Emma

11 2 0
                                    

Qualche volta vi capita mia di pensare alla vostra vita?  Vi capita mai di pensare al ruolo che ha la vostra vita nel complesso del tutto?  Vi è mai capitato di pensare al perché dei vostri giorni, dei vostri sentimenti ,dei sorrisi e delle lacrime? Avete mai pensato di mettere fine a tutte queste domande in qualche modo? Forse un modo stupido, avventato ,irresponsabile? Quel momento di follia comportato da una forte tristezza dovuta a qualcosa che vi è successa? 

Durante tutti quegli anni che sono passati con me dentro casa ho passato molto tempo  a leggere accompagnata dalla musica di un pianoforte e di un violino. La musica mi faceva rilassare ,mi faceva sentire bene, tranquilla, senza preoccupazioni. La musica non mi lasciava pensare a tutto ciò che succedeva al di fuori della mia stanza:i litigi con i miei, le domestiche antipatiche, i colleghi dei miei genitori, quel ragazzo(figlio di un amico di mio padre) che cercava in ogni modo spavaldo ad ottenere le mie attenzioni, il suo scopo? Sposarmi per soldi. Sin dall'infanzia, la mia vita non è stata tutta rosa e fiori, latte e miele e se volevo quel momento di solitudine e pace la trovavo nella mia biblioteca con la musica. La musica mi è stata un'amica, un parente ,un qualcosa di cui non ne potevo far di meno. 

I libri ,invece, mi facevano sognare. Mentre leggi ti immedesimi nel personaggio, vivi le sue emozioni, vivi le sue esperienze, vivi le sue gioie e le sue tristezze, senti il loro dolore, senti ciò che gli circonda. I libri mi hanno fatta sognare una famiglia: un padre geloso e protettivo, una madre dolce e comprensiva, fratelli matti che non ti lasciano piangere e che vorrebbero vedere solo un sorriso dipinto sul tuo volto e non vedere lacrime che cadono come gocce di rugiada, una migliore amica un po' pazzerella ma la migliore in tutto, il migliore amico a cui non scappa niente e non lascia che i maschi si avvicinano a te, l'animale di famiglia e poi il tuo lui. Lui, il ragazzo che ami che mai ti tradirà, lui con i suoi alti e bassi, lui con i suoi sorrisi, lui che solo con la sua presenza ti faccia sentire bene. Il tuo lui che farebbe di tutto per vederti sorridere. Lui, il tuo ragazzo,fidanzato,marito e padre dei tuoi piccoli bambini. Tutto ciò che io non ho mai avuto. I romanzi, le storie, le fiabe, le poesie mi hanno fatta ridere, piangere, desiderare il meglio, inspirata, mi hanno dato la forza che cercavo ma nessuno mi dava. Se ora sono quella che sono è grazie ai libri perché, grazie a loro, sono quella che sono e non ho mai abbandonato tutto per colpa di un imprevisto o ad un ostacolo. 

Qualche volta mi ritiravo a disegnare. Ero, e sono tutt'ora, un appassionata di grafica in generale. I ritratti di persone ,animali, graffiti, schizzi di palazzi e monumenti, statue, dipinti, disegni, tutto mi ha affascinata. Il disegno non era come i libri o la musica ma ero un qualcosa per sfogarmi. Quando tutto mi crollava sulle spalle e non avevo più quella voglia di andare avanti, quando neanche la musica e i libri mi interessavano andavo nella mia stanza e mi sedevo nel mio piccolo angolo della disegnatrice. Una semplice sedia dietro ad un semplice tavolo la cui superficie era coperta di fogli, astucci divisi tra matite colorate, pastelli, pennarelli e col necessario per disegnare.  Ne uscivo dopo ore, ore in cui ero china su un voglio, con la mani sporca e colorata, i vestiti sporchi di qualche residui di gomma e con la fronte con qualche goccia di sudore tutto per uno o due disegni. Ne uscivo esausta, lasciavo libere le mie emozioni, piangevo, ridevo, mi disperavo, non mi importava dei limiti dei miei genitori: facevo tutto ciò che volevo, era il mio momento di pazzie. 

I miei amici. Loro sono quei amici che non mi hanno mai abbandonata e sono rimasti con me. Anche ora. Anche se ora non leggo, non si sente fiato sospeso di una dolce melodia, anche se non c'è macchia nera su telo bianco. Sono qui con me. 

Di fuori sta piovendo. Lievi gocce di acqua inquinata che cade dal cielo, da grosse minacciose nuvole grigie, col solo scopo di cadere e sentire di essere libere per poi finire distrutte dallo scontro col terreno per poi unirsi e creare pozzanghere. Mi è sempre piaciuta la pioggia, ogni volta che fuori pioveva potevi trovarmi sulla finestra, seduta e tra le mani avevo una tazza di thè caldo oppure, durante i giorni e le notti fredde d'inverno, cioccolata calda entrambe preparate da me. Guardavo la pioggia come la guardo ora: mi concentro su ogni goccia che cade. Amo il suo odore di purezza, la sua freschezza, la sua pace. La mia mano a contatto con la fredda finestra mi da un senso di conforto. Un semplice movimento della mano e la brezza fresca e leggere mi investe portando con se tutti gli odori della pioggia. La pioggia così fresca, il vento leggero, il movimento delle piante che oscillano in una dolce danza. Con un semplice balzo mi siedo in un angolo della finestra aperta. Inspiro a pieni polmoni l'aria e mi rilasso. E' così bello sentirsi così tranquilli e in pace con se stessi. Le piccole gocce di acqua che si rompono per poi ricongiungersi tutte insieme, mi toccano il viso rinfrescandolo e bagnandomi i capelli nello stesso momento. 

Amarti O Odiarti?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora