Capitolo 3:

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"È troppo rischioso, non posso permettertelo" proferì ed effettivamente aveva ragione, ma sapevo che se lui aveva scelto di accettare quell'incarico, il motivo era giusto e poi avrei imparato a cavarmela.
"È rischioso anche per te, ma tu ci vai" gli dissi frustrata "e porterai con te anche tua sorella" scoprì usando i miei poteri, anche se in cuor mio sapevo di non avere un tale diritto "quindi, voglio venire" affermai determinata e solo allora si girò verso di me, facendo combaciare i nostri sguardi. Vidi che si stava portando le dita alle tempie, se avesse voluto farmi dimenticare non sarei stata in grado di creare qualcosa in grado di fermarlo, ma potevo evitare che lui si concentrasse: con il potere della telecinesi, iniziai a far fluttuare i fiori che prima erano nei vasi vicino alla sua testa e doveva costantemente scostarli perché molto spesso gli urtavano il viso e lo infastidivano.
Non era un metodo degno dei migliori supereroi è più che altro lui si stava anche divertendo a quel mio buffo tentativo di fermarlo con dei fiorellino colorati, ma nonostante ciò riuscii ad avvicinarmi e a prendergli le mani, portando le braccia lungo il busto ed avvicinandomi al suo orecchio, gli dissi "permettimi di aiutarti, ti prego, Charles" dopodiché lo abbracciai e lui sembro addolcirsi, tanto che annuì con un cenno del capo, mentre a sua volta mi stringeva.

"Non permetterò che qualcuno ti faccia del male, mai" mi strinse di più "non me lo perdonerei".

Dopo un po', prima che ci staccassimo, arrivò John parecchio ubriaco e Charles dovette notarlo subito (ciò mi fece capire che riusciva ad usare i suoi poteri anche senza il gesto che faceva sempre), poiché si mise al mio fianco, tenendo ancora un braccio intorno alle mie spalle e lo sguardo investigativo "John, che hai?" gli chiesi vedendolo sbandare e gli andai incontro, separandomi da Charles e da quel momento così intenso, a malincuore "riesci a capirmi?" chiedi nuovamente, ma lui sembrava completamente altrove e nemmeno aveva alzato la testa verso la mia direzione, teneva lo sguardo fisso in basso.

"Dovresti tornare dentro, ci penso io a lui, lo porto in camera sua" disse, a quel punto Charles "ti faccio compagnia, poi andrò direttamente a casa" lui sembrò fare una smorfia contrariata "no, evidentemente tu non gli stai leggendo la mente, o capiresti" disse, più freddo del solito "mi sono ripromessa di non farlo, ci tengo al nostro rapporto" dissi con sguardo leggermente triste "anche lui, ma vorrebbe un rapporto molto diverso da quello attuale, adesso va" così dicendo, in modo quasi arrabbiato verso John oserei, si avvicinò a lui e lo caricò su una spalla, aiutandolo ad alzarsi e dirigendosi verso la sua camera.

Non immaginavo che John provasse altri tipi di sentimenti verso di me, non me ne ero mai nemmeno lontanamente accorta a dire il vero. Mi sentì davvero una stupida, in quel momento. Aspettai il ritorno di Charles, e in poco tempo lui mi raggiunse alla porta ed uscimmo da quella casa.

"Ti andrebbe di fare un giro con me?" disse allora il telepate ed io annuì di buon grado, iniziammo così a passeggiare per le strade di Londra.
"Non mi ero mai resa conto che John provasse altri tipi di sentimenti nei miei confronti, sono stata così ingenua con lui"
"Non fartene una colpa, l'ingenuità è una bellissima virtù e molte donne di oggi l'hanno completamente persa diventando in alcuni casi davvero sfacciate e poco eleganti"
"Non credo che a te piacciano le sante, Charles"
"Tu non credevi nemmeno di piacere a John, però.. Chissà, un uomo come me può appassionarsi a tante cose"
"Già, in particolare alle mutanti" risi, pensando ai suoi buffi e ripetitivi metodi di approccio.

Ad un certo punto ci fermammo in un parchetto poco distante da casa mia. L'erbetta era ricoperta d'acqua così alzai tutte quelle piccole gocce ed iniziai a farle muore nello spazio
"È fantastico, sbalorditivo" disse il mio accompagnatore, incantato e la sua spontaneità mi fece sorridere.

"Quando partiremo?" chiesi, curiosa "dopodomani, da casa mia, arriveranno con un aereo e ci preleveranno. Ma tu, sei davvero sicura?" si preoccupò lui "Si, ho chi mi protegge" gli sorrisi, alzandomi "io devo andare, è stato un piacere, Charles" lui si alzò a sua volta "anche per me" disse e mi baciò la guancia destra e poi la sinistra. Io ricambiai, questa volta non l'avrei perso di vista per molto tempo.

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