CAPITOLO 3

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Passarono i giorni, Rose era sempre più imbarazzata nel vedere Scorpius in giro per i corridoi. Quella sera aveva capito quanto fosse dolce, e questo la aveva portata a odiarlo ancora di più. Non poteva essere un ragazzo così altruista e dolce, pensava Rose; il pensiero della fama di puttaniere che aveva il ragazzo in tutta la scuola la aiutava molto nelle sue convinzioni.

Quella mattina la rossa era uscita dalla sala comune di fretta, non era potuta stare nemmeno la notte tranquilla dato che Malfoy le aveva tormentato pure i sogni. Le occhiaie risaltavano sulla sua pelle chiara facendole parere ancora più scure e pronunciate. Non era sicura nemmeno lei del motivo per cui cercasse di andare alla sala grande passando per corridoi secondari, da una parte probabilmente non voleva farsi vedere da nessuno in quelle condizioni, ma c'era anche la possibilità che stesse scappando da Scorpius.

Assorta nei suoi pensieri la ragazza camminava, ma due voci che la chiamavano all'unisono la obbligarono a voltarsi: erano i suoi due cugini Fred II e Victoire. Fred portava questo nome in onore del fratello gemello di suo padre, e come il suo omonimo anche il piccolo Fred era molto portato per gli scherzi, giravano delle voci ad Hogwarts sul fatto che il ragazzo abbia ricevuto più punizioni di tutti gli studenti del suo anno messi assieme. Come era logico aspettarsi i due ragazzi si avvicinarono alla cugina con un sorriso a 32 denti stampato in volto. -Cosa volete piccole pesti?- chiese Rose – Abbiamo saputo che una certa Dominique ti ha obbligata ad andare ad una festa l'altro giorno... – cominciò Victoire con nonchalanche – E sappiamo anche che per colpa tua è scoppiata una rissa... - Continuò Fred; prima che Rose riuscisse a ribattere i due dissero all'unisono – Sembra che qualcuno abbia bisogno di fare uno scherzo!-.
- Ma non uno scherzo qualunque- disse esaltata Victoire con gli occhi che le brillavano – Assolutamente no, uno scherzo in grande, molto, molto in grande!- continuò la frase Fred, Rose sospirò – Forza, ditemi cosa avete in mente-

Qualche giorno dopo tutti e tre erano pronti.
Dominique stava camminando raggiante verso l'aula di astronomia, perché aveva un appuntamento da un certo "R. V. F.";
La bionda era pronta a vedere Renold Van Finnigun, un corvonero molto carino a detta sua, che si dichiarava a lei. Arrivata sull'ultimo gradino prima della porta in legno inspirò ad occhi chiusi, si sistemò i capelli con una mano, espirò e aprì gli occhi. Aprì lentamente la porta e lanciò un'occhiata all'interno dell'aula, essa pareva vuota. La ragazza iniziò ad avere uno strano presentimento -Renold?- sussurrò – Renold? - ripeté più forte. Niente da fare, la stanza era chiaramente vuota. Dominique richiusa la porta con cautela e si voltò per andarsene, ma quando si voltò fece un balzo dallo spavento: una Victoire molto divertita le era appena spuntata davanti. Tutto ad un tratto un moto di terrore le fece stringere violentemente lo stomaco e il suo presentimento si fece più forte. Prima di poter dire qualsiasi cosa Victoire disse – Diamo inizio alle danze!- la bionda sgranò gli occhi quando un rumore secco proveniente dalle sue spalle richiamò la sua attenzione: la finestra sopra di lei venne aperta e Fred salutò la cugina con una mano nella quale aveva un barattolo conetenente una sostanza verdastra. Prontamente Fred rovesciò tutto il barattolo di colla e tintura per capelli semi-permanente del negozio di suo padre sulla cugina e pensò "questo è per te papà" e subito dopo prese il secchio di piume che aveva attaccato alla scopa e rovesciò le piume sulla povera Dominique, paralizzata dalla sorpresa, fatto questo alzò lo sguardo al cielo e pensò "questo è per te zio Fred".

Dominique stava per mettersi ad urlare contro la sorella; nonostante fosse già al settimo anno aveva una mentalità veramente infantile per i suoi gusti, quando ad un tratto si bloccò accorgendosi che Vctoire si stava contorcendo dalle risate con un foglio in mano. Non ci mise molto a rendersi conto della macchina fotografica istantanea che la sorella teneva al collo. Un moto di orrore la invase, quando il peggio accadde: Rose apparve dalla scala dicendo -Accio fotografia! -.
Una volta presa la fotografia Rose corse via. La bionda sapeva che non la avrebbe mai raggiunta e decise di fare la cosa più sensata che le venisse in mente: andare a lavarsi.

Maledetti||RospiusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora