Il ticchettio regolare e preciso del metronomo le dava sui nervi, quell'affare non serviva a rilassarla ma a far venir voglia ad Adelia di prendere da parte quello strizzacervelli e picchiarlo con tutta la sua forza.
Quello che il metronomo le faceva sentire era il suono del tempo perso.
"Allora... Adelia, sii sincera con me" le disse un uomo di altezza media e un corpo abbastanza robusto mentre prendeva da un cassetto un taccuino e una penna. In testa c'era solo una grande pelata circondata da un numero non molto elevato di capelli. Adelia si concentrò sul suo volto tondeggiante e grassottello, il naso a patata e le labbra piccole.La ragazza prese un respiro profondo, cercò di svuotare la mente, provò a rilassarsi sul divanetto rosso in pelle.
"Farò del mio meglio""Come ti senti in questo momento?"
"Perché me lo chiede?" Adelia iniziava ad essere dubbiosa riguardo le pratiche del Dr.Louis.
"Il soggetto mostra chiari segni di ritrosia, sintomo di grande tensione" lo psicologo prendeva nota di qualsiasi parola e qualsiasi movimento Adelia facesse.
"Cosa vorresti fare in questo momento?"
"Distruggere quel dannato marchingegno!" Adelia iniziava a sentirsi a disagio.
"Il soggetto mostra segni di aggressione incontrollata. La sua mente e il suo corpo rifiutano il contatto con qualsiasi oggetto, animato o no che sia, che riporti alla calma." Altre note sul taccuino, lo sguardo concentrato sulla figura di Adelia.
"Ultima domanda, rilassati: Come mai sei qui?"
Adelia rimase allibita da questa domanda, in effetti non aveva idea di come mai fosse lì. Sua madre le aveva detto che l'avrebbe aiutata a capire ciò che era successo pochi giorni prima.
"I-io ... Voglio capire cosa mi sia successo pochi giorni fa"
"Il soggetto sembra esitante all'inizio, periodo formulazione della domanda. La presenza di tensione è insopprimibile... Adelia, ora ti farò vedere delle figure astratte, dimmi cosa vedi e quali sensazioni ti suscitano"Adelia prese l'ennesimo respiro profondo.
La prima immagine era rappresentata da una serie di linee verticali confuse.
"Intrico di alberi, smarrimento"
Adelia si trovava in uno stato di trans, si concentrò su quella figura fino a immedesimarsi in esso. Vide l'immagine di un bosco, per un solo istante. Era sulla strada giusta.
"Seconda immagine"
La figura seguente mostrava 2 cerchi messi in sovrapposizione, mostrando così la differenza di dimensione tra loro. Un cerchio più piccolo circondato da un cerchio più grande.
"Un insieme legato ad un gruppo più grande, unificazione"
"Non usare termini tecnici, lascia che le emozioni parlino per te ... Terza immagine"
La terza immagine era l'insieme di linee spezzate che davano forma ad un albero, i rami spogli erano talmente fitti da non avere né un inizio né una fine.
"Albero in fiamme, morte"
Lo psicologo appoggiò la penna sul tavolo, guardò Adelia negli occhi e dopo un paio di secondi colmi di esitazione, riprese a scrivere.
"Abbiamo finito con le immagini e con il tempo a nostra disposizione"
Disse indicando il metronomo fermo."Allora, come è andata?" chiese Catherine appena vide sua figlia uscire dalla porta che conduceva dallo psicologo.
"Non lo so, ha detto che è stato interessante. Poi mi ha detto di dirti che ti vuole parlare" disse Adelia sbadigliando.
"Come ti senti? Stanca?"
"Sono giorni che non dormo. Ho bisogno di dormire" un altro sbadiglio uscì dalle morbidi labbra schiude della fanciulla facendole venire ancora più sonno di quanto già non avesse prima.Mentre la madre parlava con lo psicologo, Adelia l'attendeva nella loro Peugeut.
Appoggiò il capo sul finestrino per usarlo come "cuscino dei disperati", però qualcosa attirò la sua attenzione.
Vide un gatto nero passeggiare tranquillamente sul marciapiede. Era un esemplare felino con gli occhi di colore verde, un verde penetrante che ricordava il colore delle olive mature.
Quando passò dietro un lampione della luce dal palo sottile ... Sparì.
Solo nei cartoni animati aveva visto una cosa del genere, nel suo mondo no.Strabuzzò gli occhi cercando di capire se fosse stato tutto frutto della sua fervida immaginazione o se fosse stato tutto reale. Nel mentre sua madre tornava al volante con un raccoglitore giallo in mano.
"Tutto bene?"
"Ehm... Sì, ho bisogno di dormire."
"La scuola puoi iniziarla questo lunedì, se te la senti"
"Scuola?" Adelia sbiancò e fece a gara con un lenzuolo a chi fosse più bianco. Vinse lei.
"Sì, la scuola. Quell'edificio comunemente chiamato Inferno"
Ad Adelia sfuggì un sorriso, dopo una settimana che era lì, smorzato dalla stanchezza.
Di sua sorella non c'era alcuna traccia, e Adelia stava combattendo contro i suoi incubi, letteralmente, mentre la loro madre era in cerca di un lavoro.
Catherine svoltò a destra e imboccò la strada per casa loro.
La cittadina era piccola ma le strade sembravano infinite.Adelia si gettò di capofitto sul letto senza neanche togliersi le scarpe.
Chiuse gli occhi in cerca di un po' di ristoro ma trovò solo un enorme senso di angoscia e tanta paura.
Sentiva il battito irregolare del cuore, il sudore scivolare lungo le tempie, le mani tremare e quella morsa allo stomaco così familiare da diventare parte del suo essere.
Si rigirò più e più volte ma niente le permetteva di dormire seriamente, aveva bisogno di dormire più di qualsiasi altra cosa ma c'era, appunto, qualcosa che glielo impediva.
Forse era la fame che parlava per lei, ma non avrebbe potuto essere possibile visto che aveva mangiato una pastina durante il viaggio di ritorno. Poi pensò allo strano psicologo di poche ore prima, sembrava abbastanza afferrato nel suo lavoro ma c'era qualcosa in lui di cui Adelia si preoccupava. Forse l'assenza di animo nei suoi confronti, era stato freddo e distaccato per tutta la durata della seduta. Un'assenza che è stata riempita dalla presenza di Clark il quale veniva spesso a trovarla e aggiornarla sui fatti.Iniziava a fidarsi di lui ma aveva qualcosa in comune con il Dr.Louis che la faceva dubitare.
Non c'era niente di concreto, ma il suo sesto senso femminile le diceva di non fidarsi mai troppo di nessuno. E il suo sesto senso femminile non sbagliava mai.~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~
Caccia all'easter-egg. È abbastanza facile da riconoscere.
SF ;)
STAI LEGGENDO
Supernatural Power: The Witch
ParanormalAdelia pensava che sarebbe stato solo un viaggio improvviso, una follia da parte della madre. Non sospettava minimamente che la donna che le diede la vita la volesse morta. Adelia, scappando dalla madre, si ritrova a fare un patto con Lucifero, l'an...