia non fu in grado di notare un particolare del genere in quel momento. Stava cercando disperatamente di trovare un modo per muoversi mentre rimaneva piantata sul pavimento di quella camera, si stava concentrando su sè stessa e sulle sue forze che non rispondevano in alcun modo al suo comando.
Stiles, dietro di lei, nel buio della stanza, riuscì solo a intravedere lo scintillio che l'apribottiglia riproduceva riflettendo la luce della luna.
Ma non fece in tempo a parlare che, la coyote, senza sapere come, riuscì a recuperare la voce.
"Credevo che fossi partito ieri" mormorò allora, cercando di ricomporsi. Non doveva sembrare così distrutta, e non doveva sembrare soprattutto che fosse a pezzi a causa del ragazzo.
Stiles rimase spiazzato da tanta freddezza nel tono di voce della coyote. Probabilmente avrebbe dovuto aspettarselo, ma era la prima volta che risuonava alle sue orecchie così vivido ed evidente, e non potè fare a meno di fare un mezzo passo indietro quando lei parlò.
Poi scosse leggermente la testa, riprendendosi "Dovevo" annuì, nonostante lei, che gli mostrava ancora le spalle, non potesse vederlo.
"Lydia doveva accompagnarmi, ma abbiamo..." cominciò a spiegare in un mormorio smorzato, ma Malia lo precedette quasi subito d'istinto.
"Okay" disse subito sbrigativa, non volendo di certo sentire una parola di più che implicasse lui e la sua sorta di migliore amica da cui, inutile dirlo, si era allontanata negli ultimi tempi. Neanche più parlavano, ma d'altronde Malia non parlava più con nessuno. Forse ogni tanto con Scott, ma la lista terminava lì.
Inspiegabilmente, oltre a trovare le forze per interromperlo, Malia riuscì anche a muoversi, andando verso la finestra senza volersi rivelare neanche per un istante al ragazzo dietro di lei.
"Malia, puoi aspettare?" domandò rimanendo però sul posto, forse sapendo quanto potere ancora aveva sulla ragazza, o forse semplicemente avendo paura della sua reazione se si fosse avvicinato.
Ma lei riuscì a non fermarsi, mollò la scatola a terra e infilò una gamba agilmente oltre la finestra.
"Scott è arrivato due ore fa" disse allora lui come se nulla fosse, riuscendo però a trattenerla.
Lei rimase con il ginocchio piegato e sospeso a mezz'aria, guardando in basso."Si trova bene?" chiese lei, non avendo ancora sentito il ragazzo da quando era arrivato. Erano partiti tutti, mancava solo lei e, a quanto sembrava, senza spiegarsi ancora il motivo, anche Stiles non se ne era ancora andato.
"Beh, sicuramente sarà così, ma è presto per dirlo" mormorò lui in risposta, guardandosi intorno nella stanza.
"Ha detto che lì sembra un ragazzo come tutti gli altri, e la cosa lo fa sentire parecchio strano" disse, spostandosi nella stanza, trovando quasi subito la maggior parte degli oggetti portati da Malia lasciati sul ripiano del mobile, ad un paio di metri dalla finestra.
"Sai, un po' spaventa anche me" ammise poi lui, prendendo tra le mani il dvd e rileggendo distrattamente la trama riassunta sul retro "Essere un ragazzo diverso da quello che sono sempre stato qui"
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WAKE UP, STILES | One Shots S.S. M.T.
FanfictionDalla raccolta: "E il vento che frusciava all'esterno, quello era d'obbligo. La finestra aperta non permetteva altrimenti. Ma era un compromesso che Stiles sapeva accettare, da un po' ormai."