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"Cosa?"

"Harry non preoccuparti si aggiusterá tutto."

Non può essere, l'unica cosa che poteva distrarmi era crollata, questa mattina il cellulare squilló sul mio comodino, lo presi e per mia sorpresa era il mio manager, risposi e le sue porole mi avevano spiazzato letteralmente, mi aveva detto che il tour era annullato, non se lo spiegava neanche lui ma, era successo, così mi sono precipitato a casa sua per ulteriori informazioni, ma erano sempre le stesse.

Chiusi gli occhi e con un sospiro, lo salutai.

Entrai in macchina,  la mia destinazione era casa, ma il mio corpo non ragionava, mi diressi all'ospedale, era una tortura lo so, guardarla e sapendo che non mi riconosceva, ma era più forte di me, dovevo vederla anche per pochi minuti. Pur di sbirciarla da dietro una porta, ma dovevo farlo.

Parcheggiai dietro all'ospedale con il cuore che batteva a mille.

Entrai, e l'infermiera che stava di turno mi fece un sorriso rassicurante, lei mi vide entrare ed uscire per tutto il tempo che andavo a trovarla, così mi avvicinai a lei tremante

"È da sola?" Domandai, non voglio nessuno tra i piedi.

"Per il momento sì, tra un quarto d'ora arriverà la sua famiglia" detto ciò mi fece un'altro sorriso rassicurante e se ne andò.

Attraversai il corridoio, che questa volta sembrava chilometrico, le gambe mi tremavano, stavo sudando sette camice mi ripetevo sta calmo sta calmo in testa per tutto il tempo. Non può essere così tragico, non si ricorda? Va benissimo, la farò ricordare io, ci sarà qualcosa che gli è rimasto in quel cervello di me, la porta era socchiusa, mi avvicinai alla fessura e la vidi, stava seduta sulla sedia a rotelle che guardava fuori la finestra, un'altra stretta al cuore sentii quando spostai lo sguardo sulla sua testa, aveva ancora quelle fasciature bianche, il mio sguardo vagó su tutto il suo corpo, fermandosi sul suo braccio anch'esso fasciato, e sulla gamba, come può essere che una ragazza così forte ora era agli occhi degli altri così debole? Decisi di aprire la porta, siccome non fece nessun rumore, non se ne era accorta che ero in stanza, la chiusi alle mie spalle con molta cautela, mi girai a guardarla ancora, sbuffó, guardando fuori, mi avvicinai a lei mettendomi dietro, alzai lo sguado nella sua direzione e vidi un giardino, poi capii, perché si stava annoiando qui seduta in queste quattro mura.

"Vuoi andarci?" Sussurrai,  abbassandomi vicino al suo orecchio, lei colta alla sprovvista si spaventó girandosi con la testa, mi guardava impaurita e disorientata

"Non preoccuparti, sono un amico non voglio farti del male" rassicurandola

"Se sei un amico, perché non ti conosco?."

"Perché una parte di te, la più stupida direi, ha voluto farmi questo brutto scherzo." Feci un sorriso, portando una mano sul suo viso accarezzandolo, lei guardò il gesto ma non mi fermò a farlo, direi che stiamo iniziando bene

"Allora...vuoi andare?" Gli ripeto

"Dove?" Domanda non capendo

"In quel giardino, quello che stavi fissando intensamente da più di dieci minuti" si gira nuovamente dalla parte della finestra facendo un sospiro.

"Non posso" abbassa il capo stringendosi nelle spalle, giro la carrozzella per guardarla in viso, lei non fa niente per impedirmelo anche questo, e dentro di me urlavo dalla gioia.

SYD.

Come può un ragazzo che non conosco, trasmettermi tanta seneritá, quando lo sentito parlare è scattato qualcosa in me, non so spiegarmi che cosa, ma era piacevole.

Ieri quando lo vidi abbracciarmi ero spaventa, non lo conoscevo, non sapevo chi era per questo lo fatto cacciare via, quando se ne erano andati tutti, ripensai a lui e alle sue parole espresse così dolci, sentii una stretta allo stomaco.

Come ora, un formicolio che non voleva andare via, mi ha domandato se volevo uscire da queste quattro mura, ma non potevo, non volevo che la gente mi vedesse in questo stato, non ho mai sopportato la compassione.

Mi ha girata e ora mi guardava sorridendomi, aveva occhi verdi smeraldo e un flash si insinuo nel mio cervello, così veloce che non captai quasi niente, solo due pozzi verdi.

"Okay......" abbassò lo sguardo dal mio deluso, ma non ne capivo la ragione

"Da quanto sei qui?" Domandai, sperando che rialzasse un'altra volta la testa, per farmi vedere un'altra volta i suoi occhi

"Da più di cinque minuti" e finalmente lo fece, li guardai estasiata, mi attraevano come api al miele, un'altro flash apparse ma questa volta mi venne un gran mal di testa, chiusi gli occhi dal dolore toccandomi le tempie

"Syd che succede? Ti senti male?" Quel nomignolo, dove lo sentito? Mi accarezza il viso con mani tremanti

"Ho mal di testa"

"Forse ho abbusato troppo, vieni che ti metto a letto" mi prese tra le braccia e con poco sforzo mi sollevò e mi adagió sul letto, il mal di testa non cessava, e come se il mio cervello voleva ricordare qualcosa, ma non ci riusciva.

La porta si aprì e l'infermiera parlò

"Hai un minuto, poi vengono"

A quelle parole aprii gli occhi e vidi lui acconsentire all'infermiera

"Faccio presto" lei se ne andò, lui mi rivolse un sorriso accarezzandomi una guancia

"Torno presto, se vorrai" non risposi, non sapevo se volevo rivederlo, lui attese qualche secondo per una mia risposta, che non venne, tolse la sua mano dal mio viso, ora così fredda senza il suo tocco, si girò e andò alla porta, prima che l'aprissi lo fermai

"Come ti chiami?" Ieri lo dissero, ma non ricordavo, ero troppo spaesata per ragionare su cose futili.

"Harry." Rispose senza girarsi.

"Puoi venire domani, Harry" non riesco ancora a spiegarmi il perché lo detto, ma volevo rivederlo.

"Dormi, piccola" e con questo aprì la porta e se ne andò, lasciando in tutta la stanza il vuoto assoluto.

Scusatemiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Piaciuto? Domani un'altro capitolo,

You And Me Forever H.S SequelWhere stories live. Discover now