Capitolo 3 - I lividi

258 16 5
                                    

Elly prende le scale mobili, con una certa fretta. Ha paura che quel ragazzo la segua e le faccia delle domande. Non vuole che qualcuno sappia. Non vuole pietà o compassione, non vuole aiuto. Sa che tutto è inutile. Inizia a correre, come se fosse una preda di un animale feroce.  Cerca di sfuggire al suo presente, al suo passato. Ha paura, è stanca di tutto questo.  Percorrere i corridoi della metro con molta fretta. Urta una signora anziana con il suo bastone. Non si ferma per guardare indietro, continua a correre. Il vento leggermente freddo le arriva sul collo e le fa venire dei brividi.  Si massaggia i lividi ormai viola.  Sente delle voci di ragazzi e si allarma. Corre verso l’uscita della metropolitana, piena di angoscia. La paranoia la invade. Non riesce più a ragionare. Il suo braccio viene bloccato e lei si ferma spaventata. Il suo cuore batte a mille. La sua corsa non può essere finita lì.  Elly sussulta. Gira la testa lentamente per vedere chi l’ha fermata.

<<Signorina, si sente bene?>>. Un signore sulla cinquantina la squadra, cercando ci capire cosa c’è che non va in quella ragazza. Elly farfuglia un “si, grazie” e si allontana.  Sospira dal sollievo non né stato quel ricciolino a fermarla, per fortuna. Il suo cuore ancora non si è ripreso. Attraversa le strisce pedonali piene di foglie che nessuno è riuscito a togliere.  Rischia di cadere, inciampa e per poco la sua faccia non si ritrova a terra.  È sotto shock, vuole solo tornare a casa, sotto le sue coperte al sicuro. Il suo sguardo è pieno di ansia e paranoia. Lo sguardo di quel ragazzo verso la sua cicatrice l’ha turbata più del dovuto. Ha paura le tremano le gambe, le mani. Vorrebbe solo qualcuno lì, in quel preciso momento della mattinata, a rassicurarla e ad abbracciarla.

BEEP- BEEP!!!

Un taxi la riporta alla realtà. Ha attraversato la strada, troppo distratta dai suoi pensieri. Il suo petto si alza e si abbassa. Il panico la invade. L’autista la fissa e le intima con sgarbate parole di togliersi dalla strada.  Le sue guance si tingono di un rosa pallido e delicato. Si rimprovera mentalmente: come ha potuto non vedere il taxi?  È solo colpa di quel ragazzo e nessuno l’avrebbe sgridata a quest’ora. Si ricorda il motivo per cui stava correndo e si guarda intorno confusa. “Calmati, Elly. Fai un respiro. Devi solo calmarti.” Pensa tra sé e sé. Si piega in due riprende fiato. Ripensa allo sguardo disgustato del ragazzo sulla metro. Chissà cosa penserà. “Gli faccio solo pena o schifo, come tutti gli altri” Elly prova disgusto nei suoi confronti, ma non biasima nessuno. È solo colpa sua se si trova nella situazione in cui è. Il suo viso resta chino a fissare le mattonelle del marciapiede. Sono di un grigio triste, sporche e piene di dolore.

Elly intravede dei riccioli dolci e candidi dall’altro lato della strada. Il ragazzo l’ha vista.  I loro occhi si incrociano per un breve istante. Gira l’angolo, continuando a guardarsi indietro. Cammina velocemente e accelera il passo.

<< Ahia!!>>  Elly cade a terra.  Si massaggia il naso indolenzito, che è stato quello colpito maggiormente in questo piccolo scontro. Si alza in piedi e si pulisce il capotto dalle foglie che le si sono appiccicate. La ragazza che ha colpito è a terra, intenta a raccogliere dei fogli ormai sparsi per tutta la strada. Prende un foglio da terra e lo legge.

Ricerca di storia di Elena e Jade

La guarda meglio. I  suoi capelli  sono rossi, un rosso spento, un rosso autunnale. I suoi occhi sono verdi. Gli ricordano sua madre. Si ferma. Sua madre. Il nome la fa sussultare. Non è possibile. Nessuno può assomigliare così tanto a qualcun altro.  Non può essere.

<<Scusami, non ho visto dove andavo>> Elly si sposta e continua a camminare. Si guarda indietro e continua a fissare la ragazza. La ragazza con i capelli rossi sbuffa e dice qualcosa sul “fare attenzione quando si cammina”.  Elly non se ne preoccupa. Continua a camminare. Ha perso di vista il ragazzo, e deve immediatamente tornare a scuola. Ora ha due cose a cui pensare: il ragazzo riccio misterioso e la ragazza con gli occhi di sua madre.  Continua a camminare lungo il vialetto e attraversa la strada.  Il marciapiede è pieno di studenti in attesa dell’inizio delle lezioni.  “in attesa” non è il termine giusto. Anche Elly vorrebbe certe volte evitare di andare a scuola, per evitare degli sguardi indiscreti. Molti pensano che lei sia strana. Forse è così o forse è lei che vuole dare questa impressione solo per essere lasciata in pace. Prende il suo Iphone e si mette le cuffie nelle orecchie.  Si chiude in quel mondo bellissimo che è la musica. Si lascia andare e si nasconde dietro una parete. Si infila il cappuccio in testa. Così nessuno la potrà riconoscere. Preme il tasto Play. Non pensava di avere questa canzone. Guarda il titolo. Sicuramente gliela ha messa Jade. È bella parla di un amore che nessuno conosce, un amore segreto. Nessuno sa.

Nobody knowsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora